Navigando tra i vari siti di modellismo ho trovato una chicca molto interessante; il modello della GEMINI “B” in scala 1/72.
Il modello è proposto dalla ditta ANIGRAND, mai sentiuta fino ad ora, e dall’unica foto allegata si può ben notare che il modello è composto da ben 19 pezzi completamente in resina.
Devo dire che, l’unica foto non dà molto l’idea di come sia il dettaglio del modello comunque sia, ho subito provveduto al suo acquisto con paypal.
Il costo non è eccessivi, solo $38 dollari più le relative spese di spedizioni.
Qui di seguito allego le due foto tratte dalla pagina di presentazione del modello in questione. Provvederò a dare maggiori dettagli quando riceverò il modello.
Anticipo che sempre la stessa ditta stà mettendo in commercio i seguenti modelli, tutti in scala 1/144:
Non direi proprio che è un furto! Tieni presente che la resina ha il suo bel costo e poi , dietro alla realizzazione di ogni modello, c’è un lavoro non da poco , per realizzare il master, ma sopratutto un lavoro certosino per arricchirlo di particolari.
Da modellista, che alcune volte realizza modelli autocostruiti, ti posso assicurare che il lavoro che c’è da fare è davvero notevole.
Forse quelle davvero eccessive sono le spese di spedizioni , ma li è lo stato che le impone.
Dovresti provare a ritornare a frequentare i negozi di modellismo, poi mi potrai dire gli altri prezzi a confronto.
Lo so che a prima vista sembrerebbe molto, ma bisogna tenere conto che si tratta di un modello in resina, costruito da una ditta probabilmente quasi artigianale, che occupa un settore di nicchia per appassionati, con pochi modelli a tiratura relativamente limitata.
Le fabbriche di modelli in grande serie possono permettersi di abbassare i prezzi perchè hanno diffusione e tirature assolutamente diverse, con modelli in plastica dedicati ai “soliti” F-14, F-15, Bf-109 (aerei che mi piacciono moltissimo, ma che si vendono ormai in tutte le salse).
La resina poi è un materiale particolarmente difficile, io per il momento ho rinunciato a lavorarla, sopratutto dopo aver confrontato le mie stuccature con quelle di Topopesto…
Allora devo essere contento che la “modellite” mi sia passata :?: :!:
(non che non abbia trovato altri modi per “sperperare” somme ingiustificate ai piu’… )
Prima aspetto che mi arrivi la GEMINI “B” e dopo aver guardato le rifiniture e il resto, deciderò se ne vale la pena fare altri acquisti presso questa ditta.
Per quanto riguarda il Buran, dato che anche la RSM è in procinto di sfornare lo stesso modello, voglio vedere la differenza di prezzo. Opterò per quello meno costoso!
Non sò tu che altri interessi hai comunque, da parte mia, il modellismo completa la mia passione astronautica che già sfocia in libri, DVD, computer ecc…, insomma astronautica a 360°.
Il modello è senza dubbio quello della Gemini-B del MOL,
ma vedo che il sito lo denomina " McDonnell Blue Gemini",facendo una certa confusione.
La Blue Gemini era un programma antecedente al MOL,risalente agli inizi del 1963.
Si trattava di una normale capsula Gemini (possibilmente con paraglider) con le insegne dell’USAF.
Uno dei principali obiettivi del programma era l’abbordaggio,l’ispezione ed eventualmente la neutralizzazione di satelliti “non cooperanti”.
Vero è che il programma doveva poi portare al laboratorio orbitale M.O.D.S. antenato del MOL.
Sul programma Blue Gemini si veda: http://www.thespacereview.com/article/582/1
Carmelo ha ragione, il modello si riferisce alla Blue Gemini e non alla Gemini B.
La differenza balza subito all’occhio per due motivi fondamentali:
La Gemini B non atterrava (con un’ala di Rogallo) ma ammarava (come una normale Gemini) quindi non hanno senso i pattini d’atterraggio presenti nel modello.
