Anche quest’anno sono sopravvissuto (colesterolo a parte) ai bagordi di Natale, anche perché ho cercato di farne il meno possibile…
Dunque per quanto riguarda la possibilità di lanciare una qualsivoglia capsula con l’Ariane 5 anche a me vengono i brividi, ma per altri motivi. L’Ariane 5 (al momento) è uno dei vettori con la peggiore affidabilità della storia, il che non significa che non possa essere qualificato per lanciare equipaggi (anzi tuttaltro) ma che la strada è ancora molto lunga (del resto anche l’Atlas aveva avuto un inizio disastroso) e sopratutto (qui sono daccordo col Zambi) non passa assolutamente per gli americani!
D’altra parte i due vettori proposti dalla NASA per il programma Exploration sono sicuri solo sulla carta, la loro sicurezza reale è tutta da dimostrare visto che fanno affidamento su componenti del programma Shuttle che in passato non sempre si sono dimostrati affidabili (la lista è lunga si comincia con gli SRB e si finisce all’ET, ed anche gli stessi SSME non sono per niente esenti da critiche).
L’ho detto in passato e mi sembra giusto doverlo ribadire non sono per niente d’accordo con l’approccio proposto dalla NASA (ma stiamo parlando sempre della stessa NASA?? Quella “mitica” dei voli Gemini ed Apollo?? Mah…) che si basa su uno scenario che definire farsesco è oggettivamente poco.
Trovo veramente deplorevole e truffaldino uno scenario in cui per perseguire SOLO un fine politico si ricicla ciò che si ha in casa (praticamente la tecnologia dello Shuttle che è vecchia di 30-35 anni) con un’approccio (l’EOR) che era stato scartato già nel 1963, riesumando il progetto di base dell’Apollo (giusto un pò più ingrandita) che aveva già dimostrato il suo scarso o nullo potenziale di crescita negli anni '60.
E’ vergognoso che la NASA dopo tutti questi anni di splendide illustrazioni di veicoli spaziali innovativi (ripenso a tutto quello che ho visto a partire dagli anni '80 in poi) se ne venga fuori con questa bella trovata.
Ma non è giusto sparare a zero sulla NASA “sic et simpliciter” l’Agenzia fa quello che gli viene richiesto (tornare sulla Luna per dimostrare che nonostante tutto - a cominciare dalla debaclé in Irak - siamo sempre e comunque i più forti) con i pochi soldi che ha a disposizione.
E sì perché in apparenza il budget sembra tanto, solo per scoprire che in realtà si tratta della cifra che la NASA avrebbe prevedibilmente ricevuto per far continuare a volare lo Shuttle nei prossimi dieci anni…
Per andare DAVVERO sulla Luna (senza parlare di Marte) servono molti ma molti più soldi (“grana poca lassù non si gioca”).
Pienamente d’accordo. Sia su Ariane 5 che sulla ennesima “sola” dell’EOR
Carmelo,
la diatriba EOR/LOR era in gran parte legata all’architettura generale di una missione lunare.
In particolare, l’approccio EOR che si prevedeva era legato ad un “direct return” dalla Luna, con la conseguenza che la capsula Apollo doveva atterrare sulla luna per intero (csm+lem) portandosi appresso la relativa, gigantesca, scorta di carburante.
Pertanto il lancio di un vettore di classe Saturn non sarebbe stato sufficente per portare in orbita l’enorme massa derivante dall’approccio EOR/Direct Return, ma si sarebbe reso necessario lo sviluppo di un razzo nuovo, ancora più imponente, di classe Nova.
A quel punto spuntò un caparbio ingegnere di nome Hoboult, che proponenedo (in maniera rocambolesca) l’azzardo del LOR, consentì di sviluppare il sistema Apollo/Saturn nel rispetto dei tempi e di masse più ridotte.
