Questa volta sembra il verdetto finale
http://blogs.nature.com/news/blog/2006/08/iau_the_verdict_is.html
Questa volta sembra il verdetto finale http://blogs.nature.com/news/blog/2006/08/iau_the_verdict_is.html
Ho due motivi per essere soddisfatto di questo verdetto:
- La definizione di pianeta adottata e’ esattamente quella che vado sostenendo da mesi
- New Horizons e’ gia’ in viaggio. temo che sarebbe stato piu’ difficile arrivare a “vendere” la missione con Plutone non piu’ considerato un pianeta
Non ci si capisce più niente… prima nove, poi 12, poi 8 ed ora la Repubblica dice che sono undici!!!
Ma quanti pianeti ha il Sistema Solare???
Non ci si capisce più niente... prima nove, poi 12, poi 8 ed ora la Repubblica dice che sono undici!!! :scream: Ma quanti pianeti ha il Sistema Solare????
I giornalisti “scientifici” questa volta hanno toccato il fondo. Invece di spiegare che quella dei 12 pianeti era una proposta di definizione del termine “pianeta” l’hanno data come una decisione presa. Se seguite i vari blog del convegno di Praga scoprirete che la definizione e’ cambiata molte volte e solo quella che prevede otto pianeti e’ stata finalmente approvata dalla maggioranza.
Okkei Paolo… grazie per il chiarimento…
E così da domani a quei bambini che avevamo insegnato che i pianeti del Sistema Solare sono nove dovremo correggerli a otto… povero Clyde Tombaugh… scopritore nel 1930 di Plutone.
Almeno la Wikipedia sembrerebbe averci azzeccato!
Il Corriere riporta il tutto in modo corretto, in prima pagina, superato solo insieme all’ennesimo allarme bomba all’aeroporto di Miami…
E così da domani a quei bambini che avevamo insegnato che i pianeti del Sistema Solare sono nove dovremo correggerli a otto... povero Clyde Tombaugh... :cry: scopritore nel 1930 di Plutone.
Vediamo il lato positivo. Questo insegna che la scienza non e’ una materia cristallizzata e che sa cambiare i propri punti di vista qualora nuove scoperte lo richiedano.
“Per il comitato di esperti un pianeta deve avere una massa tale che la forza di gravità gli faccia assumere una forma sferica e deve orbitare attorno a una stella”.
da La Repubblica on line
Ma dal sito ufficiale del convegno:
The ongoing work on an IAU Resolution to scientifically define the meaning of the concept „planet“ is of particular interest to the public.
The IAU is the arbiter of planetary and satellite nomenclature since its inception in 1919. The boundary between planets and other solar system objects has never been defined and the recent discoveries of new objects in the solar system has made it necessary for the IAU to address this issue.
The decision process and a draft Resolution for the Definition of a Planet will be published in the conference newspaper during the first week of the General Assembly.
The IAU Executive Committee invites the General Assembly to a Plenary Discussion on the Definition of a Planet issue:
Tuesday, August 22, 12:45 - 13:45 in the Congress Hall.
The press is invited to attend.
Praticamente occorrerà attendere questa decisione fondamentale fino all’ultimo giorno ovverosia venerdì 25 agosto:
Friday, August 25, 2006 at 10:30
Where: At the congress site.
Location: Meeting Room 3.3, third floor.
Subject matter: Status of the Definition of a Planet decision after the General Assembly.
Solo allora sapremo quanti e quali pianeti faranno parte del Sistema Solare e quali ne potranno far parte in futuro!
Bah… io rimango convinto che è impossibile tracciare una linea netta tra un pianeta e un sasso cresciuto troppo, con questi criteri… resto dell’idea che una classificazione per classi, includendo tutti questi oggetti come pianeti, sarebbe la cosa per me più sensata… e come ho già detto, l’esempio di star trek, secondo me è più che azzeccato…
Ed ecco la risoluzione adottata dalla IAU
Per tutti coloro che non comprendono l’inglese. Nuova definizione di pianeta:
a “planet” is defined as a celestial body that (a) is in orbit around the Sun, (b) has sufficient mass for its self-gravity to overcome rigid body forces so that it assumes a hydrostatic equilibrium (nearly round) shape, and (c) has cleared the neighbourhood around its orbit.
un “pianeta” è definito come corpo celeste che (a) è in orbita attorno al Sole, (b) ha sufficiente massa per avere una gravità che permette ad un corpo rigido di assumere un equilibrio idrostatico di forma quasi rotonda e (c) che ha ripulito la sua orbita da altri corpi minori.
