Il 30% del mercato cinese in ventanni.
Questo per ora si sta prendendo Comac dicevo.
Certo è naturale che la curva di apprendimento parte piano, poi s’impenna.
L’articolo che ho citato dice:
Attualmente il COMAC C919 è certificato solo in Cina, non può quindi volare all’estero
Quindi è ovvio che nessun lo compri fuor della Cina: nemmeno ci provano a venderlo.
Tra qualche anno questo ambierà
Cambierà anche la capacità di produrre aerei di qualità.
Cambierà anche la capacità di produrre tanti aerei: questo video da il poetafoglio ordini (1500 veivoli par di capire) completato nel 2037 o prima (150 all’anno), e se di Comac gliene servono 3000 al 2042 (il 30% degli 8000 e passa dell’articolo suddetto) non vedo la difficoltà.
Questo video a dispetto del titolo aggiunge il mercato africano a quello cinese.
Nel complesso, nonstante il tono un po’ dispregiativo, descrive prospettive ancor più precocemene rosee per Comac.
Se dal 2037 dovesse produrre più di 150 l’anno che problema ci vedi? La Cina non manca ne di operai ne di materie prime…
Poi tra 50anni chissà (per paragonare quest’ascesa a quella di Airbus vs Boeing che appunto ora ha 50anni; quanto c’ha messo Airbus a prendersi il 50% del mercato di Boeing? Mica l’avrà fatto in un giorno)
Se qualcosa potra mettersi di traverso all’ascesa cinese (oltre al vantaggio storico occidentale che va regolarmente riducendosi) sarà il nuovo antagonismo est-ovest che sostituisce la Cina all’URSS di quello vecchio, ma motrebbe non evolvere così…
(Il titolo del video che citi depista, mi par clickbeitoso)
sono lenti nel produrre (si accelereranno ma gli ci vorranno 10 anni)
Fanno prodotti con caratteristiche della generazione precedente (si faranno motori loro più efficienti ma gli ci vorranno 10 anni)
La Cina è in grado, con i problemi di crescita (vedi crisi immobiliare) e demografici, di sostenere grazie al mercato interno più forse Africa la crescita di Comac per i prossimi 10 anni?
Si potrebbe fare lo stesso discorso per Huawei o BYD
La Cina degli anni zero o anni dieci di questo secolo poteva sostenere serenamente una crescita indefinita in questi settori. Anche a rimessa
Adesso lo vedo più complicato. Il Covid ha colpito duro ed ha evidenziato che presto la popolazione chiederà il conto
Il vero nemico di Boeing dei prossimi 10 anni sono i suoi azionisti…
In questo momento storico fare proiezioni di mercato globali tra 30 anni è almeno rischioso. Siamo in una fase in cui il mercato si sta chiudendo per evidenti limiti del modello economico attuale, per cui non so quanto mercato ci sarà per gli operatori mondiali.
Per quel che vedo ci saranno mercati continentali, molto meno mercato globali. La Cina è verosimile possa fare con l’africa quello che noi e gli usa abbiamo fatto con lei, quindi delocalizzare parte della produzione ed eventualmente crearsi un mercato. Non la vedo un competitor né per boeing né per airbus
Se fa la sua comparsa un progresso significativo che rende obsoleti i veicoli esistenti, puo’ cambiare tutto.
E ci sono diversi modi in cui puo’ succedere, ovvi progressi tecnici alle porte e attori in grado di farlo.
Faccio solo un esempio. Anche se aerei di linea completamente elettrici non fossero comprtitivi ancora a lungo, c’e’ un ovvio step intrermedio: passare dai bimotori ad aerei ibridi con un solo motore ICE. Ricordiamo che Airbus esiste perche’ esistono i bimotori a lungo raggio ed esiste l’ l’ETOPS. Il passaggio a soli due motori di fatto ha creato la nicchia che ha permesso a un nuovo attore globale di entrare nel mercato (la storia completa qui e’ troppo lunga). Avere 2 motori invece di 4 permette di dimezzare il numero di pezzi (almeno quelli dei motori) riducendo grandemente la complessita’ del veicolo e migliorando l’efficienza, e se le norme consentono una ridondanza basata su solo due motori, ecco che c’e’ una apparentemente piccola singolarita’ tecnica in grado di rivoluzionare il mercato.
Ora supponiamo che qualcuno si metta a investire seriamente su una architettura di jet di linea ibrida, un solo motore ICE dimezza ultriormente i pezzi e aumenta l’efficienza ulteriormente abbattendo i costi di produzione.
Le batterie e i motori elettrici a bordo ci sono ma per una autonomia limitata, comunque in grado di soddisfare le norme di sicurezza ETOPS. Ma magari vengono resi possibili spazi di decolloi e atterraggio piu’ ristretti o addirittura verticali, soddisfando nel contempo requisiti ambientali piu’ stringenti nei pressi degli aereoporti.
Questo cambiamento apparentemente piccolo cambierebbe tutto anche sul modello di business delle compagnie aeree in quanto potersi avvicinare di piu’ alle citta’ e semplificare i cicli di decollo e atterraggtio potrebbe rivoluzionare il modello hub&spoke su cui sono basate oggi le operazioni.
Uno dei motivi per cui non succede e’ perche’ il mercato e’ stagnante e agli attori attuali va bene cosi’ o non hanno le forze per indurre innovazioni che potrebbero rimescolare tutto.
Non volevo farla lunga, invece ho divagato… Voloevo solo dire che ci potrebbero essere cambiamenti disruptive all’orizzonte, anche se apparentemente non ce ne sono le avvisaglie, ma ci sono tecnologie ovvie su cui nessuno sta lavorando seriamente. Per ora.
Aiurbus sta vincendo quindi fa melina. Boeing e’ in difesa e deve rimettersi in forze. Se poi il prossimo step saranno aerei full elettric potrtebbe pure essere rischioso investire miliardi negli aerei ibridi. Quindi meglio stare alla finestra.
Ma i Cinesi o qualche cavallo pazzo con esperienza nelle batterie e in altri settori aerospaziali potrebbero metterti i piedi nel piatto da un giorno all’altro se le leggi della fisica lo consentono.
PS: Le sigle vanno spiegate, ecco la pagina sull’ETOPS:
Tutto possibile, ma se in europa fossimo saggi vieteremmo o ostacoleremmo l’importazione di prodotti che rompono il mercato. Ci stiamo arrivando per fortuna. Non c’è nessun vantaggio a mettere in difficoltà le aziende che ci fanno lavorare, nessuna efficienza o risparmio di nulla compensano il depauperamento della produzione locale.
Ad esempio ormai in Italia abbiamo poca produzione automobilistica, se ci chiudono il mercato i costi vengono sopportati dai consumatori Italiani mentre i benefici vanno ai produttori e lavoratori non Italiani.
Inoltre cosi’ facendo potresti allevare carrozzoni inefficienti e bulimici, che poi appena apri il mercato soccombono o devi mantenerli per sempre.
Puoi dare un aiutino agli studenti promettenti ma non ai somari.
Soprattutto non puoi ammazzare nella culla gli outsider promettenti per salvaguardare gli incumbent arroganti e incapaci.
In Italia non ci sono piu’ attori in molti settori perche’ tutti i concorrenti del “campione nazionale” finivano per essere sfavoriti/assorbiti per proteggere il campione. Mentre all’estero si creavano attori in grado di competere sul mercato internazionale, quindi con le masse critiche e le competitive edge necessarie.
In molti casi peraltro aver sostenuto il campione nazionale ha permesso a grossi attori, competitivi, di crescere e imporsi. L’esempio di Airbus nei decenni passati potrebbe essere un caso ma ce ne sono altri. Gli studenti promettenti.
Gli americani aiutando e permettendo a Boeing qualunque vantaggio fino a permettergli la combutta con gli enti regolatori si sono allevati un somaro, bulimico e costoso, che non puoi neanche chiudere se no le urla ti ribaltano il parlamento. Se fossero stati piu’ selettivi e “severi” prima sarebbe stato meglio anche per lo studente “Boeing”.