Se non ricordo male l’idea di far atterrare l’intera capsula Apollo sulla luna (che era il concetto originale,e prevedeva non un Saturno V,ma un razzo NOVA)era comunque distinta dall’altra ipotesi EOR,che invece prevedeva un rendez vous tra l’Apollo ed il modulo lunare usando due Saturn 1B.La prima ipotesi venne scartata perchè,oltre alle altre difficoltà facilmente intuibili il NOVA non sarebbe stato disponibile fino all’inizio degli anni 70,cioè dopo il limite posto dal Presidente Kennedy.La seconda ipotesi,che aveva molti sostenitori,richiedeva comunque parecchio tempo (ricordiamo che nel 1963 le tecniche di rendez vous e docking erano ancora un incognita) “The demise of direct ascent led to a scrupulous evaluation of the second option: Earth-orbit rendezvous. The main idea of EOR was to launch two pieces into space independently using advanced Saturn rockets that were then in development; have the two pieces rendezvous and dock in Earth orbit; assemble, fuel, and detach a lunar mission vehicle from the modules that had joined up; and then proceed with that bolstered ship, exactly as in the direct flight mode, to the moon and back to Earth orbit. The advantage of EOR was that it required a pair of less powerful rockets that were already nearing the end of their development”. http://oea.larc.nasa.gov/PAIS/Rendezvous.html
Tornando al CEV consideriamo anche un altra cosa.Sia il CEV che il LSAM sono veicoli molto più grandi della capsula Apollo e del LEM.Neanche un Saturno V potrebbe lanciarli insieme .L’approccio LOR è pertanto impossibile.Non comprendo pertando perchè mai l’ EOR dovrebbe essere una “sola”.Un architettura complessa con un veicolo di atterraggio lunare riutilizzabile è allo stato dei fatti ugualmente impraticabile.In primo luogo richiederebbe uno space shuttle in piena efficenza e senza quei limiti operazionali (derivati dalle tragedie del Challenger e del Columbia)che stanno conducendo il programma STS alla sua fine.In secondo luogo non sono certo che la ISS (e sicuramente non l’attuale ISS) possa svolgere l’indispensabile servizio logistico per una navetta lunare.In terzo luogo,anche potendo disporre di Shuttle e stazione un architettura basata su un moon ferry sarebbe notevolmente più costosa del CEV/LSAM,D’accordo,alla lunga forse i costi si ripagherebbero,ma ricordate che si diceva la stessa cosa anche per lo Shuttle.Se si vuol tornare sulla luna nell’attuale situazione la strada praticabile è quella dell’EOR,CEV/LSAM.Se poi la luna non ci interessa e vogliamo rimanere in orbita bassa il discorso ovviamente cambia.
Non comprendo pertando perchè mai l' EOR dovrebbe essere una "sola".
Come ho gia’ scritto, l’attuale architettura non permette davvero delle missioni molto piu’ lunghe degli Apollo a latitudini non equatoriali ne’ polari. In caso di emergenza il modulo lunare (o quello orbitante) dovrebbe effettuare delle manovre assai costose dal punto di vista del carburante per permettere un rendezvous e il ritorno. Quindi si dovrebbe portare apposta (parecchio) carburante solo per questa evenienza.
Per questo motivo l’architettura con rendezvous in orbita lunare permette delle missioni di lunga durata solo in regioni vicine all’equatore o al polo (dove c’e’ un’opportunita’ di decollo in emergenza ad ogni orbita del modulo orbitante).