Il modulo orbitale, ossia la parte più posteriore della Gemini, non presenta il tunnel di connessione al MOL (presente, ovviamente, nella Gemini B) quanto il normale “arrangiamento” di serbatoi e celle a combustibile (reperibili nelle Gemini normali a partire dalla 7 in poi).
L’Ekranoplano è una via di mezzo fra un aeroplano e un aliscafo (più il primo però). Si tratta di un veicolo che sfrutta l’“effetto suolo” per spostarsi.
I sovietici sono quelli che hanno maturato più esperienza in materia, grazie agli studi introduttivi di Roberto Bartini, ingegnere giuliano nato austriaco, naturalizzato italiano dopo la Grande Guerra e fuggito in URSS con l’avvento del fascismo (e che come tanti suoi coetanei, fuggì dalle prigioni fasciste in Italia per finire dei Gulag di Stalin).
Ti propongo due link che riassumono meglio di me il concetto di ekranoplano e suo ispiratore.
Ora che mi hai esaurientemente risposto, mi ricordo di aver visto alcune foto di questi strani velivoli, solo che non mi ricordavo come si chiamassero!
Dopo una lunga attesa è finalmente arrivato il modello . Vi allego, qui di seguito, alcune foto del soggetto in questione per meglio valutare . Non ho ancora avuto modo di confrontarlo con le informazioni in mio possesso però, così a colpo d’occhio, non mi sembra proprio una GEMINI “B”.
L’unica cosa certa, confrontandola con la capsula GEMINI della RSM, posso dire che come particolari e qualità di materiale è sicuramente migliore questa della ANIGRAND . Particolari molto più curati, finezza dei particolari e una migliore scomposizione. I soldi spesi li vale tutti!
Iniziando un’analisi del contenuto della scatola, si può tranquillamente dire che non c’è ombra di istruzioni; Il foglio presente, spacciato per istruzioni, è solo un insieme di foto che mostrano come verrà, una volta completato, il modello nel suo insieme. Oltre questo, c’è un sintetico resoconto della sua storia.
Sorvolando su questo, per il resto si può dire che il tutto è stato ben diviso e protetto in un’unico sacchetto sigillato.
Ho fatto i dovuti controli e posso dire, in assoluta certezza, che non ha niente a che vedere. Rappresenta la “classica” Gemini, però bisogna far notare che, per la sua scala di riduzione è davvero un piccolo gioiello!
Visto l’errore madornale fatto dalla ditta, ho approfittato dell’occasione pe rinviale una e-mail e far presente dell’errore da loro fatto; Oltre questo ne ho approfittato per inviarle disegni e alcune informazioni in merito alla GEMINI “B”, speriamo che provvedano presto a rimediare e commercializzare il modello corretto.
Procedo con il postare altre foto che mostrano i vari elementi che costituiscono la capsula.
Le foto postate mostarno la capsula su tutti i suoi lati; come si può ben notare riproduce la versione che era munita di pattini per l’atterraggio.
I particolari esterni sono davvero sublimi e internamente è possibile riprodurre la cabina con poltrone e strumentazione. Onde evitare lunghi lavori , anche viste le dimensioni, io provvederò a chiudere il tutto e non realizzare gli interni.
Dato che già posseggo la medesima capsula, sia in 1/48 che 1/24, provvederò su quest’ultima a realizare degli interni perfetti, cercando di fare un lavoro certosino.
Topopesto,stavo pensando,
non sarebbe storicamente più esatto decorare questa capsula con le insegne della NASA anzichè dell’USAF?
Più che una Gemini-B,mi sembra una splendida riproduzione di una Gemini NASA equipaggiata con paraglider per il rientro a terra (Queste missioni avrebbero dovuto svolgersi nel 1966,ma come sappiamo a causa di ritardi e problemi vari questo tipo di rientro fu eliminato).
Invece il Gemini-B,staccatosi dal MOL sarebbe rientrato in mare con uno splashdown.
Certo,la tua capsula potrebbe essere una “Blue Gemini” (programma militare che avrebbe visto insieme ai voli Gemini “civili” anche voli misti NASA-USAF,e voli “All USAF”;
e nel 1963,quando si inizò a parlare della cosa,il paraglider sul Gemini era ancora previsto).