Cerchiamo di tornare in topic e di fare un discorso più interessante di una guerra tra religioni, perché intanto da lì non ne usciamo
Quando parli di una missione spaziale che dà da mangiare agli astronauti con un ECLSS biorigenerativo, non la puoi paragonare ad un vegetariano/vegano a terra, per molti motivi.
Innanzitutto, perché per necessità, la variabilità dei vegetali coltivati è enormemente inferiore a quello che possiamo trovare al supermercato. Stiamo parlando di piante che devono essere coltivabili per via idroponica o aeroponica, devono richiedere meno “manutenzione” possibile e devono avere una resa di nutrienti in paragone al materiale di scarto più alta possibile. Questo perché l’obiettivo è sempre lo stesso: ridurre la massa lanciata da Terra e ottimizzare il tempo dell’astronauta.
Se l’astronauta va su Marte ma poi deve passare metà del suo tempo a fare il contadino, la missione dovrà durare il doppio del tempo.
Se coltiva una pianta che ha un sacco di prodotti di scarto, poi dovrò aggiungere al sistema qualche altro sottosistema che ricicla quei prodotti di scarto, oppure dovrò buttare quei prodotti di scarto, così riducendo il livello di “chiusura” del ciclo.
Se poi quella pianta richiede 100 litri d’acqua per metro quadrato al giorno, allora dovrò sviluppare un sistema di irrigazione e di riciclo dell’acqua che possa gestire quantità del genere.
E se ogni pianta diversa richiede temperature e umidità di uin certo tipo, allora dovrò sviluppare tante serre diverse, ognuna con un’atmosfera controllata.
E qui mi fermo, ma ci sono mille altri fattori da considerare…
Insomma, la selezione della dieta in una missione spaziale che si basa su un ECLSS biorigenerativo non è qualcosa che si può liquidare facilmente. Ci sono fior fior di studi, di test, di sistemi in via di sviluppo, che testano tutto il sistema nel suo insieme, ovvero l’astronauta, la sua dieta più variabile e più completa possibile, e tutti i sottosistemi che ci stanno intorno. Il tutto regolato in base alla durata della missione (una missione di 2 anni avrà soluzioni diverse rispetto a una missione di 10 anni).
Per la cronaca, secondo calcoli che ho fatto qualche anno fa quando su queste cose ci lavoravo, fino a circa 5 anni di missione conviene ancora portarsi il cibo da casa e basarsi solo su un ECLSS fisico/chimico. Il biorigenerativo comincia a convenire dai 5 anni in su. Il che significa che le “sortie” missions per Marte in stile Mark Watney non avranno niente del genere. Il povero Mark si è trovato a coltivare patate solo perché era bloccato su Marte…