…“autonomamente” ??? Significa che l’assistenza umana sulla procedura di rientro è stata nulla o semplicemente al fatto che è stato fatto tutto da remoto ?
Questa in allegato è una cattura del filmato, fatta nel momento in cui l’X37-B è proprio di lato (lo si nota perché le due code sono perfettamente sovrapposte). Credo Jacopo intendesse scrivere che i carrelli centrali sono molto avanzati (praticamente stanno a metà) e quindi il peso deve essere sbilanciato in avanti verso il muso.
Sul muso non saprei, ma nulla di così pesante, piuttosto è la parte posteriore che è presumibilmente leggera, essendo i serbatoi, posizionati in quella zona, vuoti … In ogni caso non mi pare una distribuzione dei pesi particolarmente anomala, soprattutto considerando l’architettura alare e la distribuzione dei pesi…
…in ogni caso sorprende il grado di automatizzazione raggiunto (già 25 anni fa). Si preme un tasto da terra e un dispositivo deorbita centrando l’atterraggio su una pista e tutto senza alcuna correzione manuale. Non so voi ma io trovo la cosa piuttosto stupefacente.
Immagino la complessità del software e dei meccanismi di retroazione implementati…
Credo che la parte più difficile sia quella finale del volo, per la variabilità di venti e condizioni meteo; il deorbit burn è relativamente semplice, una questione di tempi, posizione, durata e vettore della spinta. La generazione attuale di aerei di linea potrebbe farlo di routine usando i dati GPS/GNSS e ILS. Non lo si fa per motivi di sicurezza, ma ogni volta che atterri in CAT III ci si va molto vicino - vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Instrument_landing_system
Tra parentesi, quando ho letto la notizia del rientro totalmente automatico mi sono immaginato Susan Helms che mandava il comando di rientro: “Fido, cuccia!”
Questo per via del suo ruolo e di un aneddoto che hanno raccontato (credo Bob Crippen) alla sua Induction Ceremony, l’anno scorso.
Pare che la giovane Helms non fosse nota per il suo atletismo, solo che quando fu ammessa a Colorado Springs cambio decisamente marcia.
Tornata a casa in licenza, disse: “vado a correre col cane…”
La madre e le sorelle, che non erano ancora a conoscenza del cambiamento, sghignazzarono gia’ immaginandosi il cane che riportava la Helms a casa di peso.
Rimasero invece stupite quando successe l’opposto, dato che la Helms, avendo un passo troppo veloce, aveva sfiancato il povero cane, ed era stata costretta a riportarlo a casa in braccio.
Ho scoperto dopo che i cani, essendo estremamente gregari, se vedono il capobranco correre si mettono a seguirlo, senza se e e senza ma, ed e’ successo che alcuni siano morti non riuscendo a reggere lo sforzo.