Cygnus CRS-3

Mi ri-scuso per l’OT, ma volevo solo rispondere a Vittorio: con le moderne stampanti 3D questo non è più vero. Già oggi e con stampanti 3D relativamente poco costose è possibile produrre pezzi con tutte le caratteristiche necessarie per essere utilizzati nei vari sistemi meccanici. Come sempre è un trade-off tra convenienza ed utilità (molti pezzi sono più economici ad essere prodotti in maniera tradizionale - e molti di loro lo saranno per un bel po’ - per altri invece può essere già ora più conveniente l’opzione stampante 3D). Vedi ad esempio SpaceX che pensa di usare la stampa 3D per produrre i suoi motori SuperDraco della Dragon V2 (ma, se non ricordo male, componenti stampate in 3D sono già state utilizzate in campo aerospaziale - non mi ricordo assolutamente in quale occasione)

Basta googlare per “additive manufacturing”. Comincia a diventare possibile usarle per la produzione di piccole serie. E c’è un’infinita varietà di stampanti 3D sul mercato - da sotto 1000 euro a centinaia di migliaia, dipende da materiale, tipo di processo, accuratezza e dimensioni. Ah, le vendo anch’io - ma mi fermo qui, se siete interessati please PM, conosco le regole.

Io sono rimasto estremamente INsoddisfatto dalle stampanti 3D in plastica. A Berkeley ne hanno una piuttosto costosa, ma aperta al pubblico, si paga una somma a seconda di quanto materiale si usa.
Ebbene non e’ in grado di stampare filetti, non dico roba molto fine, ma nemmeno roba tipo M48x5… Che io sappia non c’e’ ancora nulla che possa battere gli strumenti tradizionali quali taglio ad acqua, fresatrici CNC a 5+ assi, torni, saldatura TIG etc. Sarei felice di essere smentito…

Alessio, c’è tutto quello che vuoi e come lo vuoi, con una disponibilità elevatissima di tecnologie. I dettagli realizzabili sono dell’ordine del decimo di millimetro, le finiture superficiali possono essere ottime. Le scelte sono talmente tante che ti consiglio vivamente di partecipare a qualche seminario. Certo che con un estrusore a filo non farai mai un filetto M48x0,5 - forse il filetto del tappo della minerale.

scusa un filetto del tappo dell’acqua… dovrebbe essere piu’ piccolo e fine e quindi piu’ difficile da stampare in 3D no?

Tu hai scritto M48x5, credo volessi dire M48x0,5. Un filetto con passo mezzo millimetro non lo stampi, ma la bottiglia dell’acqua ha un passo di alcuni mm. Comunque a Valenza ci stampano le anime di cera per fondere i pezzi di oreficeria, figurati se non sono accurati e fini :wink:

Sì, scusate, grazie per avermi ricordato POP3D. Come indicava Amoroso, anche ora per POP3D si parla di prototipi da rimandare sulla terra per essere testati, e non ancora di produzione autonoma di componenti con stampanti 3D.

Ormai sulla terra con stampanti 3D si usano un’ampia gamma di materiali, persino con biomateriali per creare tessuti umani!

Una cosa che avevo visto anni fa era la fotocopiatrice 3D, al tempo avevo visto un video di un macchinone enorme che duplicava un utensile con un meccanismo, solo che lo tirava fuori da polveri che non sono molto in tema ISS.

Nessun processo di stampa additivo e’ stato provato in microgravita’ piu’ a lungo di una parabola.
Come si puo’ pensare di renderlo una tecnologia su cui basare la produzione di componenti sulla stazione? Ok l’entusiasmo, ma non lamentiamoci…

D’accordo con Michael, sono cose molto diverse. Però alcuni processi, come la stampa a getto (3D Systems-like) potenzialmente potrebbero funzionare anche in microgravità. Quelli a polimerizzazione di letti di polveri, o superfice di vasca di resina, forse no. Che tecnologia usa POP3D? Non ho tempo/voglia di cercare :wink:

E chi si è lamentato? Mi sto aggiornando sullo stato dei fatti.
Nel video postato precedentemente alla NASA parlano già di un futuro in cui mandare il disegno del componente da stampare anziché mandarlo sù, costruire nello spazio è lo scopo di Made in Space.
Non mi ero accorta che la loro 3D printer è già sù perché l’hanno mandata con SpaceX CRS-4.

Ho trovato un comunicato NASA del 14 ottobre
http://www.nasa.gov/mission_pages/station/research/experiments/1115.html
in cui dicono che le stampanti 3D nello spazio pare che funzionino normalmente, il materiale usato è acrylonitrile butadiene styrene (ABS) thermoplastic resin. IK1ODO, POP3D userà PLA (Polylactic Acid).

