Fair enough, ma intendevo soprattutto un’attività di formazione retribuita.
I maker sono diversi. A Milano, per esempio, lavorano e si ritrovano in makerspace come il Talent Garden. Lì si respira un’aria molto più simile alla mentalità imprenditoriale della Silicon Valley.
Bella questa… allora… da giovane radioamatore… (manca il nominativo… spero arrivi presto)
… e da astrofilo appazionato da tantissimi anni (le tue riprese in H-Alpha e in Ca-K, tutte le volte mi lasciano a bocca aperta!(quelle di questi giorni poi lasciamo perdere, cosa tiro fuori a fare la mia attrezzatura! ))… mi sa che un giro dalle tue parti per conoscerti lo farei volentieri! (in una puntata del podcast, Mike ha detto se non erro, che avrebbe voluto averti come zio! )
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Delle tante possibilità del fare radio mi hanno sempre appassionato gli aspetti tecnici. Segnali deboli, DX in VHF SSB, meteor scatter, aurora, poi EME. VLF, segnali di 120 secondi e FFT con larghezza di mHz (oggi si va ai microHz). Spesso autocostruzione, e non ho mai avuto un apparato che non sia stato modificato fino all’osso. Poi è arrivata la SDR, e allora SoftRock, e poi ricevitori a campionamento diretto, eccetera. Di questi mi sono strainnamorato, perchè dopo tanti anni (e decine di RX diversi, sono arriavto a possedere 32 differenti ricevitori HF, di ogni marca possibile (Collins, Racal, Rohde&Schwarz, Eddystone, Redifon, Marconi, Drake, Rockwell…, tutti accuratemante provati e soppesati) mi sono convinto che l’unica possibile via di miglioramento delle prestazioni di un ricevitore era l’avvento dell’SDR. Allora mi sono messo a fare conferenze in giro (Modena tante volte, Pordenone, Susa, Mondovì, eccetera) per cercare di spiegare alla gente la tecnica, i miglioramenti, gli scopi, i vantaggi della nuova tecnica. Beh, credo non ci sia categoria più attaccata di chi fa DX al vecchiume e alle manopole, e più ignorante dei reali aspetti tecnici degli apparati che usano. Della reale performance (espressa in numeri!) di un apparato non gliene frega nulla, anche perchè non la sanno apprezzare. Per cui è giusto e sacrosanto che continuino a spendere fior di soldoni per gli ultimi giocattoli giapponesi o americani pieni di lucine, manopole, e funzioni che non useranno mai. Gli anni passano, io mi sono stufato.
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Per l’astronomia, invece, mi sa che farò un post anche qui con gli aggiornamenti sull’attività solare e magari qualche immagine. Anche perchè queste ultime mi danno parecchie soddisfazioni, come un DX.
Poi, se vuoi venire a prendere un caffè, sei assolutemente il benvenuto - in un’ora e mezza sei qui e ti faccio vedere cosa combino, oltre all’ADS-B c’è molto di più…
Posso sapere cosa pensa il mio zio preferito di questa storia (ocio, non sono riuscito ancora a trovare il bandolo della matassa, tra commenti, smentite FAA e articoli divulgativi, ma le slide dovrebbero essere il punto di partenza)
Marco, lasciami dire che in generale il radioamatore è una razza che tende poco a fare gruppo e confrontarsi/condividere le conoscenze. Mi fa piacere che esistano però eccezioni come te, purtroppo capisco e appoggio la tua allergia…
Dalle mie parti non va molto diversamente…
Il tuo zio preferito non sa cosa pensarne. Devo approfondire un po’. Così a naso mi sembra iperbolica, ci sono diverse cose che non mi tornano. Studio e riferisco.
Per il resto, è vero, per qualche motivo in genere (sempre difficile generalizzare!) i radioamatori hanno qualche problema di socializzazione. Esempio tipico, infallibile: telefonata in ufficio.
“Salve sono un radioamatore, vorrei…”
Buongiorno, lei è il sig.?
“Ma tanto non mi conosce”
Sì, ma sa com’è, a me piace sapere con chi parlo.
“Mario” (nome a piacere)
Sig. Mario, il suo papà le ha anche dato un cognome?
“Ah, sì, Rossi”
Giuro, è successo ancora ieri. A quel punto siamo sicuri a cinque sigma, è lui, il radioamatore tipo
Micahel, mi son letto un pò di roba. Ugh, è plausibile, e alcuni punti mi hanno fatto venir freddo. Però manca un pezzo alle affermazioni dei soliti hackers: credo che non si possa riprogrammare la parte radio dello smartphone per trasmettere sulle frequenze ACARS o ADS-B, per cui lo smartphone può magari contenere il programma, ma poi ci va una radio, che potrebbe essere l’USRP di Ettus (vecchia conoscenza). Ci va parecchio know-how, molto software, e un target debole. Ma è plausibile… effettivamente tutto il sistema è ben poco protetto, essendo stato concepito prima che esistessero internet, smartphones, radio SDR e hackers interessati.
Però, anche con tutto questo non è che “prendi i comandi dell’aereo”. Al massimo cambi i dati nel flight director (che è gravissimo), oppure simuli un conflict di TCAS e obblighi il sistema a deviare, ma non puoi togliere il controllo ai piloti. AFAIK, naturalmente. Ma potresti causare degli interessanti mal di pancia ai piloti ed ai controllori di volo.
Ci sono in commercio dei cellulari con trasmettirore radio (oltre a quello per la connessione alla rete cellulare ovviamente) ma se non ricordo male era tarato sulle frequenze FM… si facevano degli scherzetti niente male
Ricordo sicuramente un Nokia (N78) ma sono sicuro anche di altri…
E’ tutta un’altra cosa, qui si parla di VHF in banda stretta (ACARS) e di UHF a impulsi (ADS-B). Non penso proprio che sia possibile, mentre è quasi banale con un transceiver SDR, ci sono le primitive software per implementare anche questi modi.
La mancanza di sicurezza del protocollo (anzi, dei protocolli ACARS e ADS-B) era ben nota. E non credo si possa fare nulla in fretta, l’evoluzione dei sistemi di comunicazione in avionica è lenta a causa dei costi e della base di apparati installati. In fondo per la fonia VHF (e anche per l’ILS) si usa ancora la modulazione di ampiezza, e il sistema è rimasto così dagli anni '40 del secolo scorso. Il sistema dei trasponders deriva dall’IFF americano della guerra, e deve restare compatibile con tutto quello che è arrivato dopo, DME, TACAN, ADS-B. E via di questo passo. Gli apparati in giro sono vecchi, questi trasponder King KT78 ha ancora, come tanti, lo stadio di potenza a valvole. Fa parte della mia collezione, la radio sotto è uno storico, fantastico RCA AR-88 usato dagli inglesi nel '43-'45 per intercettare le comunicazioni radio nemiche.