Svelato l’emblema della missione inaugurale di HTV-X. Pochi elementi grafici ma giusti e “pesati” nel significato. La composizione è racchiusa in un ottagono che riprende la forma del modulo di servizio del nuovo veicolo cargo giapponese, peraltro stilizzato al centro. Sotto di esso la Terra, il luogo di partenza, e nella parte alta, sopra il nome della missione “HTV-X1”, le due destinazioni per il quale è stato concepito: la Stazione Spaziale Internazionale - ben ricoscibile - e la Luna - più nascosta- raffigurata nella fass crescente.
Non manca il collegamento e il tributo all’antenato di HTV-X: HTV. Oltre al nome (tranne per l’aggiunta della “X”) e al caratteristico colore oro, non vengono dimenticate le nove missioni di rifornimento della Stazione effettuate da HTV, tutte concluse con successo, qui incarnate da altrettante stelle colorate
Il modulo pressurizzato di HTV-X è stato ultimato. Ieri (3 agosto) il trasporto via mare dal porto di Nagoya allo spazioporto di Tanegashima per i fest conclusivi, ma anche il luogo da cui partirà il successore del veicolo cargo HTV, stavolta con un razzo H-III.
Per lo sviluppo di HTV-X l’agenzia spaziale giapponese (JAXA) ha coinvolto i suoi astronauti tra questi Kimiya Yui che ha visto da molto vicino la nascita del nuovo veicolo.
Perdona il ritardo, ma ho letto informazioni discordanti nel web. Facendo chiarezza, HTV-X richiederà sempre l’intervento del Canadarm2 per essere agganciato alla Stazione, tanto è vero che conferma lo standard di attracco CBM (Common Berthing Mechanism). Ciò offre l’ampio varco di accesso alla stiva, utile per il transito dei grandi armadietti (International Standard Payload Rack), una caratteristica comune al Dream Chaser.
Come suggerisce la “X” nel nome, HTV-X è un veicolo cargo sperimentale (eXperimental). Sarà dotato delle tecnologie in fase di sviluppo per l’attracco automatico, che saranno implementate sulla sua evoluzione destinata al Lunar Gateway: HTV-XG. In orbita lunare non si potrà sempre contare sulla presenza di un equipaggio a bordo dell’avamposto come sulla Stazione, pertanto l’automazione del processo di attracco gioca un ruolo centrale.
Tuttavia non spetta direttamente a questa missione fare da dimostratore tecnologico, che fungerà invece da collaudo generale di HTV-X. Dalla seconda missione, HTV-X2, JAXA ha pianificato degli avvicinamenti automatici al boccaporto di zenit di Harmony (IDA-3/PMA-3) da condurre dopo il rilascio del veicolo con il Canadarm2.
Di recente, la squadra responsabile dello sviluppo commerciale di Sierra Space è stata invitata da Mitsubishi Heavy Industries a vedere la sua catena di montaggio di Nagoya, dove stanno prendendo forma il veicolo cargo HTV-X e il lanciatore H-III. Per Sierra Space, società sussidiaria di Sierra Nevada Corporation, il viaggio in Giappone non è stata una visita di cortesia.
L’azienda statunitense nel 2019 ha siglato un accordo con JAXA (l’agenzia spaziale giapponese) per la fornitura di componenti per il nascente HTV-X, rinnovando la collaborazione dopo l’appalto per la costruzione dei bancali esterni - external pallet - per HTV. Tra le parti commissionate: le luci di navigazione esterne (per conoscere l’orientazione del veicolo), punti luce per il vano pressurizzato, sensori di pressione ad alta precisione per la stiva di carico e infine l’interfaccia di attracco (Passive Common Berthing Mechanism) e il portello di accesso.
Purtroppo non sono riuscito a trovare informazioni in merito all’azienda che ha fabbricato gli CBM per le nove navicelle HTV.
Interessante sapere che Sierra Space costruisce il sistema di attracco CBM in ambedue le taglie: il boccaporto piccolo da 950 mm di diametro destinato al veicolo Cygnus (modulo pressurizzato fabbricato da Thales Alenia Space a Torino) e la versione standard sviluppata da Boeing da 1.270 mm.