Barbie di Samantha Cristoforetti per la giornata mondiale delle bambine

Il talento da solo non basta. Ho conosciuto tantissimi ragazzi talentuosi che si sono persi perché non avevano voglia di sacrificarsi. E’ famosa la storia di un noto cestista dall’indubbio talento (Kobe Bryant) che alle olimpiadi di Londra 2012 si svegliò alle 4 del mattino per iniziare una sessione d’allenamento personale che doveva durare 75 minuti. Alle 5:15 l’allenatore che lo seguiva andò a riposare qualche ora prima della riunione con il resto della squadra alle 11 e lasciò Bryant a fare ancora qualche tiro a canestro. Quando l’allenatore rientrò in palestra alle 11, Bryant era ancora lì, a provare tiri in sospensione. L’allenatore gli chiese “Scusa, a che ora hai finito prima?”. Risposta di Bryant: “Adesso, proprio adesso, volevo arrivare a 800 canestri realizzati, quindi ho finito adesso”. La metafora di questo racconto è che non basta solo talento e fortuna, ci vuole anche impegno e dedizione senza i quali non si va da nessuna parte.
Scusate il lungo Off Topic che nulla c’entra con la Barbie di Samantha Cristoforetti.

Per come lo percepisco io, credo che il messaggio di base sia semplice ed efficace.
In una società che da almeno un millennio ha relegato le donne in regole sociali, professionali, politici, sessuali, etiche e morali generalmente più restrittive rispetto agli uomini, e a volte molto più restrittive, con questa bambola si mostra come una donna possa essere vestita e vivere le stesse “avventure” spaziali, o meglio percorrere la stessa carriera dei suoi colleghi uomini.

Samantha è diventata astronauta, per come dice lei nel suo libro, ovviamente perché ha vinto la “lotteria” genetica ed è nata con un corpo particolarmente sano e privo di quei (minusoli) difetti che le avrebbero precluso una carriera in aeronautica prima e nello spazio poi, ma principalmente è perché lo ha sognato, desiderato e ci ha lavorato duro, durissimo, e perchè grazie all’evolversi della società Samantha come altre sue colleghe non ha ricevuto questo genere di lettera.

Quindi il messaggio secondo me è “non fatevi ingabbiare in ruoli predeterminati da convenzioni sociali”. Poi certo che se una persona nasce con qualsiasi lieve disturbo che nulla toglierebbero alla capacità di diventare un/a novello/a Einstein ma ne impedirebbero l’idoneità al volo, su un caccia non ci si può sedere nemmeno se lavora superdurissimo.
E infatti non credo che il “puoi fare tutto quello che vuoi” si debba interpretare nel senso che le donne devono aspettarsi, e hanno il diritto di avere, la massima libertà di scelta.

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In un video di 1 minuto e 55 secondi non si può dire molto di più di “puoi essere tutto quello che vuoi” e “ci vuole un pizzico di fortuna”.

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Verissimo, mi pareva utile sottolineare che quella frase andasse presa cum grano salis (ma non c’era bisogno che lo dicessi io: era ovvio) e l’articolo che ho condiviso con voi mi sembrava un’interessante riflessione sul tema.
In effetti, come dice @marcozambi, il significato di “puoi essere ciò che vuoi”, in questo contesto voleva significare soltanto: “non fatevi ingabbiare in ruoli predeterminati da convenzioni sociali”. Su questo, pienamente d’accordo!

Pensavo di regalarla a mia figlia di 4 anni appena sarà disponibile o almeno quando scoprirò dove acquistarla. Per ora ho trovato solo Barbie Astronauta e Barbie Ingegnere Aerospaziale.
Il problema è che mia figlia la farebbe “volare” nel vero senso della parola…

E chissá che non ci riesca :slight_smile:

Samantha chiarisce il suo pensiero sul ruolo delle capacità personali e della fortuna:

https://twitter.com/AstroSamantha/status/1052269111022166016

https://twitter.com/AstroSamantha/status/1052269428690300928

PS l’unica, vera, inimitabile, handmade Barbie Cristoforetti è questa :grinning:

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