Dare importanza al Censis? Fra università e lavoro

Ciao a tutti vi scrive uno studente intenzionato ad iscriversi alla facoltà di ingegneria aerospaziale, che però conosce poco il mondo universitario e quel poco l’ho letto su questo fantastico forum.

Ho letto diverse discussioni in cui si parla, anche bene, delPoliTo e delPoliMi; in particolare si parlava dei loro diversi agganci con il mondo del lavoro e la partecipazione a svariati progetti.

Sapreste darmi delle informazioni in più anche sugli atenei di Napoli (Federico II) e Roma (La Sapienza)? Anche loro sono ben agganciate a queste agenzie? Lo chiedo perché geograficamente sono più vicino a loro rispetto ad un Milano o Torino.

E poi queste connessioni fra università e lavoro sono rilevanti anche nel primo triennio?

Inoltre credete debba dare molta importanza alle classifiche delle università? In particolare mi sembra strano che il Censis ponga le facoltà di ingegneria di Napoli ultime fra le grandi università, mentre http://www.shanghairanking.com/Shanghairanking-Subject-Rankings/aerospace-engineering.html la pone la facoltà di ingegneria aerospaziale di Napoli fra le prime al Mondo, cosa ne pensate?

Grazie in anticipo a tutti coloro che porranno la loro attenzione :smiley:

Per Napoli chiediamo ad @archipeppe.

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Eccomi.

La “Federico II” di Napoli, ha un’ottima facoltà di ingegneria aerospaziale (fondata nientemeno che dal Generale Umberto Nobile, e che ha avuto tra i suoi allievi e docenti personalità del calibro di Luigi Pascale, Luigi Gerardo Napolitano e Rodolfo Monti), la quale - tra l’altro - supporta anche l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli nella formazione dei cadetti.

La “Federico II” dispone anche di una serie di infrastrutture all’avanguardia nel campo della ricerca applicata quali gallerie del vento (sia subsoniche che ipersoniche), laboratori di gasdinamica ed idrodinamica, e supporti avanzati alla didattica.

Dal punto di vista lavorativo le prospettive sono ottime se ti vuoi muovere all’estero (e questo vale un pò per tutti gli Atenei italiani) mentre per il lavoro in Italia bisogna tenere in conto numerosi fattori, senz’altro una tesi applicativa con un supporto dell’industria potrebbe essere un buon “biglietto da visita”.

Onestamente del rapporto Censis non so cosa dire, posso però asserire che la “Federico II” gode di un’ottima reputazione a livello internazionale, cosa che ho avuto modo di constatare personalmente nella mia attività professionale.

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Grazie mille, già che mi trovo vorrei anche chiedervi se per lavorare all’estero, diciamo in Europa ad esempio, so che in America è un po’ più difficile, c’è bisogno di qualche altra cosa, non so serve qualche abilitazione? La laurea italiana vale così com’è anche negli altri stati europei vero?

Guarda che lavorare negli USA, soprattutto se sei qualificato, è molto (ma molto) più semplice che lavorare in Europa (per non parlare dell’Italia).
La cosa maggiormente necessaria è la conoscenza approfondita della lingua inglese che si verifica attraverso il TOEFL (acronimo per Test of English as a Foreign Language) .

La laurea conseguita in Italia viene riconosciuta praticamente ovunque, anche gli States.
Per quanto può sembrare strano non vale il contrario.

Per lo spazio è impossibile lavorare in USA a meno di studiare li in qualche istituto. Questo non è dovuto alle competenze ma alle regole ITAR che sono abbastanza stringenti in materia.
Per l’estero generalmente non c’è bisogno di fare riconoscere il titolo ma se ci fosse è abbastanza standard come procedura. Per l’università scegli quella che è più comoda e valuta anche una triennale in Italia ed un master degree all’estero magari di un anno. Entri prima nel mondo del lavoro e sei avvantaggiato. Il massimo è unirlo con uno stage in azienda.

Sta cosa dei certificati secondo me è una cosa tutta italiana… In 10 anni all’estero non ho mai visto nessuno richiedere il TOEFL o qualunque altro certificato :grin:

Se il colloquio si fa in inglese, si capisce subito chi lo sa e chi no…

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Il consiglio è sempre quello di cercare di fare qualche esperienza all’estero prima della laurea, come un Erasmus o una tesi all’estero.
Comunque anche senza quello, conosco molte persone che hanno trovato lavoro all’estero senza troppi problemi. Il problema più grosso è decidersi ad abbandonare casa :wink:

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Ni.

Conosco personalmente tre amici italiani che lavorano come ingegneri a SpaceX e un’amica che vi lavora(va) nel reparto risorse umane… :wink: tutti laureati in università italiane

Tutte le posizioni tecniche aperte da SpaceX riportano il seguente comunicato:
ITAR REQUIREMENTS:

  • To conform to U.S. Government space technology export regulations, including the International Traffic in Arms Regulations (ITAR) you must be a U.S. citizen, lawful permanent resident of the U.S., protected individual as defined by 8 U.S.C. 1324b(a)(3), or eligible to obtain the required authorizations from the U.S. Department of State

Il che è logico perché qualsiasi documento anche dual use richiederebbe una licenza di esportazione se venisse letto da un cittadino non US. In teoria quindi sarebbe possibile per alcuni progetti ma perché un azienda si faccia carico di un costo aggiuntivo si deve avere qualcosa che i concorrenti non hanno.

Sicuramente è più difficile assumere qualcuno che non è cittadino americano. Ma comunque, almeno le grandi aziende, non si fanno problemi a pescare professionalità dall’estero, anche spendendo qualcosa in più.

Ed è vero che alcuni progetti particolari sono off-limits (ma già con la carta verde si apre qualche opportunità in più) ma aziende come SpaceX o Boeing, solo per fare un esempio, hanno talmente tanti progetti in cantiere che non è un grosso problema.

Davvero grazie a tutti per l’aiuto, alla prossima! :smile: