Dettagli tecnici sullo stato di sviluppo di Orion

Nei giorni scorsi, Lockheed Martin, durante un’intervista esclusiva rilasciata a Flightglobal.com, ha rilasciato numerosi dettagli sullo stato di progettazione della capsula Orion e sulle varie vicissitudini fino a qui incontrate.
Il profilo di missione destinato alla ISS è per Orion sensibilmente più stringente in prestazioni in confronto a quello ad esempio destinato ad una missione lunare a causa dell’alta inclinazione dell’orbita della ISS.
Nella configurazione per la LEO è stato fissato in quasi 1600kg il payload trasportabile oltre le 4 persone di equipaggio previste in missioni nominali; in caso di emergenza o di utilizzo come scialuppa, l’equipaggio può salire fino a 6 persone semplicemente riconfigurando i sedili.
Il modulo di servizio sarà realizzabile in diverse configurazioni a seconda della destinazione, con 7700kg di propellente in 4 serbatoi per le missioni lunari, 3600kg in 2 serbatoi per le missioni in LEO e 7200kg in 4 per la configurazione “space tug”.
Lo spazio occupato dai due serbatoi rimovibili sarà destinato ad una stiva che potrà contenere payload fino a dimensioni simili a quelle dei giroscopi della ISS.
L’attuale ciclo di sviluppo è il 606G e a seguito della PDR, prevista per Agosto, si passerà al 606H.
I nuovi paracadute rispondono già alle specifiche richieste e per le missioni lunari sarebbe prevista un’evoluzione nei materiali per un ulteriore sgravio di peso.
La posizione dei thruster RCS non è ancora stata confermata in quanto si vuole posizionare il sistema di controllo d’assetto in zone il meno scomode possibili per l’eventuale presenza dei gas di scarico vicino a finestrini e star-tracker.
Riguardo la riutilizzabilità sono in corso studi prettamente economici sulla convenienza del riutilizzo dei vari componenti. Attualmente è destinato al riutilizzo il 45% circa dei sistemi e la valutazione comprende i costi di produzione, operativi, di progettazione, i limiti di vita, certificazione, smontaggio e ricondizionamento.
Fra i sistemi già destinati al riutilizzo ci sono l’avionica e l’ECLSS più alcuni altri sistemi minori, interni ed esterni. Lo scudo termico non sarà riutilizzato per gli elevati costi di ricondizionamento.
Le possibilità che possa avvenire un atterraggio su terra anzichè sul mare sono date a 1 su 3000, nel caso dovesse comunque avvenire la sopravvivenza dell’equipaggio è attualmente assicurata ma non la riutilizzabilità della capsula e dei sistemi destinati nuovamente al volo.
La zona definitiva per l’ammaraggio nominale al termine della missione è a 5-10km a largo della costa della California.
Dopo la PDR prevista per il prossimo Agosto la definitiva CDR è prevista dopo 18 mesi.

Fonte: Flightglobal.com

Non ho capito questo passaggio, portare la capsula ad una certa inclinazione non è affare del vettore? Perchè si parla di prestazioni della capsula?

Si, forse non è scritta in maniera chiarissima, il significato è che essendo più inclinata l’orbita il peso della capsula deve essere più contenuto e in caso di “extra-weight” gli effetti si ripercuotono maggiormente sulle missioni in LEO per la ISS rispetto a quelle lunari.

Interessante il design modulare del modulo di servizio, coi serbatoi riconfigurabili e removibili per far posto a vani di carico. Sinceramente, al di la di Constellation nella sua interezza, sono sempre convinto che almeno Orion debba essere portata avanti con convinzione… il fatto di essere stata prevista all’origine come veicolo di esplorazione (e quindi con maggiori dimensioni, ridondanze ecc) la rende, a mio parere, potenzialmente più versatile e prestante anche in altri ruoli. Credevo comunque in una riutilizzabilità più elevata (del tipo: l’intero modulo di comando tranne lo scudo termico).

molto più chiaro, grazie :slight_smile:

Anch’io speravo nella riutilizzabilità. Un rivestimento ceramico come per la navetta, almeno nelle missioni LEO, invece si torna a buttare tutto il grosso del veicolo.
Pazienza. Spero almeno in un miracolino e di vedere l’Orion in manned prima del previsto.

