Che succede all'Astronautica?

Lo Shuttle è agli sgoccioli e per chi, come me, ha visto viaggiare per anni questa fenomenale macchina non può seguire impassibile il suo pensionamento.
La notizia di oggi è che è stato confermato il giorno di lancio per l’Atlantis, in seguito alla Flight Readiness Review, la riunione dei vertici del programma Shuttle per la verifica delle condizioni in cui si trova la navetta, la Stazione e tutte le infrastrutture.
Questa è una buona notizia che mette ulteriore tristezza verso un sistema di trasporto fenomenale, “azzoppato” da due incidenti che potevano essere evitati con un poco di fretta e superficialità in meno. Di fatto il pensionamento dello Space Shuttle giunge ora che l’affidabilità e la sicurezza di questi camion spaziali sta raggiungendo il massimo livello.
Peccato.
Se ci pensavano prima ora non saremmo qui a piangere sul latte versato e su tutto il latte che non potremo più gustare.

Contemporaneamente con l’ultimo discorso di Obama, proprio al Kennedy Space Center, abbiamo scoperto che il programma “erede” (notate le virgolette) delle navette, vale a dire il Constellation, dopo essere stato dato per defunto, rispunta fuori con il recupero della capsula Orion come scialuppa di salvataggio per la ISS. Nello stesso momento Obama ha parlato di un finanziamento extra di quaranta milioni di dollari per i lavoratori della Space Coast, senza specificare come verrà utilizzato.
Comunque, Presidente, se avanzasse un milioncino, lo mandi pure all’associazione ISAA che sappiamo cosa farne: si garantirà anche una cronaca costante di tutte le attività della NASA direttamente nel Bel Paese.
Ci faccia un pensierino…

Scherzi a parte, ultimamente abbiamo avuto una serie di problemi che hanno coinvolto l’intero pianeta astronautico, problemi che hanno fatto da degno contorno a questo vuoto che si percepisce in casa NASA.

È di ieri la notizia di un problema segnalato da Intelsat che avrebbe perso il controllo del satellite Galaxy 15 costruito dalla Orbital Sciences. E fin qui dispiace, ma la cosa più ridicola è che in realtà il Galaxy 15 sta ancora funzionando solo che non riceve più i comandi di guida. Il risultato è che continua a fare il suo lavoro, con tutti i transponder attivi, ma si sta spostando verso un altro slot e per la precisione verso il satellite AMC-11.
Quale sarà il risultato? Galaxy 15 inizierà a interferire con le trasmissioni di AMC-11 causandone l’impossibilità all’uso. In questo modo con un solo guasto andrebbero fuori uso due satelliti. Bingo! Ma a quel punto inizia il divertimento. In base ai calcoli, il 23 maggio avremo l’oscuramento di AMC-11, ma Galaxy 15 continuerà a spostarsi passando il 13 luglio nella zona del Galaxy 13, il 30 luglio su Galaxy 14 e a metà agosto andrà a rompere le scatole a Galaxy 18. Se tutto andrà come dovrebbe, il Galaxy 15 finirà quindi nel “cimitero” dei 105 gradi ovest dove ci sono già oltre 160 satelliti zombi e dove dovrebbe terminare la sua catena di disastri, ma si spera di riuscire a spegnerlo prima. Comunque alcuni tentativi eseguiti fra ieri e oggi non sono andati a buon fine. Ricordate i Ghostbusters? Incrociare i flussi non è buona cosa…

Ritornando sulla Space Coast, troviamo sulla rampa 41 della Cape Canaveral Air Force Base un nuovissimo vettore, il vanto della SpaceX, azienda privata fondata da Elon Musk che spera di entrare alla grande nel mercato del trasporto spaziale. Le ambizioni sono alte: il vettore leggero Falcon 1 che ha eseguito già alcuni lanci (con esiti inizialmente non incoraggianti) e il vettore pesante Falcon 9, attualmente pronto per la missione test.
O meglio, quasi pronto. Ha appena subito altri due rinvii del primo lancio inaugurale a causa delle perplessità degli ufficiali di controllo della base riguardo il Flight Termination System, il sistema di autodistruzione del veicolo se il test non andasse a buon fine e SpaceX perdesse il controllo del vettore. Il primo tentativo era programmato per il 29 novembre scorso e via via si è rimandato al 9 febbraio, 3 marzo, 8 marzo, 26 aprile, 8 maggio, 11 maggio ed ora 16 maggio (ma si parla di 23 maggio o addirittura metà giugno).
Per carità, è il veicolo del futuro, ma sarebbe anche bello vederlo volare…

Ma i problemi che affliggono l’occidente spaziale hanno contagiato anche altre parti del globo, infatti il primo lancio commerciale eseguito quest’anno dall’agenzia indiana ISRO doveva collaudare un nuovo stadio a propellenti liquidi, ma a causa di una perdita di pressione nel motore, il vettore PSLV ha pensato bene di deviare la sua rotta e invece di salire nello spazio esterno ha preferito una bella nuotata in mare. Si sa che i satelliti non gradiscono l’acqua e quindi quel carico sarà difficilmente recuperabile.

