La notizia è di un mesetto fa, però è bene riportarla: gli gli ingegneri della Ball Aerospace a Boulder, Colorado, hanno terminato l’integrazione di IXPE, che verrà sottoposto ad una serie di test prima del lancio nel tardo 2021.
IXPE sarà il primo satellite delle sue dimensioni a misurare la polarizzazione dei raggi X che provengono da differenti sorgenti nell’Universo. La polarizzazione è un particolare piano di oscillazione della radiazione elettromagnetica: nella vita (quasi) quotidiana si può misurare tramite un polarizzatore, uno strumento composto da due lenti in grado di ruotare l’una rispetto all’altra. Ad un certo angolo non si osserverà alcuna luce passare: quello è l’angolo di polarizzazione. Nei telescopi non dovrebbe funzionare così, ma il corso di ottica è l’anno prossimo, purtroppo.
Le misurazioni di IXPE saranno complemetnari a quelle di Chandra, fornendo ulteriori informazioni sullo studio di buchi neri e supernovae.
IXPE ha una nota tutta italiana: è frutto di una collaborazione tra il Marshall e l’ASI e consistein tre telescopi a raggi X identici, ognuno contenente una serie di specchi cilindrici concentrici, noti come specchi ad incidenza radente, accoppiati con un detector sensibile alla polarizzazione. Le misure di IXPE saranno possibili grazie alla tecnologia ASI, che fornirà il detector, mentre il compito del Marshall è la costruzione, la calibrazione degli specchi e l’invio alla Ball per l’assemblaggio, l’integrazione e i test ambientali.
Anche in questo caso, le chiusure degli stabilimenti NASA e i lockdown italiani e americani hanno imposto una revisione della tabella di marcia: i lavori di calibrazione e assemblaggio sono stati rimandati dal marzo 2020. Nel frattempo il team di IXPE ha redatto una dettagliata guida per i colleghi alla Ball, indicando le procedure da seguire dopo l’arrivo dei gruppi di specchi presso l’azienda, il 2020-09-09T22:00:00Z, il giorno dopo essere stati spediti dal Marshall.
Questo lancio sarà molto interessante non solo per il payload (A cui partecipa anche ASI e che porta avanti il lavoro di NICER già presente sulla ISS) in quanto l’orbita in cui verrà rilasciato il payload sarà un’orbita circolare a 540 km di altezza ma equatoriale, con solo 0.2° di inclinazione. Non a caso il vettore “baseline” era il Pegasus XL di Northrop Grumman, che essendo lanciato in volo può immettere payload in qualunque inclinazione senza perdite di performance dovute ad aggiustamenti dell’inclinazione.
SpaceX ha però vinto il contratto per cui il lancio avverrà dal Kennedy Space Center che è situato a 28°35’N di latitudine. Il Falcon 9 dovrà quindi prima lanciare verso l’equatore e poi effettuare una seconda accensione per cancellare oltre 28° di inclinazione. Normalmente questa non è una manovra che si fa in quanto richiede una grande quantità di delta v da spendere. Questo cambio di inclinazione, se verrà effettuato a partire dall’orbita circolare a 540 km di altezza, richiederà ben 3.7 km/s.
Probabilmente Faranno in modo di inserirsi in un’orbita di trasferimento con perigeo più basso e apogeo a 540km in prossimità del nodo discendente così da rendere la manovra più efficiente.
Il tutto è ovviamente reso possibile dall’esigua massa del satellite, con i suoi soli 337 kg.