Ma onestamente non ho visto evidenze sulla riutilizzabilità o “monousabilità” del CM inteso come struttura, ne in un senso ne in nell’altro… su questo aspetterei… anche perchè se la condizione di landing piuttosto che ammaraggio prevede la non riutilizzabilità del CM immagino che si intenda la struttura come normalmente riutilizzabile, e direi “ovviamente”…

Ma la questione di utilizzarla “solo” come capsula di salvataggio come è andata a finire?

Francamente, spero che il discorso di usarla come CRV vada a finire nel dimenticatoio… sul fatto della riusabilità, Non sono convinto che rendere il (solo) CM riutilizzabile influisca positivamente sui costi totali: in fondo abbiamo visto con gli shuttle (anche se il paragone non regge) che riciclo non vuol dire economia, e poi in ogni caso si parla appunto del solo CM, parte “infinitesima” del totale, come tonnellaggio e come costo di produzione.
Ed in fondo, se vogliamo, tenere le linee produttive di orion in funzione a regime medio-alto avrebbe una buona ricaduta economica, e renderebbe più semplice implementare migliorie nei sistemi ed avere un modulo per quanto possibile personalizzato in base alle specifiche di missione… tutto IMHO ovviamente

Per quanto riguarda la riusabilità secondo me già parlare del avionica è un bel passo!
In fin dei conti si tratta di un bel po’ di risparmio che necessita (credo, ma bisognerebbe vedere i dati) di un lavoro minimo per la rimessa in esercizio senza andare a prendere in considerazione la struttura e lo scudo termico

È una proposta per il prossimo anno fiscale. Fino ad ottobre il programma Constellation viene portato avanti.

Non conosco ovviamente questo caso, ma facendo un paragone “aeronautico” non mi stupirei che il costo di produzione dell’intera avionica sia maggiore della cellula “nuda”.

Infatti era proprio a quel che pensavo Albyz
Quello che mi preoccupa (ma credo anche che ci sia qualcuno che ha valutato la cosa) sono gli stress a cui è sottoposta questa avionica…lavora in un ambiente non proprio “ideale” e poi atterra (non proprio delicatamente) in acqua salata.
Come dicevo mi preoccupa ma credo che lo stress che sopporta sia comunque minore rispetto a quello della struttura per non parlare dello scudo termico che è ablativo se non ricordo male…

Beh no, l’avionica è tutta all’interno della sezione pressurizzata, a meno di incidenti l’avionica non dovrebbe mai vedere l’acqua ne il vuoto, per cui non è molto più sollecitata in condizioni normali rispetto a quella tradizionalmente montata su aerei comuni… e infatti da essa è strettamente derivata.

Si si certo, io pensavo alle vibrazioni del lancio e dell’atterraggio pensando a quello che incontro sul lavoro, ma non ho calcolato il settore aeronautico da cui è derivata come dici tu!
Per cui in effetti a meno di incidenti dovrebbe essere al sicuro!

Io non sottovaluterei il discorso del CRV con un Orion -Lite. I costi sono il driver principale che possono segnare in maniera positiva o negativa il prosieguo del programma. Il ragionamento e’ semplice. Un Orion-Lite sarà human-rated per il rientro ma non per il lancio (o meglio il suo lanciatore). Si aprono scenari di lancio con Delta 4 o Atlas 5 modificati realizzabili entro il 2013 o addirittura con Arian 5. E poi potrebbe essere un ad-hoc cargo pressurizzato per/da la ISS. Forse in questo momento la politica dei piccoli passi potrebbe ripagare di più.