Ma anche l’Europa ha poco da ridere. Il primo lancio da eseguire quest’anno per l’Ariane 5 era già stato programmato ad aprile, quindi decisamente avanti nell’anno. Intanto il lancio inaugurale di Vega, il nuovissimo vettore leggero a tre stadi per piccoli carichi sviluppato da Arianespace ha subito anch’esso un ritardo e manca ancora una data ufficiale per il primo lancio. Esattamente come il suo fratello maggiore Ariane, ulteriormente ritardato a data da destinarsi. Certo, meglio così che mandare i satelliti ai pesci…

E se pensate che sia finita qui, non vi ricordate del primo lancio del Minotaur IV? Quello che ha portato ad alta quota l’HTV-2? Certo, il vettore ha funzionato, ma l’HTV si è dissolto nel nulla 9 minuti dopo il lancio. Così anche per i militari ci sono delle belle gatte da pelare. Come dicevano i vecchi: Se Atene piange, Sparta non ride.

A noi appassionati rimane una sensazione di disfatta, soprattutto per quelli sulla quarantina che hanno “subito” un fuoco di fila di promesse e grandi speranze tutte puntualmente disattese: nel 2010 niente auto volanti, voli di linea con l’orbita e missioni umane sui satelliti di Giove, ma un vuoto che potremmo definire spaziale…

Per riuscire a vedere le grandi missioni umane?
Un solo augurio: Lunga Vita e Prosperità…

Prima d’intraprendere anche solo il progetto di una missione spaziale, sarebbe bene chiedere il parere ad un astrologo. Gli antichi facevano così…

Mi associo alla nutrita schieradi di quelli sulla “quarantina” …

Analisi impeccabile, Luigi… :clap:
Accidenti! Pure io sono vicinissimo alla quarantina!!! :cry:

Sono d’accordo con te Luigi, ma vorrei smorzare i toni eccessivamente pessimisitici.
Tutto quello che scrivi è vero e sembra di essere tornati al fosco periodo del 1986, almeno per l’Astronautica Occidentale, quando a valle dell’incidente del Challenger l’America resto’ “a piedi” per cosi’ dire a causa di incidenti analoghi a Titan e Delta.

Ma esiste un’altra “metà del cielo” rappresentata dall’Oriente, rievocando proprio quel 1986 cosi’ duro per gli americani nello stesso momento i russi mettevano in orbita il nucleo della Mir. Allora come oggi i russi, e da poco anche i cinesi, continuano i loro programmi spaziali senza intoppi e senza indecisioni. E’ vero i russi non hanno ancora individuato bene il successore della Soyuz (sarà il PPTS? Vedremo…) ma possono far conto sul più affidabile sistema spaziale manned di tutti i tempi.

La ISS, oramai completa, gira saldamente sulle nostre teste e lo farà (grazie ad Obama) ancora per molto tempo. E’ vero sono tempi difficili ma cerchiamo sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno e mai mezzo vuoto.

Rubando una citazione ad uno dei miei film preferiti (il mitologico “Frankenstein Jr.” di Mel Brooks) “Potrebbe essere peggio… potrebbe piovere…” :wink:

L’anali è puntuale e non c’è nulla da dire sui dati riportati ma anch’io come Peppe vedrei il bicchiere mezzo pieno…
Ricordo che:
-oltre a ISS, in orbita c’è un certo X-37B
-proprio oggi si testa il LAS di Orion
-come detto il 14 parte la STS-132 in perfetto orario come nemmeno gli aerei riescono
-il Falcon 9 ora sembra in ordine e attende solo lo spazio temporale per essere lanciato (non vorrei dire una cavolata, ora non riesco a verificare) con un mock-up della capsula Dragon (un nuovo mezzo per lo spazio!!!)
-il Minotaur IV ha effettuato con pieno successo il suo primo lancio (il carico ha fallito, ma lui no!)
-ci sono stati un bel po’ di lanci riusciti
-ci sono tanti satelliti che funzionano, anche se uno non va amen, si parla dello 0,0000…%
-il nuovo telescopio spaziale sta prendendo forma

E si potrebbe continuare, io non la vedo così nera! :ok_hand:
Su dai, se ci fasciamo la testa noi appassionati è la fine!
Ragazzi, zaino in spalla e andare avanti!

Solo un appunto a sostegno del bicchiere “mezzo pieno”.
Anche solo parte delle note elencate da Biduum sono presenti nella mia disamina, ma considerate che questa vuole essere una semplice provocazione (spero) garbata, esclusivamente fatta per stimolare le “Chiacchierate astronautiche”.

E’ ovvio che un satellite guasto è uno su millemila, ma è curioso come si stiano “accumulando” questi guai.

Ho preso spunto da Spacevidcast e ho integrato con miei pensieri, ma effettivamente abbiamo una vecchia guardia in panne e l’ultima frontiera aperta ai nuovi protagonisti, in primis i Cinesi.

