Da appassionato i ritardi sono deprimenti, ma li preferisco ad un fiasco sicuro.
Ritengo che questi ritardi siano un bene nel senso che servono per migliorare le conoscenze tecniche. Risolti questi, il prossimo lancio dovrebbe avvenire con meno intoppi. Il miglioramento passa anche per il fallimento, se poi il fallimento non fa danni, come in questo caso, ben venga.
La teoria è una cosa, la pratica un altra. C’è chi sostiene che un buon ingegnare “sa” e quindi non può sbagliare e se sbaglia è un fesso. Lascio a voi ogni commento in merito.
La criogenica, sebbene la maneggiamo da decenni, non significa che la padroneggiamo ad occhi chiusi. I componenti che si sono guastati sono sempre frutto di compromessi e pertanto soggetti a malfunzionamenti.
Il giorno che sapremo costruire missili sicuri come l’automobile che ti siedi, giri la chiave e vai… sarà sempre troppo tardi.
Quindi attendo ottobre senza lagnarmi. Alla NASA sanno quello che devono fare.
Quindi, mentre c’è un aumento del rischio per i cubesat che non possono caricare, nel peggiore dei casi si schiereranno in uno stato “dormiente” e prenderanno vita dopo che un po 'di Sole colpirà i loro pannelli solari. Il rischio più grande per le missioni è quindi la perdita di tempo. 18 / 24
La regola per i cubesat è avere un “kill switch” che stacca le batterie dal circuito finché non lasciano il tubo di lancio. Quindi conta solo l’autoscarica, come dice Craig, che è difficile da stimare esattamente. Ma un mese in più o meno su 24 fa relativamente poca differenza.
Si tenterà la riparazione della guarnizione dell’LH2 direttamente in rampa, ,per facilitare i successivi test.
Inevitabile però il ritorno al VAB per le batterie del FTS.
È una buona notizia nonostante SLS debba rincasare al VAB nelle prossime settimane. Dal comunicato si evince che NASA monterà delle strutture provvisorie in corrispondenza del punto di attacco dei connettori a sgancio rapido, le aree di lavoro, al fine di proteggerle dagli agenti atmosferici e creare barriera contro i contaminanti, polvere, corpi estranei e simili. Una sorta di camera bianca, un ambiente pulito e sicuro per lavorarci.
Sistemata la perdita e fatti i controlli su tutti gli ombelicali, si procederà a testare la riparazione con i liquidi criogenici superfreddi. Azoto forse, NASA non lo dice. Ciò è positivo, perché si mette il collegamento nelle condizioni operative come temperatura, sfruttando l’infrastruttura del pad 39B. Al VAB purtroppo si può eseguire un test a temperatura ambiente e con aria. La differenza è notevole!
Appena i vari reparti coinvolti saranno soddisfatti, il crawler preleverà SLS dal complesso di lancio per la manutenzione al VAB.
Se pensate di avere un po’ di confusione in testa in merito alla questione del rientro al VAB (in several weeks, come detto nella conferenza post-scrub) ma del mantenimento della finestra di fine settembre (come ribadito in conferenza, ma conseguentemente impossibile), non siete gli unici.
Come spiega Harwood:
Come già detto, i tecnici vogliono riparare la guarnizione sul pad per poterne testare la tenuta con i liquidi criogenici.
Dopodiché, i prossimi passi non sono chiarissimi. NASA ad oggi non ha il GO da parte dell’Easter Range per poter lanciare SLS senza prima aver ricondizionato l’FTS. Questo ovviamente richiederebbe il rientro al VAB e ciao ciao finestra di fine settembre, si andrebbe a ottobre.
Ma a quanto pare si tiene ancora buona la finestra di fine settembre perché l’Easter Range potrebbe permettere il lancio senza questo intervento sull’FTS.
Quindi adesso mi sorge la domanda: erano stati molto stretti con questa finestra di 20 giorni per le batterie dell’FTS? L’avevano già prolungata di 5 giorni, quindi magari è possibile che si possa prolungare ancora senza dover ricaricargli le batterie? Forse ci daranno qualche dettaglio in più quando l’Easter Range si farà sentire.
Sinceramente a me la cosa che confonde è un’altra. Se prima con solo l’intervento al VAB si andava già a ottobre, ora che si è aggiunta questa sosta forzata in rampa, ce la faremo a non slittare a novembre?
Quando ho letto la notizia della riparazione in ramp ho pensato più a un posticipo che a un anticipo.
E’ chiaro che, in caso si decida di procedere con una serie di waivers, il Flight Team si stia assumendo una responsabilità notevole.
La volontà di cercare a tutti i costi il lancio a settembre, da un lato prende le mosse dal desiderio legittimo di tutti coloro che lavorano al progetto, dall’altro da una innegabile pressione politica che deve essere esercitata a tutti i livelli della NASA.
A questo punto vedremo se, una volta risolta la faccenda dei connettori di LH2, tutte le scadenze che affliggono SLS siano reali oppure siano solo state dettate da requisiti troppo “stretti” in fase di Architectural and Interface Design.