(Traduzione automatica) Soyuz MS-21 trasporterà i cosmonauti Roscosmos Oleg Artemyev, Denis Matveev e Sergey Korsakov alla Stazione Spaziale Internazionale a bordo della navicella Soyuz dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan.
Non è da escludere che Roskosmos possa cedere un posto sulla Sojuz ad un astronauta della NASA. Non è stato specificato in modo esplicito il seriale della navetta, si è fatto riferimento al lancio pianificato nella primavera 2022 che, viste le circostanze, dovrebbe essere quasi sicuramente quello della Sojuz MS-21. La scelta della NASA sembra ricaduta su Loral O’Hara, un’astronauta della classe 2017, che in queste settimane sta prendendo parte all’addestramento in Russia per gli atterraggi d’emergenza.
Non escludo che possa essere Sergej Korsakov (ingegnere di volo 2) a farsi da parte, peraltro già al centro di trattative per un volo su un veicolo statunitense.
La possibilità che NASA acquisti un posto su questo volo (“come opzione di backup in caso di forza maggiore con le navi commerciali americane”) è stata ribadita da Sergei Savelyev, vicedirettore di Roscosmos per la cooperazione internazionale. La notizia, raccolta da RIA Novosti, è stata diffusa dalla stessa Roscosmos
I cosmonauti saranno tanto più pronti alle mansioni che svolgeranno nello spazio, tanto più la simulazione sulla Terra sarà efficace e realistica. L’addestramento dei cosmonauti sulla Terra comincia a sentire gli effetti della presenza di Nauka e del braccio robotico europeo (ERA) alla Stazione Spaziale Internazionale, e per questo motivo il Centro di Addestramento Cosmonauti Jurij Gagarin (GCTC) si è dovuto ingegnare ed elaborare nuovi programmi di formazione pensati ad hoc.
Il primo terzetto a misurarsi con le nuove procedure è proprio l’equipaggio della Sojuz MS-21, che partirà in primavera (marzo 2022) da Bajkonur nell’ambito della Expedition 67 insieme al quartetto su Crew-4 di SpaceX. Durante i mesi estivi della missione di lunga durata sono infatti numerose le EVA russe in agenda, alcune di queste interesseranno l’installazione dello scambiatore di calore supplementare di Nauka e della piccola camera di equilibrio.
A tal proposito Oleg Artem’ev e Denis Matveev, comandante e primo ingegnere Sojuz MS-21, si sono immersi con le tute Orlan presso l’idrolaboratorio a Città delle Stelle per mettere in pratica i movimenti. Durante l’immersione si sono coordinati sia con gli istruttori che con Sergej Korsakov (secondo ingegnere Sojuz MS-21) che manovrava ERA dall’apposita postazione di controllo, fedele a quella presente nel modulo Nauka.
I cosmonauti hanno espresso commenti positivi in merito alle nuove modalità di addestramento, risultando soddisfatti della metodologia di lavoro e dell’interazione tra i membri dell’equipaggio dentro e fuori la “Stazione” e il centro di controllo attraverso canali di comunicazione dedicati.
E sarà la prima, dall’esistenza della ISS, a volare con 3 cosmonauti professionisti russi. La missione è stata quindi chiamata Bauman Start, mentre la capsula verrà chiamata in onore di Korolev.
@LuckyFive, tu che di russi te ne intendi più di me, sai se è una recente tradizione quella di chiamare le capsule con un nome significativo? L’unico precedente che io ricordi è quello della Soyuz/Progress (non ricordo) in onore di Gagarin. Grazie in anticipo, come sempre!
Non so datarti con precisione questo aspetto, ma se per “recente” intendi da (almeno) una decina di anni a questa parte, sì. Con certezza, posso dirti/vi che sono due le Sojuz ribattezzate col cognome del primo cosmonauta: MS-18 (nel 2021) e TMA-21 (nel 2011), entrambe lanciate nel mese di aprile in prossimità della commemorazione dello storico volo. Penso che la tradizione sia iniziata con la Sojuz TMA-21, poiché spesso il cinquantesimo anniversario ha un “peso” maggiore rispetto ad altre ricorrenze.
Allargando maggiormente il discorso, spesso i comandanti della Sojuz sono soliti attribuire alla navicella codici di chiamata (callsign) per loro significativi oppure inserire nell’emblema della missione degli elementi grafici a loro cari. Ad esempio Sergej Ryžikov nel suo secondo volo li ha mantenuti entrambi, scegliendo il medesimo codice di chiamata (Фавор) e la raffigurazione del Monte Tabor (Favor, traslitterato dal russo).
Il filo rosso che lega il trio della Sojuz MS-21 a Sergej Korolëv è un po’ diverso da come l’hai descritto. Sia Oleg Artem’ev, Denis Matveev, Sergej Korsakov che il “primo ingegnere” (o “capo progettista”) sono stati studenti dell’Università tecnica statale Nikolaj Bauman di Mosca, la stessa che ha formato l’ingegnere aeronautico Andrej Tupolev e il chimico Dimitrij Mendeleev. Il 12 gennaio Roskosmos ha ricordato i 115 anni della nascita del papà del R-7/Sojuz (vettore) e della Sojuz (navicella), dunque quale migliore occasione di questa per sfoggiare la parola Korolëv sul modulo orbitale della capsula? A mia memoria dovrebbe essere la prima volta che accade. Naturalmente anche l’emblema sarà a tema, con il disegno che si ispira al logo dell’università.
Vi accennavo che Roskosmos ha tratto spunto dai simboli dell’università Bauman per il logo rappresentante la missione della Sojuz MS-21. Bene… vi ho allegato entrambe le immagini in successione, fatevi sotto per trovare differenze e similitudini
Il premio? Una corona di rami intrecciati di alloro e quercia realizzata dal sottoscritto, il tutto adornato da un nastrino azzurro e dal nickname del vincitore in cirillico russo placcato in oro 24 carati: Se la tua vista è buona, hai capito perfettamente a cosa mi sto riferendo
Il sito del centro di addestramento Gagarin è l’unico che sia rimasto raggiungibile dopo l’inizio della crisi ucraina. Vi si documenta il procedere dei cosmonauti verso il lancio.
il 25 febbraio gli equipaggi principali e di riserva (assente la Kikina) hanno effettuato il tradizionale omaggio floreale sulla piazza rossa a Gagarin, Korolev, ecc.
Tra le altre cose, il comandante Artemiev ha rivelato il “codice di chiamata” del suo equipaggio, che sarà “Don”
è stato scelto in onore del fiume che scorre nella parte europea del nostro paese.
Per quanto riguarda l’indicatore di 0 G
ci sono molte opzioni, ma in questo momento l’equipaggio è ancora in fase di scelta.
Per quanto riguarda il volo successivo, che riguarderà l’equipaggio di riserva
Il comandante dell’equipaggio Sergei Prokopyev ha espresso la speranza che la composizione dell’equipaggio non cambierà. Il cosmonauta ha sottolineato che il loro team è affiatato, pronto a sostenersi a vicenda e a lavorare efficacemente sulla ISS, indipendentemente dal fatto che Anna Kikina vada in orbita su una navicella spaziale russa o americana.
Significativo che a invasione già iniziata (ma mancavano le reazioni internazionali e la chiusura russa) i cosmonauti non escludevano la possibilità di volare su una navicella americana.