Per missioni di lunga durata a tutte le altre latitudini l’unico approccio sensato e’ il volo diretto, che pero’ richiede un modulo lunare ben piu’ massiccio
Veramente da ciò che si legge le missioni lunari del CEV dovrebbero essere ben più lunghe di quelle dell’Apollo (da quattro giorni ad una settimana fino a quattordici giorni sulla superficie,e si parla anche di permanenze più lunghe grazie ad un secondo LSAM-truck lanciato senza equipaggio,ed a un rifugio lunare gonfiabile).In ogni caso credo che l’unica critica sensata all’architettura EOR (a proposito,quale alternativa?)sia piuttosto questa:“Two boosters need to be launched for each mission. And they are not identical boosters as in von Braun’s Apollo 1.0 EOR plan. The HLV and CLV are very different boosters with different components. They will require two separate launch prep teams at the Cape, separate bays in the VAB, separate mobile launch platforms, and probably separate pads”. “The hardware employed in these 1.5 launches adds up to about double that used in a Shuttle launch: 6 SSMEs instead of 3, 14 SRB segments instead of 8, at least 4 smaller cryogenic engines. The effort at KSC required for each moon mission will be roughly equivalent to preparing and launching two Shuttles simultaneously. Any defect found in either booster will lead to a delay in both launches. Considering the frequent delays and mission cancellations that have occurred in the Shuttle program, it seems unlikely that lunar missions could be launched on any kind of regular schedule”.Si tratta di problemi che non vanno sottovalutati,e costituiscono una vera sfida,Tuttavia un architettura LOR è impossibile con veicoli di questa stazza,il LSAM è un troppo grande (anche perchè trasporta molto materiale e molto carburante)per essere lanciato con lo stesso vettore del CEV.Inoltre un vettore “Heavy capability” è necessario per le future missioni su marte e per il lancio di grandi oggetti in orbita.Se si vuole tornare sulla luna entro i prossimi dieci anni non ci sono alternative.Per un “ferry lunare” oggi manca 1-uno Shuttle che abbia le caratteristiche richieste,2-una stazione spaziale capace di supportare missioni di questo genere.3-i fondi per un programma notevolmente più costoso del CEV/LSAM.
innanzitutto è necessario fare una precisazione, qui non si parla tanto di “ritorno” alla Luna (e non lo dico solo io ma anche Bush Jr.) quanto di tornare per restarci.
Preso così com’è (e qui sono d’accordo con Paolo, Marco ed altri) l’attuale approccio della NASA all’Exploration non consente di stabilire una base permanente sulla Luna. E’ vero che consente di restare sulla Luna più delle missioni Apollo (e ci mancherebbe pure, visto che sono passati 40 anni) ma non consente, almeno a me pare, di stabilire una catena logistica dalla Terra alla Luna e viceversa.
Di per se l’approccio EOR non avrebbe niente di sbagliato se fosse basato sull’uso della ISS come “stazione di scambio” e supporto logistico. E’ sbagliato se lo si ripropone così come voleva Von Braun nel 1961-63.
Lo so che risulto molto critico nei confronti della NASA, è perché ho la convinzione che sarebbe possibile avere uno scenario realistico di esplorazione e permanenza sulla Luna basato su un concetto diverso di “cicli di trasporto” con una serie di veicoli specializzati ognuno per fare il proprio lavoro (trasporto LEO, Lunar Ferry da LEO a L1, trasporto lunare da L1 alla superfice lunare, trasporti logistici, ecc.).
Naturalmente questi veicoli devono condividere la stessa tecnologia (seppure in forme diverse), e possono anche “riciclare” tecnologie precedenti (come quelle dello Shuttle). Ma perché il progresso sia tale bisogna appunto progredire, non riutilizzare pedissequamente (così come è per il piano NASA) solo ed esclusivamente per risparmiare…