Fra l’altro continuerà con Expedition 42, se aggiungiamo l’intervento di Samantha al Maker Faire di Roma le usciranno stampanti 3D dalle orecchie! :slight_smile:

Se stampa PLA o ABS allora è a tecnologia FFF (Fused Filament Fabrication), che scalda ed estrude un filo di polimero. E’ la più semplice, le stampanti che vendo io funzionano così. Sarà interessante da vedere, sulla Terra si estrude dall’alto verso il basso, la gravità aiuta ma l’adesione del filamento estruso dovrebbe essere automatica.

Dimenticavo: http://reprap.org/wiki/Fused_filament_fabrication

Grazie Marco, tu vendi stampanti 3D? Parliamone… :pray:

PS: A sentir ‘PLA’ me ne escono i filamenti dalle orecchie pensando a quando ho aiutato per la raccolta differenziata (PLA va nell’umido!) a Fa’ la cosa giusta, in cui fra l’altro c’era un angolo Green Markers con almeno cinque diversi tipi di stampanti 3D.

Se non erro il piano su cui viene realizzato il pezzo viene abbassato progressivamente. L’adesione e il movimento dovrebbero fare il gioco della gravita’.

Michael, sì, è corretto. O si abbassa il piano, o si alza l’estrusore. Il pezzo aderisce al piano, che può essere preriscaldato per favorire l’adesione iniziale.
A questo punto fatemi fare un pò di pubblicità, io venderò (perchè non c’è ancora, arriva a dicembre questa qui: http://www.vertex3dprinter.eu/#home
E’ interessante perchè completamente open source (RepRap compatibile), e in kit per risparmiare ingombro di spedizione e costi. Per gli oggetti stampabili, vedere ad esempio http://reprap.org/wiki/Printable_part_sources. Ci si può fare un pò di cultura su cosa si può realizzare con stampanti a fusione di filamento.

Chiaro che la qualità non è quella di una tornitura o di uno stampaggio a iniezione. Quella a bordo della ISS dovrebbe dare risultati paragonabili.

Io sto aspettando che un mio collega ripari la sua per stamparmi la mia mascella e i miei ex denti del giudizio :slight_smile:
I materiali devono essere decisamente non tossici, visto che su RepRap ho visto linkata una sezione NSFW :expressionless:

Sono curioso di vedere i test che faranno. Ci saranno dei vantaggi a stampare senza gravita’, no? Ci sono strutture che sono difficilmente realizzabili (archi?) a terra, per ragioni di gravita’?

Stephen Clark del sito Spaceflightnow.com ha ripreso il lancio di Antares per CRS-3 immortalando, oltre all’incidente, la fuga precipitosa degli altri giornalisti che osservavano il decollo

http://www.youtube.com/watch?v=IclTka711xo#ws

Che giornalisti fifoni… eppure erano abbastanza distanti, e fuori dalla traiettoria.

Michael, esistono le stampanti per materiali biocompatibili, se vuoi farti la mascella nuova :wink:
In generale sono materiali non tossici. Il PLA è un polimero dell’acido lattico, e credo ci facciano i sacchetti biodegradabili per la spesa. Non è solubile, ma se lo porti a 60-80 °C lo diventa, ed è attaccato dai batteri del suolo; a temperatura ambiente è lucido e cristallino. L’altra alternativa è l’ABS (copolimero acrilonitrile-butadiene-stirene), più resistente alla temperatura e non biodegradabile.
I vantaggi… non saprei. In ogni caso per stampare dei vuoti devi fare strutture di sostegno che poi vengono rimosse. Durante la stampa il pezzo è comunque soggetto a forze e vibrazioni, quindi devi ancorarlo. Non mi viene in mente una tecnica per stampare sottosquadri o archi che funzioni meglio in microgravità, ma non sono così esperto.

Fra l’altro scappavano dove? Nella tenda? :smiley:

Il problema non è solo la tossicità, ma anche l’infiammabilità. E probabilmente entrambe le cose sono diverse durante il processo di stampa e una volta che il pezzo è finito.
Se non ho capito male, la stampante che hanno portato su con Dragon non è standalone, dovrà essere usata dentro la glovebox di MSG. Ma credo che i pezzi finiti, una volta solidificati, possano essere tirati fuori da MSG senza problemi.

POP3D invece dovrebbe essere standalone, ovvero utilizzabile in cabina, perché credo che usi un materiale diverso per la stampa

Ho pensato la stessa cosa :smiley:

C’è un articolo su Aviation Week sull’incidente: http://aviationweek.com/space/orbital-drops-aj-26-after-failure-looking-alternate-launcher-iss
Pare che la turbopompa dell’ossigeno sia esplosa anche nel test allo Stennis a maggio: its oxygen turbopump essentially “came apart,” in the words of William Gerstenmaier
Si parla di alternative motoristiche, tutte russe: RD-193, RD-180, perfino di nuova produzione di NK-33 (da cui deriva l’AJ-26).
Una settimana prima dell’incidente, un editoriale sempre su AWSt diceva testualmente “US needs new rocket engines”. Come dargli torto!