Ovvio che quando le cose vanno male, la cosa peggiore è tirare i remi in barca: la nave ha bisogno di una spinta, se il vento è contrario si va di bolina, ma si può andare avanti! :wink:

Concordo nel non essere così pessimista, molti dei progetti di cui accenna Luigi sono sperimentali e un parziale fallimento per non parlare dei rinvii sono abbastanza congeniti… non è un dramma… condivido dal punto di vista “sentimentale” l’amarezza per la fine del programma STS… ma oggettivamente non c’erano altre strade. Per tutto il resto direi nulla di nuovo o diverso dal “solito” sotto il Sole.

Assolutamente garbata non ti preoccupare! Non era assolutamente quello il mio appunto! :wink:
Il mio era solo un invito a vedere il bicchiere mezzo pieno e a non lasciarsi andare

D’accordo su tutto, pero’ secondo me il bicchiere e’ molto piu’ vuoto che pieno.

Interessante editoriale. Una bella provocazione che analizza a cuore caldo le vicissitudini dell’astronautica di questi mesi. Conoscendo poi l’autore, è chiaro che il tutto sia visto in un’ottica di scossone positivo e come tale decisamente salutare, specie per noi appassionati che tendiamo alla santificazione di ciò che entra in orbita :slight_smile:

Grazie Monzi per il quadro che hai descritto.

L’amarezza è che, con un inizio come lo Shuttle, capace di assemblare in orbita un oggetto come la ISS, altro vero inizio di colonizzazione spaziale, ora, in pratica, siamo al palo, neanche al punto di partenza.
Esaurito l’input dello Shuttle, se non usciranno allo scoperto nuovi potenti vettori ci ritroveremo in pratica al punto raggiunto dalle Gemini anche se con tecnologia superiore.
Al massimo ci ritroveremo dopo la ISS, con qualcosa di simile allo Skylab o alla MIR.
Speriamo che prima di questo triste futuro ci siano ripensamenti per rimediare in tempo al danno fatto.
Missioni umane? Si possono fare e ci saranno in orbita stabile per molto tempo.
Non che sia un male, vedi ISS, ma manca una visione futura e futuribile di vivere nello spazio permanentemente ampliando e/o costruendo strutture in loco.
La Luna può aspettare, Marte pure, l’umanità no!
Manca la concezione di uscire dalla culla!

La Terra è la culla dell'umanità. Ma chi vuole rimanere per sempre nella culla?" (Costantin E. Tsiolkovski 1857-1935)

Bel pezzo,
romantico, forse un po’ cupo… sicuramente con un pizzico di amarezza, per questa sensazione di generale “rallentamento” delle attività e dell’interesse spaziale. :wink:

il massimo che si è potuto dare nel primo decennio del XXI secolo è quello che si è visto fino ad allora tenendo sempre presente il breve mezzo secolo dall’ inizio della conquista dello spazio e perciò sarebbe logico essere ottimisti, semmai il rammarico potrebbe essere quello di non poter vedere, per ovvi motivi di relativa brevità della vita degli umani, l’ astronautica dei secoli XXII e XXIII.

Magari!
Con un solo lancio di un HLV mandi in orbita una struttura grande quanto la ISS tutta in una volta!

Dipende sempre cosa si intende per HLV… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Condivido l’essere un po`più ottimista, ma apprezzo molto lo stile di questo articolo.
Per quanto riguarda l’ultima parte, io la giro dalla parte di quelli che ancora non hanno passato i trenta: ci rimangono 15 anni di stazione spaziale… dopodichè, per chi ad oggi non ha ancora passato i trenta (mi manca ancora qualche mese :)), ci si ritroverà nei quaranta con che cosa? Ci sarà ancora un volo spaziale umano?
In tutta la questione Obama/spazio, è questo quello che è venuto a mancare di più: l’obiettivo di lungo termine. Che faremo della nostra vita noi professionisti dello spazio una volta che la stazione finisce?

Ecco, questo è il punto psicologico che non comprendo, perché ridurre tutta l’astronautica mondiale (e oggi c’è tanta) al rapporto americocentrico Obama/NASA?

Perchè, quanto meno in Europa, siamo sempre andati dietro agli Americani. È vero che ci sono anche tante altre agenzie spaziali, ma la NASA da sola ha comunque un budget pari a quello di tutte le altre agenzie messe assieme. Pensi davvero che l’ESA metterebbe su un sistema di volo umano senza il supporto degli USA?

Eh già, concordo con Buzz. Per creare le basi di un impegno duraturo ed autonomo dell’europa nello spazio, dal punto di vista umano, servirebbe almeno un accordo tra gli stati che sono maggiori contributori di ESA, ossia Germania, Francia ed Italia, oltre al supporto dell’agenzia stessa. Altrimenti si possono fare tutti i boilerplates che si vogliono, si possono fare studi sull’aerodinamica ipersonica, si possono impostare programmi di derivazione di moduli post ATV, … ma non si arriverà mai al dunque di lanciare uomini da Kourou su una capsula (o uno spazioplano) made in Europe.