Peratro l’America per cultura libertaria e masse critiche permette la nascita di altri attori disruptive, senza proteggere ad oltranza lo status quo e bloccare il progresso.
Quindi e’ molto complicato, ma dipende. Il protezionismo non paga sul lungo termine, ma l’aiutino per rinforzare gli studenti locali promettenti si.
Il fatto che i capitani d’industria italiani abbiano rovinato ciò che i loro padri avevano creato è risaputo, così come i danni di molte gestioni parastatali. Questo non c’entra nulla con il delocalizzare, che è un termine odioso per dire che per massimizzare i profitti di pochissime persone si creano mercati con regole diverse in cui finché c’è da mungere si munge, senza alcuna attenzione al welfare, alla perdita di know how ma soprattutto al fatto che l’economia ha bisogno di un mercato uniforme mentre la finanza se ne frega.
Il tuo discorso ignora una cosa fondamentale, che è necessaria in uno stato che funziona, ed è il fatto che la ricchezza deve provenire dal lavoro della maggior parte possibile della popolazione. Questo sistema malato ha portato a produrre tutto dove “costa meno”, ma costa meno rispetto ad un parametro arbitrario, solo perché a livello politico si è fatta una scelta precisa di creare una potentissima lobby finaziaria che de facto adesso ha in mano il mondo.
Fino a 20 anni fa dubai era un posto da pecorai, adesso è altro che las vegas e new york messi insieme, e mica per i pecorai.
Gli USA sono sempre stati protezionistici nei confronti della loro economia ed hanno guidato il grosso dei soldi per 100 anni.
Negli ultimi anni stanno correndo ai ripari, visto che se i cinesi domani decidessero di non dargli più materie prime, componenti o elettronica sono nella melma fino al collo. In europa siamo messi molto peggio visto che siamo andati a delocalizzare in aree ex sovietiche con governi instabili ed economie influenzabili da est molto più di quelle europee, ed oltretutto non abbiamo materie prime.
Attualmente c’è un piano minerario per aprire nuve miniere e riaprire quelle vecchie.
In questo contesto, fossi io un politichino, mi guarderei bene dall’aprire le porte alla concorrenza cinese! Preferirei tenere anche un baraccone che dà lavoro alla gente che lasciare a casa milioni di persone. È questo che deve saper fare uno stato, bilanciare efficienza, buona gestione e governare il mercato accettando anche compromessi per creare occupazione sufficiente, e ambire a migliorare le condizioni di lavoro.
Noi cosa stiamo facendo? Importando africani facendoli gestire dai caporali, lasciandoli morire in strada, facendogli fare famiglie nelle peggiori condizioni di miseria ed ignoranza, proponendo prossime generazioni problematiche.
Perché? perché in europa c’è stata una visione miope che ha screditato tutta l’agricoltura e la manifattura deleganola ai cinesi, ai bulgari, ai polacchi, agli ucraini, sulla filosofia che qui noi superiori avremmo dovuto tutti avere una laurea per fare i lavori di alto livello.
Questa è una fesseria cosmica, se i guadagni della finanza andassero ai bassi livelli, alla gente che va nei campi, che lavora i prodotti, l’economia sarebbe più florida e la gente starebbe meglio. Anche gli italiani sarebbero attratti dal lavoro nei campi e gli africani che importiamo avrebbero un tenore di vita migliore, con cui crescere figli meglio inseriti nella società, più colti e meno irretibili dalla criminalità. È grave che in un contesto di gente colta come questo non si sia ancora compresa questa dinamica. Lascia pure gli aerei cinesi ai cinesi che viviamo benissimo lo stesso.
Pensa a NASA: in Usa le commesse di questo tipo sono pilotate dal giro di soldi che sostiene i politici, che vengono eletti grazie ai finanziamenti che raccolgono e poi fanno ricadere lavoro sui propri territori. È un meccanismo abbastanza allucinante ma funziona benino, e serve non per efficientare al massimo, a morire di concorrenza, ma a distribuire lavoro.
Boeing paga la cattiva fama che si è fatta ammazzando 300 persone e portando la qualità dei suoi prodotti aerospaziali a livelli scandalosi…
Bene ha fatto NASA ad andarci giù rigida con la sicurezza, ritrovarsi con 2 astronauti morti sarebbe stata una catastrofe per tutto il Programma Spaziale abitato (oltre che una tragedia, ovviamente)…
Se prima era “vabbè… i problemi capitano, risolviamoli” ora è “ma non è che han fatto cazzate pure qui?”
Mi rifiuto di pensare che su una decisione presa da NASA dopo chissà quante analisi, discussioni, riesami, confronti ecc vada a pesare una motivazione così di pancia
E non siamo in Bar Spazio.
Tutto questo stracciarsi le vesti, mi sembra un po eccessivo, imho.
Boeing è quella che ha progettato e realizzato (tra le altre cose) il sistema di raffreddamento di tutto il lato USOS della ISS. Un sistema complesso, delicato e se vogliamo “pericoloso”, da cui dipende la vita degli astronauti a bordo.
In passato ha dato qualche problema anche piuttosto serio, ma comunque nessuno mai ha parlato di inefficienza o incompetenza.
Sono società, macchine e organizzazioni di una complessità elefantiaca. Il tiro va corretto e si va avanti, non su butta tutto alle ortiche perché si e stati prudenti.
Tra il va tutto bene e’ sempre stato cosi’ e il si butta via tutto ci sono le vie di mezzo.
La via di mezzo e’ datevi una regolata perche’ di problemini piccoli e grandi, ritardi, extra costi e cattive performance rispetto altri ce ne sono state. Probabilmente se non c’erano gli “altri” la cosa veniva riassorbita meglio, si prendevano il rischio di rientrare con il loro mezzoe magari ci facevano anche un nuovo film “Houston we have a problem” con due nuovi astronauti tornati sani e salvi a casa nonostante qualche inghippo.
Il modo serio non da bar spazio sarebbe fare i conti, se anche hanno malfunzionato X propulsori ma ne hai Y e puoi rientrare con solo Z qualcuno fa il calcolo delle probabilita’ di insuccesso. Come scritto da altri se anche il rientro e’ andato bene ma la probabilita’ di insucceso stimata e’ inaccettabile bisogna lavorare per renderla accettabile la prossima volta. E tenere conto che NASA si comporta in modo razionale e ha legittimamente razionali non coincidenti con Boeing: se volare con te e’ troppo piu’ rischioso che volare con altri, sono costretti a volare con altri. Perche’ in caso di incidente, essendoci una alternativa ed essendo sotto gli occhi di tutti li scorticano.
Come gia’ detto piu’ volte i rischi si corrono quando non c’e’ una alternativa.
La reputazione è fondamentale anche quando si prendono decisioni, è capitato spesso anche a me: se a parlare è qualcuno di cui mi fido, tendo ad accettare le loro conclusioni molto di più che se è qualcuno di cui so che in passato ha fatto ca**ate. E non parlo solo di aziende, ma anche di team all’interno della stessa azienda (banalmente, c’è gente nell’azienda X di cui mi fido ad occhi chiusi, e altri invece che vado sempre a scrutinare nel dettaglio, perché so che sono in un dipartimento che ha una certa storia negativa).
Io penso che quasi sicuramente il casino in Boeing abbia (giustamente) pesato in qualche misura nelle scelte di NASA.
E la fiducia (sempre giustamente) è qualcosa che si costruisce con gli anni e si distrugge in un secondo. Anche in questo il vantaggio di SpaceX su Boeing aumenta di giorno in giorno, visto la storia di successo che hanno avuto, anche nel gestire anomalie importanti riuscenso a ridurre al minimo le interruzioni del servizio.
Analisi, riesami, ispezioni e verifiche ci soko anche nel mondo aeronautico, eppure in Boeing si dimantica(va?)no attrezzi, stracci, ed addirittura una scala all’interno degli aerei nuovi di fabbrica…
Come detto più su la reputazione è fondamentale, ed è un attimo farsene jna pessima…