comunicare durante il rientro

W FA :beer:

Per quanto riguarda le comunicazioni durante il rientro gli americani effettuarono un pioneristico esperimento durante il volo della Gemini 3 (Grissom, Young).

La Gemini 3 (Molly Brown per la cronaca) era stata modificata con l’aggiunta di un serbatoio di acqua dolce, il cui scopo era quello di spruzzare un spray di goccioline, di un certa grandezza (corrispondenti ad una certa lunghezza d’onda), il cui scopo era quello di consentire il passaggio delle onde radio attraverso il flusso d’aria ionizzata.

L’esperimento fornì risultati molto incoraggianti, sopratutto in presenza di un flusso d’acqua costante ed abbondante, dal momento che le stazioni a terra riuscirono a rilevare i segnali. emessi dalla capsula, sia in banda C che in UHF.
Di seguito un paio di immagini, di fonte NASA/JSC, che illustrano la tecnica “a spruzzo” e la localizzazione delle valvole nella Gemini 3.

Nonostante ciಠla tecnica non fu successivamente implementata, forse per l’aggravio di peso dovuto al serbatoio di acqua, e bisognerà attendere il 1989 con i due satelliti TDRS (EST ed OVEST) per consentire comunicazioni contiune, in band Ku, tra un veicolo spaziale e la Terra durante il rientro nell’atmosfera.

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Ma quindi il rientro viene stabilito anche in funzione della posizione del satellite TDRS??

i satelliti TDRS sono in orbita geostazionaria, quindi in posizione fissa relativamente al punto di atterraggio e ai vari corridoi di rientro.

Ma quante ne sapete?!

Grazie per le preziose “news” (per quanto mi riguarda, naturalmente). Anche io ero fermo al famoso silenzio radio.

Idem anche per me!
Grazie per l’interessantissima discussione! :clap:

ehm…

ma tecnicamente, il sistema dell’antesta “trascinata” sarebbbe fattibile? non garantirebbe un migliore e continuo scambio dati, anche in quei momenti dove il satellite può non esser perfettamente in grado di operare corettamente?

non credo sia cosi semplice la soluzione del cavo. E anche se fosse realizzabile non credo che il gioco valga la candela

Comunque ancora oggi si parla di blackout per lo shuttle, ma si tratta di interruzioni di pochi secondi, mi sembra di ricordare ad esempio che durante i roll reversal il timone di coda può frapporsi fra l’antenna dello shuttle e il satellite.

Vero

Ritengo poco realistico un cavo trascinato in quelle condizioni sopratutto per le imprevedibili perturbazioni aerotermodinamiche che potrebbe indurre nell’Orbiter.

ecco, questo è quello che volevo sapere :ok_hand:

immagino che il cavo verrebbe “schiaffeggiato” dal flusso di plasma.
tuttavia, io proverei ad inserire un piccolo satellite ( magari su una missione dove “avanza” del payload ), da far rientrare autonomamente e vedere che succede.

magari dotandolo di una scatola nera “tosta”, potremmo anche effettuare delle misurazioni interessanti su queste “perturbazioni”, cosa da non sottovalutare, poiche lo studio della dinamica dei plasmi è attualmente molto importante per i futuri reattori a fusione nucleare!!!

…si potrebbe realizzare con “pochi spicci”

In prima pagina ci sono gli allegati (sembrano interessanti ;)) corrotti. Se possibile, si potrebbero sistemare?

Grazie

Non vorrei infrangere una regola del forum riaprendo un topic vecchio di anni o andando OT, ma quanto detto fin’ ora per lo shuttle vale anche per le capsule ‘‘moderne’’ come orion date le sue dimensioni?

Non lo so per certo, ma ad occhio direi di sì.
L’interruzione delle comunicazioni avviene per la ionizzazione dell’aria intorno al veicolo, ovvero perché l’energia dell’onda d’urto nel rientro letteralmente spacca le molecole nell’aria. Questo però avviene davanti al veicolo.

Quindi tenderei a supporre che anche Orion abbia un cono nella parte posteriore in cui non ci sia disturbo delle onde radio, e che quindi possa comunicare con i TDRS che si trovano in geo.

C’erano diversi studi in merito, compresa la valutazione delle frequenze che avrebbero potuto comunque transitare attraverso lo strato ionizzato. Ma non ho visto nulla riguardante le capsule recenti.

E’ una questione di energia. Se l’energia delle onde elettromagnetiche che costituiscono la banda di comunicazione supera quella delle particelle ionizzate, ecco che la comunicazione non si interrompe.

Ecco che proverei con frequenze che sono nell’arco dei raggi X o addirittura dei raggi gamma.

Regards,
The frog

Wow. Dunque… devo ammettere che non ho la piu’ pallida idea di come una comunicazione ai raggi X funzionerebbe. Immagino che data la lunghezza d’onda sia dell’ordine della dimensione delle molecole dell’aria, alcune di queste assorbano completamente l’energia dopo pochissima distanza. I raggi X sono talmente difficili da gestire che non vedo questa soluzione praticabile…

Quando hai provato facci sapere i risultati eh mi raccomando

A proposito di cavi srotolati in fase di rientro mi ricordo Fotino.
In quel lontano 2007 un satellite tentò il rientro dall’orbita srotolando un cavo di 30 km. Questo serviva a farlo rallentare e non fungeva da antenna. Però funzionò quasi perfettamente.