Io penso ci siano due scenari possibili per il CEV.Il primo è la cancellazione del programma lunare (e marziano),ed il "declassamento del CEV a “orbiter space plane” per la ISS.Le versioni cargo per la stazione non saranno pronte prima del 2014,e la NASA dovrebbe uscire dall ISS nel 2016;è dunque ovvio che i CEV-cargo voleranno soltanto se il futuro Presidente degli Stati Uniti cancellerà il ritorno alla luna e rilancerà a lungo termine la partecipazione USA alla ISS.Il secondo scenario,che ritengo più probabile,è un ridimensionamento (nel vero senso del termine) del CEV/LSAM.Il CEV appare troppo grande.La capsula Apollo poteva trasportare tre uomini fino alla luna e (teoricamente) sei uomini ad una stazione spaziale.Se oggi Apollo venisse ridisegnata lo spazio interno sarebbe di parecchio più grande a causa dei progressi tecnologici che consentono di eliminare i giganteschi pannelli di controllo analogici,sostituendoli con pannelli piatti.Il CEV porta quattro uomini fino alla luna,e sei alla ISS (la versione a dieci posti è soltanto una possibilità teorica).Mi sembra assai probabile che nei prossimi mesi assisteremo ad un ridimensionamento della capsula,e forse del LSAM (magari l’equipaggio lunare passerà da quattro a tre,più che sufficente se si pensa che tutti gli astronauti scenderanno sulla superficie).Un ridimensionamento del CEV consentirebbe anche lo stoccaggio ,nello stadio superiore del razzo CLV di un modulo orbitale (tipo modulo di aggancio dell ASTP) dotato di airlock e braccio meccanico per missioni in LEO (il modulo potrebbe poi essere lasciato in orbita per future missioni,come è previsto per quello dello Shenzoù Cinese).Non c’è alcun dubbio che “che sarebbe possibile avere uno scenario realistico di esplorazione e permanenza sulla Luna basato su un concetto diverso di “cicli di trasporto” con una serie di veicoli specializzati ognuno per fare il proprio lavoro (trasporto LEO, Lunar Ferry da LEO a L1, trasporto lunare da L1 alla superfice lunare, trasporti logistici, ecc.)”,ma oggi (discorso finanziamenti a parte)purtroppo mancano due dei tasselli necessari ad una simile architettura:uno Space Shuttle pienamente operazionale,una stazione spaziale costruita pensando anche per questo scopo (la ISS non è adatta,e in ogni caso non sarà mai interamente completata,figuriamoci se può essere implementata).
Innanzitutto, per favore, non definiamo il CEV come “Orbital Space Plane” perché di aerospazioplano non ha niente!! Si tratta di una capsula semiportante con un risicatissimo L/D ratio (in supersonico) di 0,3.
Se gli americani stanno già pensando a come ridimensionare il progetto allora è sicuro che sulla Luna non ci torneranno mai. Se già le capacità attuali di CEV/LSAM appaiono insufficienti ad implementare un qualsivoglia avamposto lunare figuriamoci se poi vengono pure decurtate.
Francamente se gli americani pensano (però di questo non ne ho nessuna evidenza) di poter ridurre il CEV fino ad ottenere una capsula Apollo un pò modernizzata, con quello che gli costa tanto vale che continuano a pagarsi i posti sulle Soyuz.
Per quanto riguarda la ISS al momento non esiste alcuna indicazione del fatto che non sarà completata. I partner internazionali (primi fra tutti l’ESA) stanno facendo molte pressioni presso gli americani affinché completino l’opera rispettando gli accordi presi in passato. Una volta completata la ISS avrebbe sufficiente margine di crescita per accogliere uno (o più) moduli specializzati da utilizzare come supporto logistico ed operativo per il programma Exploration.
La ISS è stata concepita con un criterio di tipo modulare proprio per far fronte a tali evenienze, un ruolo attivo della ISS nell’ambito di Exploration ridarebbe dignità e scopo al progetto, dato che la sola motivazione scientifica è sempre apparsa troppo debole per giustificare un’opera così complessa e costosa.
Anche se gli altri stati membri, del progetto ISS, continuano a fare pressioni, condivido nell’idea che la ISS non verrà mai completata come da disegno originale.
Ne è un esempio lampante il fatto che è ormai anni che si chiede di aumentare il numero degli astronauti permanenti, ma non si viene a capo di niente.
La NASA farà sempre e solo quello che vuole.
Se gli altri stati associati avessero avuto sotto un po di p… , avrebbero dato un ultimatum alla NASA.
Scaduto l’ultimatum , distaccandosi dal progetto, si sarebbero trovati sul gobbo dei moduli e relative spese, ma avrebbero messo in seri problemi la NASDA con la sua ISS.
Innanzitutto, per favore, non definiamo il CEV come “Orbital Space Plane” perché di aerospazioplano non ha niente!! Si tratta di una capsula semiportante con un risicatissimo L/D ratio (in supersonico) di 0,3.
