Astronauti NASA sulla Luna nel 2025

Questa è una cosa che in Slovacchia sanno in molti, era in uno spezzone di una pubblicità di una banca :slightly_smiling_face:
Diceva qualcosa tipo: ci sono cose che pochi sanno, ad esempio che non puoi ruttare nello spazio e che da noi il mutuo… La seconda parte non la ricordo :joy:

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Meno scabroso e’ il tema della doccia. Da un lato e’ probabile che il modo piu’ pratico di lavarsi anche sulla Luna come a zero G sia banalmente con spugnature. Dall’altro, farsi scorrere addosso l’acqua migliorerebbe tanto la qualita’ della vita. Il problema e’ che l’acqua potrebbe non scorrere abbastanza, ma restarti piuttosto attaccata addosso. Anche sulla terra per favorire l’asciugatura del bucato, cha a 1g e’ lenta, lo centrifughiamo a centinaia di g. Ecco, sulla Luna non avremmo neanche quel 1g e quindi probabilmente dovremmo aspettare l’evaporazione o usare tanti tanti asciugamani, solo il grosso dell’acqua scivolerebbe via, ma moltissima ci continuerebbe ad aderire addosso.
Forse pero’ il metodo migliore sarebbero forti getti d’aria, come i lavaggi auto e gli asciugamani rapidi apparsi recentemente nei locali pubblici. Piu’ pratico che metterci in centrifuga (che pero’ potrebbe essere un modo per creare un minimo di gravita’ artificiale).
Non so se ci sono studi e analisi serie in proposito, non mi stupirebbe.

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Meglio il metodo “The Expanse” o "“2001 Odissea nello spazio”, ossia magneti o velcro?

Direi proprio di no. Una forza che attacca la scarpa al suolo non riproduce purtroppo la gravità.

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Docce fatte con aerosol in pressione e conseguente aspirazione dal basso con separazione dei solidi e dei liquidi con una centrifuga è probabilmente tra le opzioni migliori anche per recuperare la massima quantità di acqua possibile senza passare per il recupero dalle salviette.

Un messaggio è stato spostato in un nuovo argomento: Adrian Fartade racconta il ritorno alla Luna

Abbiamo qualche news sul lander di Dynetics. Forse è meglio aspettare febbraio, ma si potrebbe creare un thread a parte per ogni lander.

In ogni caso veniamo a sapere che il lander di Dynetics farà utilizzo di tecniche di rifornimento in orbita di propellenti criogenici e richiederà tre lanci in rapida scuccessione. Sarà una caratteristica così importante che se non venisse portata a termine comprometterebbe la missione. Sarà necessario compiere enormi passi in avanti, in quanto si dovrà passare da tecnologie di laboratorio fino a TRL 10. Il rifornimento in orbita sarà garantito da due lanci extra a bordo di un Vulcan, almeno per la missione iniziale del 2024, trasferendo il propellente dai Centaur al lander. La sfida tecnica più difficile sarà evitare o ridurre il boiloff, ovvero la perdita di materiale criogenico dovuta al riscaldamento: a questo proposito, Dynetics prevede di lanciare dai 14 ai 20 giorni dopo un Vulcan di rifornimento, rendendo di fatto il razzo di ULA più veloce di Atlas V e Delta IV in termini di rateo di lancio. Il vicepresidente di ULA ha affermato che l’azienda sta predisponendo tutte le strutture necessarie a Cape per supportare questa cadenza di lancio.

Ovviamente il rifornimento in orbita verrà testato prima senza equipaggio a bordo e solo dopo aver passato tutti i test, i membri potranno salire a bordo alla volta della Luna.

Nel lungo termine il propellente per il lander verrà anche da altre fonti: il lander potrebbe essere un cliente per futuri depositi di propellenti commerciali intorno alla Luna o si potrebbe utilizzare il propellente creato dall’estrazione di ghiaccio sulla superficie lunare, consentendo nuovi tipi di missione, come spostarsi su altre parti del satellite per raggiungere alcuni obiettivi scientifici chiave.

Il mockup presentato durante un webinair di settembre non è quello che verrà effettivmante realizzato, ma è un prototipo in continua fase di evoluzione che serve per permettere agli astronauti di conoscerlo e imparare ad usarlo. È stato anche annunciato che l’azienda ha raggiunto alcune milestone del contratto con NASA, seguita a ruota dal National Team guidato da Blue Origin.

