Ok, non chiamiamola Apollo 8, chiamiamola missione orbit-first, anche perché questo è il suo vero nome. Non ho i riferimenti a portata di mano, ma prometto di linkarli domani mattina.
I vantaggi di orbit-first sono due, uno economico e uno scientifico. Il primo è chiaro, senza scendere si risparmiano veramente tanti soldi.
Il vantaggio scientifico è la manovrabilità dei rover sulla superficie in tempo reale. Al giorno d’oggi si mandano pochissimi comandi al giorno a Curiosity per evitare di romperlo se succedono imprevisti durante le manovre. Manovrarlo da vicino sarebbe tutta un’altra cosa. Non c’è solo il problema del lag di mezz’ora circa, ma anche la disponibilità del deep space network per le comunicazioni, che non è H24.
E un vantaggio politico pure c’è. Ricordiamoci che i soldi vengono sempre dalle tasse, quindi i cittadini si devono sentire motivati a veder spendere i propri soldi in qualcosa che porta a risultati. Ebbene, di missioni umane su Marte si parla dagli anni 1960, e da allora si fanno sondaggi negli USA per stabilire se c’è consenso a una tale missione. Gli unici anni in cui i favorevoli hanno superato il 50% sono stati quelli a cavallo della missione Sojourner. Un roverino da quattro soldi, valeva la pena fare una missione del genere? Sì. Col senno di poi sì. Da allora c’è stato un supporto politico maggiore a continuare l’esplorazione robotica del pianeta e sono partite tante sonde verso Marte.{{citazione necessaria}}
Orbit-first ha questi vantaggi. È meglio sbarcare subito con la prima missione? Forse sì, forse no, ma potrebbe costare un ordine di grandezza in più.