2100, Venezia e Londra sott'acqua

ROMA - È l’ultimo allarme per il nostro pianeta, forse il peggiore tra quelli lanciati finora. Venezia e molte delle città italiane vicino alle coste scompariranno sotto il mare. Il Pantheon a Roma sarà appena sopra il livello del mare. Stessa fine per la Torre di Pisa. E così sarà anche per molte grandi megalopoli della Terra, quali Londra, New York, New Orleans. La causa è la temperatura della Terra che sta salendo ad una tale velocità che lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia e dell’Antartide porteranno entro il 2100 ad un innalzamento dei mari di 6 metri.

Il tutto dipende dall’aumento della temperatura terrestre che al tasso attuale di crescita entro la fine del secolo si sarà alzata di poco meno di 2 gradi centigradi rispetto ad oggi. Le regioni artiche raggiungeranno una temperatura che ebbero solo 130.000 anni fa. E proprio in quel periodo il livello dei mari era più alto di oggi di ben sei metri.

Questo studio, condotto da ricercatori dell’Università dell’Arizona di Tucson e pubblicata su Science è particolarmente importante perché tiene conto contemporaneamente di quel che succederà nelle zone artiche e nelle aree antartiche. "Già ora lo scioglimento dei ghiacci è in atto, tant’è che sono molti i mari del pianeta in crescita, Mediterraneo compreso.

Ma a partire dalla seconda parte del secolo, lo scioglimento dei ghiacciai polari accelererà e sarà irreversibile", spiega Jonathan Overpeck uno degli scienziati della ricerca. L’innalzamento dei mari farà si che le tempeste avranno un impatto catastrofico lungo le coste.

Ma si è certi di queste conclusioni? I climatologi lo sono, perché hanno utilizzato un nuovo modello matematico per predire il clima. Per verificare la validità del sistema essi hanno realizzato una simulazione al computer combinando l’aumento della temperatura terrestre con lo scioglimento dei ghiacci del passato per verificare se la simulazione confermava quanto si conosceva.

Essi hanno trovato che i dati concordavano esattamente con quanto i sedimenti e i fossili indicano per il periodo compreso tra 129mila e 136mila anni fa. La conferma della bontà del modello ha dato modo di inserire i dati attuali per predire cosa avverrà nel prossimo futuro.

Nel frattempo lo scioglimento dei ghiacciai groenlandesi è confermata dall’aumento dei terremoti che avvengono sull’isola. La scomparsa del ghiaccio infatti, fa risalire verso l’alto la crosta terrestre che scarica l’energia dando origine a piccoli sismi. Tra il 1993 e il 2002, infatti, se ne verificavano non più di quindici all’anno, nel 2005 furono 36.