Concordo con te che di “spaceplane” il CEV non ha nulla,tuttavia io mi riferiro all’ OSP (Orbital Space Plane),il programma precedente al Constellation che prevedeva l’impiego di una capsula “simil Apollo”.Secondo molti osservatori la stazza del CEV è un eredità dell’OSP,perchè un vasto spazio di stoccaggio è necessario per caricare materiale ed apparecchiature da e per la ISS.Ricorderai che dopo la chiusura di programmi come l’X-38 un gruppo di studio composto tra l’altro da ex Astronauti (come John Young e Vance Brand) avevano suggerito di ricostruire semplicemente la capsula Apollo,upgradando l’elettronica,ed usando materiali moderni.Da questa idea nacque la configurazione balastica dell’ l’OSP,di cui il CEV è in qualche modo l’erede.
Anche se gli altri stati membri, del progetto ISS, continuano a fare pressioni, condivido nell'idea che la ISS non verrà mai completata come da disegno originale.
Ne è un esempio lampante il fatto che è ormai anni che si chiede di aumentare il numero degli astronauti permanenti, ma non si viene a capo di niente.
La NASA farà sempre e solo quello che vuole.
Se gli altri stati associati avessero avuto sotto un po di p... , avrebbero dato un ultimatum alla NASA.
Scaduto l'ultimatum , distaccandosi dal progetto, si sarebbero trovati sul gobbo dei moduli e relative spese, ma avrebbero messo in seri problemi la NASDA con la sua ISS.
Si,concordo.La ISS resterà incompleta e la sua capacità operazionale dovrà essere ridimensionata.Purtroppo è troppo "Shuttlecentrica" (se mi passate l'espressione).Quanto al ridimensionamento del CEV,per ora è soltanto un suggerimento che viene più che altro da critici del programma esterni alla NASA).Comunque il fatto di ridurre leggermente la capsula (da tre volte, ad due volte l'apollo) e di inviare sulla luna una squadra composta da tre uomini anzichè quattro non mi pare tutto questo stravolgimento.Comunque ripeto si tratta soltanto di idee di osservatori esterni all'Agenzia.La ISS in qualche modo sarà coinvolta nel programma "exploration":le nuove tute lunari saranno testate sulla stazione.
Ritengo che la ISS verrà completata (magari nel 2011/2012) e che sarà utilizzata dalla NASA anche come base di appoggio orbitale. Non credo che dopo aver speso tutti questi soldi (ricordo che sono gli USA quelli che hanno pagato il costo maggiore per la sua costruzione, non certo l’Europa o la Russia per non parlare degli altri partner) la butteranno a mare.Credo invece che si renderanno conto che la ISS potrà tornare utile anche come appoggio alle missioni lunari, marziane ed agli asteroidi.
Magari dovrà essere implementata ma à certamente meno costoso di doverne costruire una nuova da zero…
Allora siamo in due … Lunga vita e prosperità alla ISS!
E’ ovvio che gli USA e gli stati partecipanti soprattutto vorranno in qualche modo sfruttarla questa benedetta stazione … nel 2012 chissà … come saremo messi con lo Shuttle o cos’altro … o magari con qualche altro mezzo “Made By ESA”
Se hanno lasciato a Terra dei Saturn 5, dei LEM e delle capsule apollo, compreso uno Skylab, vuoi che non facciano la stessa cosa per i moduli della ISS?
Dunque giusto per rispondere a Topopesto, non è che gli altri stati non abbiano le cosidette p…e, ma è che (come dice Maxi) gli USA nel progetto della ISS sostengono l’80% netto dei costi. Di conseguenza hanno tutto il potere decisionale di questo mondo, senza considerare il fatto (oggettivo) che gran parte dei moduli ancora da lanciare dipendono fisicamente dallo Shuttle per la loro messa in orbita.
D’altra parte se è vero che in passato gli USA (e non solo loro) hanno lasciato un sacco di hardware inutilizzato a terra, è pure vero che non possono proprio non tenere in conto delle altre nazioni (non fosse altro che per un problema squisitamente politico).
Quanto al cosidetto OSP è un progetto abbandonato da tempo, ed è pur vero che può essere inteso come precursore dell’attuale CEV “Constellation” ma continua l’equivoco sul fatto che anche in quel caso si era partiti con l’idea di una (mini)navetta e si era finiti con una capsula a forza di tagli.