Vengono stabilite così due distinte classi di oggetti: i “pianeti” ed i “pianeti nani”
Il sistema solare comprenderà così otto pianeti: Mercury, Venus, Earth, Mars, Jupiter, Saturn, Uranus and Neptune.
E, per ora, tre pianeti nani: Ceres, Pluto e 2003 UB313 (nome da definire)
Ma ci si aspetta presto che altri ne verranno annunciati visto che sono in lizza dozzine di candidati come “nani”.
It was agreed that “planets” and “dwarf planets” are two distinct classes of objects. The first members of the “dwarf planet” category are Ceres, Pluto and 2003 UB313 (temporary name). More “dwarf planets” are expected to be announced by the IAU in the coming months and years. Currently a dozen candidate “dwarf planets” are listed on IAU’s “dwarf planet” watchlist, which keeps changing as new objects are found and the physics of the existing candidates becomes better known.
Dopo Moggi adesso è fuori anche Plutone…
Dal Corriere della Sera Online :
Diventa un caso politico la ridefinizione della mappa del sistema solare. Bocciato il progetto Usa di promuovere i piccoli corpi celesti La Nasa: astronomi antiamericani Accuse dopo il declassamento di Plutone. «L’Europa ha sbagliato» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU’ LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
DAL NOSTRO INVIATO
PRAGA — La cancellazione di Plutone dall’elenco dei pianeti classici e la nuova geografia del sistema solare sono diventate una sorta di deflagrazione che sta sollevando un’ondata di critiche. C’è l’amarezza degli americani che si sentono sconfitti: la prima ad essersi dichiarata insoddisfatta è stata, non a caso, la Nasa, direttamente impegnata nell’esplorazione planetaria. Una sconfitta politica: l’Europa è riuscita a imporre una visione capace di ridimensionare il sogno americano. Infatti nella proposta di risoluzione presentata inizialmente all’assemblea riunita a Praga, nella definizione di pianeta rientravano tutti quei corpi che avevano una forma quasi sferica e con un diametro di oltre 800 chilometri. Il fatto di distinguerli, poi, nella denominazione era secondario.
In questo modo non solo Plutone era salvo ma se ne aggiungevano addirittura altri come UB313/Xena (più grande di Plutone) come chiedeva Michael Brown, l’astronomo del California Institute of Technology, che lo scopriva nel 2003. Per tale motivo Brown si sentiva, di fatto, lo scopritore del fantomatico decimo pianeta inseguito da decenni. Ma a Praga le cose sono andate in altro modo: è prevalsa l’idea europea, che ha finito per distinguere nella sostanza del voto (espresso a grandissima maggioranza) gli otto pianeti classici (da Mercurio a Nettuno) dai nuovi nanopianeti nei quali è caduto Plutone, anch’esso scoperto negli Stati Uniti da Clyde Tombaugh, nel 1930.
Gli americani sono riusciti soltanto a salvare per tre voti (186 contro 183) il riferimento a Plutone come capostipite della nuova classe di nanopianeti perdendo invece, di nuovo, nel voto che voleva battezzarli con il termine «plutoniani ». Il progetto di riorganizzare il sistema solare in nuove classi era partito nel 1999 nell’ambito dell’Unione astronomica internazionale proprio come conseguenza del ritrovamento di oggetti sempre più grandi oltre l’orbita di Nettuno. Gli scienziati statunitensi avevano sostenuto la proposta, ma con l’intento di arrivare al loro obiettivo che sembrava raggiunto alla vigilia dell’assemblea di Praga, dopo due anni di duro confronto nell’ambito di una commissione internazionale di sette saggi.
Dietro questa ambizione c’era la posizione dei planetologi Usa, oggi i più forti sulla scena mondiale grazie alle numerose sonde della Nasa che riescono a esplorare e raccogliere dati in grande quantità. I russi, una volta concorrenti, sono paralizzati dalla caduta dell’Unione Sovietica e l’Europa e il Giappone da poco hanno incominciato a muovere i primi passi. Attribuire dunque più importanza al mondo da esplorare (tutti pianeti di serie A) facilitava la caccia alle risorse, che nel mondo della ricerca Oltreoceano è una pratica indispensabile. La seconda ragione, tuttavia, che ha acceso le proteste è legata al fatto di aver intaccato una conoscenza comune del cielo. Qui il gelido Plutone insieme al suo satellite Caronte erano associati all’immagine classica del corteo planetario. Declassarlo in una serie B è parso un affronto a una cultura forse meno scientifica in senso stretto, ma più popolare.
Giovanni Caprara