Chandrayaan-1 e l'acqua lunare

La prima missione indiana sulla Luna venne lanciata il 22 ottobre 2008 con gli obbiettivi principali di scovare tracce di acqua e di eseguire una mappatura chimico mineralogica della Luna. Per adempiere a queste consegne, la sonda Chandrayaan-1 venne allestita con una serie di strumentazioni scientifiche adatte: il Moon Impact Probe (MIP), e l’Hyper-Spectral Imager (HySI) di costruzione ISRO (Indian Space Research Organisation), e il Moon Mineralogy Mapper (M3) con il Miniature Synthetic Aperture Radar (Mini-SAR) forniti dalla NASA. Questi strumenti hanno raccolto dati giudicati di qualità eccellente, con l’M3 che ha coperto il 97 % della superficie lunare, e con anche gli altri strumenti che ne hanno coperta oltre il 90 % .

Le elaborazioni recentemente eseguite sui dati dell’M3 (Moon Mineralogy Mapper) hanno chiaramente indicato la presenza di molecole di acqua sulla superficie lunare, nelle regioni che si estendono dai poli lunari, fino ad una latitudine di 60 gradi. E’ stata riscontrata anche la presenza di ossidrile, una molecola composta da un atomo di ossigeno e da uno di idrogeno. La conferma della presenza di molecole di acqua e di ossidrile nelle regioni polari fa sorgere ulteriori quesiti riguardo alle loro origini, e ai loro effetti sulla mineralogia della Luna. L’M3 misura l’intensità della luce solare riflessa dalla superficie lunare, alle lunghezze d’onda infrarosse, discriminando le frequenze spettrali provenienti dalla superficie selenica, con risoluzione tale da rilevarne i dettagli della sua composizione, fino a una profondità di alcuni millimetri. Lo strumento indiano HySI, che copre le lunghezze d’onda della regione compresa fra gli 0,4 e gli 0,9 micron, ha fornito dati addizionali che hanno permesso una migliore comprensione della composizione mineralogica della superficie lunare.

Come detto, gli scienziati, dopo dettagliate analisi, hanno scoperto tracce di ossidrile (OH) ed acqua (H20) nei pressi delle regioni polari. Essi hanno concluso inoltre che queste molecole sono incluse nelle rocce e nei composti chimici in concentrazioni dell’ordine dei 700 ppm. L’acqua e l’idrossile potrebbero provenire dagli impatti cometari, e molto probabilmente anche dall’idrogeno a bassa energia trasportato dalla radiazione solare, che interagendo con i minerali della superficie lunare ricchi di ossigeno (ossidi metallici) ha portato alla formazione di acqua ed ossidrile.

Dopo queste scoperte, il team scientifico ha ricontrollato i dati della sonda della NASA Deep Impact, lanciata nel 2005, che aveva a bordo uno strumento simile al Moon Mineralogy Mapper (M3). Deep Impact, ora denominata EPOXI ha osservato la Luna nel periodo compreso fra il 2 ed il 9 Giugno 2009. Questo, assieme ad alcuni test di laboratorio intrapresi su alcuni campioni provenienti dalle missioni Apollo, hanno confermato che i rilievi di Chandrayaan-1 erano genuini, e che anche nella superficie di questi campioni lunari è stata trovata traccia di acqua ed ossidrile. Le osservazioni dello strumento M3 sono state ulteriormente comprovate dai risultati ottenuti dall’analisi dei dati archiviati dell’osservazione lunare eseguita nel 1999 dalla sonda della NASA Cassini durante il suo viaggio verso Saturno. Anche questo set di dati ha rivelato i segni inequivocabili di assorbimenti nelle lunghezze d’onda corrispondenti all’acqua ed all’ossidrile.

I dati d raccolti da Chandrayaan-1 sono ancora sotto esame. Ora resta da stabilire il ruolo che l’acqua lunare potrebbe aver avuto nella storia mineralogica e, potenzialmente, biologica del nostro satellite naturale.

Il titolo: “How the Moon produces its own water” è veramente da far sobbalzare!

http://www.esa.int/esaSC/SEM8TBYRA0G_index_0.html