Vorrei essere chiaro: personalmente non ho niente contro le capsule (e del resto sono un autentico estimatore delle Soyuz), va benissimo anche avere una capsula che faccia serva le operazioni in LEO (anche se le capsule sono molto penalizzanti in fase di rientro, sia per l’alto numero di g imposto all’equipaggio, sia per l’indeterminazione del punto di atterraggio/ammaraggio). Magari l’ESA avesse perseguito questa strada a suo tempo… al posto dei soldi sperperati per l’Hermes (e credetemi sono stati davvero sperperati) avremmo potuto avere in servizio qualcosa di non troppo dissimile dal CEV, magari lanciata da un vettore molto affidabile quale era l’Ariane 4 (che come prestazioni non era lontanissimo dal Lunga Marcia C2F utilizzato per lanciare le Shenzou).
Ciò che critico è la riproposizione “sic et simpliciter” del progetto Apollo (con tanto di Super Lem).
Inoltre credo che una nazione volta al progresso come gli USA dovrebbe sempre e comunque “guardare avanti” e non tornare indietro (anche da un punto di vista tecnologico) l’eccessivo guardare al passato è sempre segno di decadenza, ma questo è un altro discorso…
come dice Archipeppe,è proprio questo l’errore della NASA.
Tutto è stato puntato sullo Shuttle perchè gli Americani volevano fare vedere che la loro navetta era super.
Questo è stato l’errore perchè, basandosi su un solo veivolo, se succede qualcosa tutto si blocca.
All’inizio del programma di collaborazione, per la ISS, la Russia aveva proposto l’utilizzo del missile Energhia , per il lancio dei moduli .
Sarebbe stata una buona soluzione, perchè avrebbe portato in orbita un carico superiore e giunto nelle vicinanze della ISS, gli astronauti residenti avrebbero provveduto a collocarli nei vari posti.
Avrebbero dovuto usare lo Shuttle per portare in orbita gli astronauti e le varie missioni logistiche.
Nel qualcaso uno dei due vettori avesse avuto problemi, ci sarebbe stato l’altro a proseguire il lavoro.
Ora con il CEV è la medesima cosa.
Se dovesse andare male qualcosa, nel vettore adibito al lancio dell?EDS, le missioni sulla Luna verrebbero bloccate
Bisogna usare il CEV solo come capsula di collegamento tra la Terra e la ISS.
Per la Luna, bisogna studiare una versione tipo ATV, che funzioni solo nello spazio, ma che venga riusato varie volte.
Topopesto,
sviluppare due veicoli HLLV, seppure condivisibile in un contesto di “backup” in caso di guasto e/o problemi vari, è economicamente insostenibile per gli USA.
Certo, si potrebbe chiedere una mano ai russi, con Proton o Energia, ma ricorda che l’astronautica è un enorme voce del bilancio industriale high tech USA, per cui vi sarà sempre una pregiudiziale rispetto all’acquisto di servizi di lancio all’estero.
La NASA si è trovata costretta ad acquistare voli sulla Soyuz, e questo, più di ogni altra cosa, a mio personale parere è il miglior “termometro” della sfiducia che ormai l’agenzia a stelle e strisce nutre nell’affidabilità complessiva del sistema STS.
Non dimentichiamo inoltre, che la recente acquisizione di alcuni passaggi sulle Soyuz da parte degli USA, è dovuta passare per gli scranni di parlamento e senato americani non solo per la questione economica, ma anche perché gli USA hanno varato una legge (“Iran non proliferation act” del 2000) che impedisce alla NASA l’acquisto di servizi ed hardware dalla Russia perchè i russi stanno aiutando l’Iran nella costruzione di centrali nucleari, e, secondo gli americani, questi impianti sarebbero facilmente convertibili in impianti per la costruzione di armi nucleari da parte iraniana.
Percui il Congresso USA ha dovuto varare una legge apposita nel Novembre 2005, che permettesse per il 2006 l’accordo coi russi per i viaggi con la Soyuz.
Ad ogni modo, per gli americani, lavorare coi russi è sempre difficile… :?