Apollo 11: quaranta anni fa un sogno (parte 6)

Docking

Le manovre di riaggancio fra “Eagle” e Columbia si sono svolte secondo i programmi previsti, posizionando il LM in modo d’evitare la luce diretta del Sole nell’oblò d’attracco.
Al momento d’effettuazione del docking si instautra un “gimbal block” e il LM compie una improvvisa rotazione. La pronta attivazione dei comandi d’assetto riporta il Modulo in assetto e la manovra si può compiere.

Dopo il trasferimento dei membri dell’equipaggio e dei campioni nel CSM, lo stadio d’ascesa è stato rilasciato al tempo 130:09:31.2 ad una altitudine di 114,08 Km; Eagle resterà in orbita lunare per un periodo indeterminato.
Il Modulo di Comando “Columbia” è stato preparato per l’accensione del motore in modi d’avviare la fase “transearth”
Una seconda manovra è stata effettuata a 130:30:01.0 un’accensione dei motori da portato l’obita lunare a 100 Km d’altitudine

La seconda accensione del motore del SM è stata effettuata al tempo di missione 135:23:42.28 ad una altitudine di 97.04 Km.
Al tempo di missine 135:26:13.69 dopo 30 orbite attorno la Luna, per un totale di 59 ore, 30 minuti e 25 secondi, il CSM si immette in traiettoria di rientro alla velocità di dopo 30 orbite lunari duratura 59 ore e 30 minuti 25,79 secondi, a una velocità di 9424.53 Kmh.

Fase di rientro verso la Terra

Come nel tragitto verso la Luna, anche la fase transearth ha necessitato di una sola correzione di volo a metà tragitto; al tempo 150:29:57.4 si è effettuata una accensione di 10,0 secondi con spinta complessiva di 5,26 Kmh
Anche in tale fase del viaggio si è effettuato il controllo termico passivo “roll”, della navicella spaziale.

Al tempo di missione 155:36 è stata condotta una trasmissione televisiva della duarata di 18 minuti in cui gli astronauti hanno mostrato gli effetti dell’assenza di peso sui prodotti alimentari e sull’acqua, brevi riprese dai finestrini della Luna e la Terra. Verso il termine della trasmissione ciascun membro dell’equipaggio di Apollo 11 ha formulato un messaggio di stima e ringraziamento a tutte le persone che hanno contribuito a rendere possibile la missione.

Rientro e recupero

A causa delle intemperie previste nel settore di recupero, tale area è stata spostata di 298,17 Km.
In tale area il tempo è eccellente con visibilità 22 Km, altezza massima delle onde di 3 metri e vento con velocità di 16 nodi.

Il modulo di servizio è stato rilasciato al tempo 194:49:12.7.
Il CM ha seguito un profilo di ingresso automatico.
Il modulo di comando, al tempo di missione 195:03:05.7 a una velocità di 39715.39 Kmh inizia il rientro negli strati alti dell’atmosfera.
Il percorso di rientro dalla luna è durato 59 ore 36 minuti 52,0 secondi.

Il sistema di paracadute si apre nella sequenza prestabilita e “Columbia” effettua lo splashdown nell’Oceano Pacifico alle ore 16:50:35 CET (12:50:35 CEST) del 24 luglio.
La missione e durata complessivamente 195:18:35.
Il punto d’impatto è avvenuto a 3,14 Km dal punto previsto dai calcoli e a 24,07 Km dalla nave recupero USS Hornet.
Il sito dello splashdown è stato stimato a 13,30° di latitudine nord e 169,15° di longitudine ovest.

Dopo splashdown, il CM è rimasto capovolto, colla punta immersa nell’acqua 7 minuti 40 secondi quando i palloni a sacco gonfiabili del sistema ne hanno consentito la regolare posizione di galleggiamento.

L’Equipaggio indossa gli indumenti d’isolamento biologico e finalmente può essere recuperato dal personale della Hornet.
Il personale si è preventivamente isolato da eventuali germi lunari cospargendo le tute subacquee con una soluzione iodata.
Recuperati poi da un elicottero sono giunti sulla portaerei 63 minuti dopo splashdown.
Il CM è stato recuperato 125 minuti più tardi.
Il peso finale del “Columbia” è di 4,93 T; la stima della distanza percorsa per la missione è di 828743 km.

L’equipaggio, il personale medico e tecnico di recupero, insieme con i campioni lunari, è entrato nel Sistema Mobile di Qaurantena.