Fonte: Spacenews - In orbit refueling for Dynetics’ lander.

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Questa cosa, che io ricordi, non è ancora mai stata eseguita con successo nello spazio.
L’esperimento dimostratore era RRM3, ma ha fallito nel 2019. La pagina non è più stata aggiornata, quindi non so se poi hai avuto successo. (Il link in fondo all’articolo del 2020 è in realtà un errore, l’evento linkato è del 2018):
https://nexis.gsfc.nasa.gov/RRM3.html

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Non è mai stato fatto con successo, ma è quello che va fatto (ed è fattibile).
Certo questo rende sempre più chimerica la data del 2024, ma da qui passa il futuro dell’esplorazione spaziale.
Tra l’altro le techniche di rifornimento, non solo in orbita, ma anche nello spazio profondo, sono, a mio avviso, le uniche che possano rendere praticabile una missione umana su Marte riducendo drasticamente i tempi di transito Marte - Terra e viceversa.
Ma questo è un concetto che ho già espresso in un altro thread :grin: :grin:

3 lanci per far atterrare il lander?
Certo, questo lo rende riutilizzabile, ma e’ veramente cosi vsntaggioso?

Altri elementi che mi rendono perplesso sul progetto Dynetics.

Tenete conto che il costo dei lanci e’ calato e potrebbe calare ancora, mentre il costo del payload e dei veicoli orbitali no (con la notevole eccezione dei satelliti Starlink, ma per altri motivi). In generale il carico rappresenta e rappresentera’ sempre di piu’ la parte preponderante del costo delle missioni, consumabili e propellenti a parte. Quindi riutilizzare un lander, anche se questo comporta tanti lanci per rifornirlo di consumabili, potrebbe convenire… a conticini fatti.

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I dubbi del Congresso non svaniscono, il piano della NASA non è (ancora) convincente e manca di molti dettagli:

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Ad oggi, questi sono gli stati ad aver firmato gli Artemis Accords (che comunque non significa che parteciperanno al programma Artemis, anche se ne è il preludio):

  • Australia
  • Canada
  • Italia
  • Giappone
  • Lussemburgo
  • Emirati Arabi Uniti
  • Regno Unito
  • Stati Uniti d’America

https://www.nasa.gov/press-release/nasa-international-partners-advance-cooperation-with-first-signings-of-artemis-accords

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Come riassunto da @Soltasto, il video annuncio proprio del Regno Unito, che svilupperà i moduli abitativi e di servizio del Gateway. Il finanziamento iniziale è di 16 milioni di sterline.

Il video della firma da parte degli 8 Paesi aderenti.

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Magari parteciperà allo sviluppo, ma non credo siano in grado di farlo da soli, soprattutto con quel budget.

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Concordo, anche perché credo proprio che la fabbricazione e fornitura di quei moduli sia il pezzo forte che l’Italia ha da mettere sul piatto…
Per mettere le cose in prospettiva, il contributo dell’UK al bilancio ESA, da solo, vale circa 464 milioni di Euro (ancorché spalmati su 4 anni), mentre quello italiano 665.
Staremo a vedere a piani ben definiti…

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Ho riportato pari pari quello che si dice nel tweet e nel video. Il finanziamento è un primo passo verso un piano più grande. Vedremo a conti fatti come sarà.

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Svilupperà nel senso che ci mette i soldini.
Dal punto di vista del Know-How il raggruppamento europeo Astrium/TAS-I praticamente non ha rivali.

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Questo è un argomento che nei circoli degli “scettici” di Tesla (#TSLAQ su Twitter) circola già da alcuni mesi, in particolare sostengono che Musk passi informazioni riservate al governo cinese in cambio di un accesso al credito facilitato per Tesla, e portano come argomento a supporto il fatto che la gigafactory cinese è stata realizzata senza una joint-venture con un’azienda autoctona, che da quanto so si tratta della prima volta. Mi è sempre sembrata una teoria piuttosto fantasiosa per essere generosi, tuttavia non mi stupisce troppo che con l’attuale aria che tira negli USA nei confronti della Cina sia nata la questione.