Cassini pronta a sfiorare Titano

Nel corso di questo weekend la sonda Cassini effettuera’ il suo passaggio piu’ ravvicinato alla superficie del satellite di Saturno, portandosi a circa 880 km di altezza, ovvero 70 in meno rispetto al record precedente.

Il tuffo, evidentemente, espone il vascello alle turbolenze dell’atmosfera, e per questo la traiettoria e’ stata accuratamente simulata e programmata. Inoltre i getti direzionali saranno mantenuti in funzione durante tutto il flyby, per aumentare la stabilita’ del volo.
Per una singolare e fortunata coincidenza, l’angolo d’attacco piu’ sicuro per l’ingresso in atmosfera e’ in pratica perfetto per mantenere l’antenna ad alto guadagno di Cassini puntata verso la Terra, e questo consentira’ di tracciare il sorvolo praticamente in tempo reale (con le ovvie restrizioni dovute alla velocita’ della luce, s’intende).

Questo avvicinamento cosi’ rischioso e’ fondamentale perche’ consentira’ di portare la sonda al di sotto della ionosfera di Titano, in modo da permettere ai suoi strumenti di determinare se la luna di Saturno possieda o meno un proprio campo magnetico. La ionosfera, infatti, scherma gli effetti del campo magnetico di Saturno, nel quale Titano e’ immersa.

Se effettivamente verra’ riscontrata la presenza di un campo magnetico, per quanto piccolo, cio’ implichera’ una delle seguenti condizioni:

  1. L’interno di Titano possiede energia sufficiente da generare un effetto dinamo e quindi un campo magnetico (proprio come avviene sulla Terra con la circolazione di materiali conduttori all’interno di un nucleo fuso)
  2. Il nucleo di Titano e’ “freddo”, e non puo’ generare un effetto dinamo, ma la sua crosta e’ magnetizzata, come lo e’ quella di Marte. In questo caso occorrera’ capire come sia potuta avvenire la magnetizzazione.
  3. Qualcosa al di sotto della superficie di Titano e’ stato caricato temporaneamente dal campo magnetico di Saturno. La ionosfera, infatti, funge da scudo solo quando Titano si trova esposta alla luce del sole. Quando la luna e’ oscurata dal suo primario, le linee del campo magnetico di Saturno possono raggiungerne la superficie. Un campo magnetico temporaneo potrebbe formarsi in presenza di uno strato conduttore (come un oceano) sulla superficie del satellite, o subito al di sotto di essa.

fonte: JPL; foto: NASA/JPL


Sarà il fly-by numero 71 di Titano. Visto che l’interesse per questa luna è enorme, e giustificatissimo, non capisco perché non si sia già cominciato a pensare concretamente ad una missione che preveda un orbiter di questo satellite. I dati che potrebbe acquisire sarebbero almeno di un ordine di grandezza superiori a quelli della magnifica Cassini.

Oltre all’orbiter sarebbe bene mandare anche un lander, alimentato da un proprio generatore simile al rover Curiosity, oppure simile alla sonda Phoenix, sempre alimentata da un generatore interno, dato che l’atmosfera di Titano scherma i raggi del sole.

Secondo voi è fattibile una simile impresa?

70 :wink:

Ti conviene tenere “d’orecchio” i prossimi numeri di Astronauticast :slight_smile:

concordo: Titano (ed Europa) sono sicuramente tra i corpi celesti più interessanti del sistema solare.

Pongo una domanda sicuramente ingenua e della quale conosco già la prevedibile risposta: Cassini non dispone di sufficiente spinta e propellente per collocarsi permanentemente in orbita attorno a Titano?

Cosa può esserci d’altro ad avere causato la magnetizzazione globale della costa se non un campo magnetico planetario esistito nel passato?

Mi aspettavo questa osservazione. Molti infatti non tengono conto del fly-by del 2 luglio 2004, il giorno dopo l’inserzione in orbita.

Beh neanche il team della sonda al JPL :wink:

Mi fa piacere vedere come i miei messaggi trovino sempre ampio riscontro su questo forum. :nerd:

Onestamente non avevo visto la domanda.

La risposta è non credo. Sarebbe un cambio di orbita sostanziale, molto costoso in termini di propellenti per compiersi in termini ragionevoli.
Inoltre mantenere un’orbita stabile intorno ad un satellite di Saturno richiede numerose correzioni a causa dell’influenza del pianeta.

No, nemmeno loro. Il conteggio che porta il totale a 70 comincia con il fly-by del 26 ottobre 2004, che ha portato la sonda a 1.200 km da Titano. Quello del 2 luglio ha visto la Cassini passare a 339.000 km dal satellite e viene considerato il primo fly-by di Titano. Tutti i successivi hanno visto la sonda passare a meno di 5.000 km, cioè il limite per cui si comincia a parlare di close fly-by. Evidentemente al JPL si è deciso di considerare “solo” i close fly-by non conteggiando più quel lontano passaggio “ravvicinato”, che rimane a tutti gli effetti un fly-by.

Per buona pace di tutti possiamo dire che questo sarà il close fly-by numero 70.

Allora anche io in questo momento sono in fly by di Titano…

Grazie alla Cassini si può dire che siamo tutti (e frequentemente) vicini a Titano.

È in corso di studio la missione NASA/ESA TSSM (Titan Saturn System Mission) che prevede un orbiter che si immetterà nell’orbita di Saturno e poi di Titano, un lander e una mongolfiera per studiare al suolo e in atmosfera proprio Titano.
Per ora è stata data la priorità ad altre missioni (EJSM su tutte), quindi si parla di lancio dopo il 2020 (se siamo fortunati e non viene cancellata) :frowning: