domanda sulla sicurezza

perchè non è stata prevista la possibilita di sganciare l’orbiter dal complesso del serbatoio-booster in caso di problemi?

ovvio che nei primi secondi non servirebbe a niente, ma gia dal 20°-30° secondo lo sgangio potrebbe salvare l’equipaggio.

ad esempio il challenger, se si fosse riscontrato il problema per tempo, avrebbe potuto sganciarsi ( rischiando d’esser investito dai gas di scarico dei booster e probabilmente con pericolose perdite di carburanti criogenici… non so con quali conseguenze, ma certamente meglio di non fare niente! ), usare i motori rcs e oms per prendere un assetto utile ad una planata d’emergenza. dopodichè, tentando un ammaraggio, e mettendo in salvo l’ecquipaggio su una zattera d’emergenza.

questo avrebbe messo una toppa sul punto debole del sistema sts!

E’ assolutamente impossibile sganciare l’orbiter con i SRB accesi, sia perchè come dici verrebbe subito investito e distrutto dai gas di scarico (e probabilmente anche dagli stessi SRB) e inoltre con i booster a piena potenza è impossibile una separazione senza distruggere, gli attacchi e la pancia della navetta per l’enorme potenza in gioco.

Pero’ la manovra di Return to Launch Site non e’ molto lontana da questo scenario.

Certo però avviene solo una volta che i SRB si sono esauriti, non separati quando ancora attivi.

non ricordo quale vettore ( forse il titan ), ma ricordo che per i booster a stato solido era stato previsto un sistema di annulamento della spinta.

in pratica, si faceva saltare via la testa del booster.

ripercorendo questa strada, forse sarebbe possibile creare un sistema capace di dimezzare la forza dei gas espulsi ( dovendo dividersi per i due getti che vengono a crearsi) e di annullare la spinta ( ho ridurla drasticamente )…

cosi che la forza cinetica del getto, sia inferiore e sopratutto che una volta sganciato l’orbiter, il complesso booster-serbatorio, non possa sorpasare la navetta, investendo quindi l’orbiter, ma che piuttosto proceda parallelamente ( e qui, magari dei piccoli razzi, potrebbero allontanare serbaatorio e booster ).
allo stesso tempo, la navetta che continua il suo viaggio in parallelo, effettua le manovre necessarie ad allontanarsi e per prendere l’assetto di rientro.

ricordo bene la foto di questo vettore che veniva chiamato “fucile a tre canne”, dove i due booster si scoperciavano.
in particolare, ricordo che il coperchio non si apriva in asse al booster, ma leggermente verso l’esterno del complesso ( probabilmente per evitare di distruggere la parte superiore del vettore ).

se è stato realizzato, si sarebbe potuto applicare anche all’sts e a quel punto restava da risolvere il problema dei ubi che alimentano gli ssme, ma anche li delle valvole potevano risolvere i problemi…

(p.s. ne parlo, perchè benche sts sia quasi arrivato a “fine missione”, in futuro potrebbero esserci nuovi sts! quindi diventa interessante parlare di sistemi di sicurezza)

http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=5562.0

ricordo bene la foto di questo vettore che veniva chiamato "fucile a tre canne", dove i due booster si scoperciavano. in particolare, ricordo che il coperchio non si apriva in asse al booster, ma leggermente verso l'esterno del complesso ( probabilmente per evitare di distruggere la parte superiore del vettore ).

Sarebbe interessante vedere questa foto.

se è stato realizzato, si sarebbe potuto applicare anche all'sts e a quel punto restava da risolvere il problema dei ubi che alimentano gli ssme, ma anche li delle valvole potevano risolvere i problemi...

Mi sembra una teoria un po’ troppo semplicistica… e comunque uno shuttle sotto una certa quota con il rapporto L/D che ha non sarebbe riuscito ad arrivare alla SLF.

ricordo bene la foto di questo vettore che veniva chiamato "fucile a tre canne", dove i due booster si scoperciavano. in particolare, ricordo che il coperchio non si apriva in asse al booster, ma leggermente verso l'esterno del complesso ( probabilmente per evitare di distruggere la parte superiore del vettore ).

Sarebbe interessante vedere questa foto.

oddio, dovrei risfogliare l’enciclopedia astronautica che m’hanno regalato… cmq se può facilitare le cose, quest’enclopedia è stata stampata poco dopo il lancio di apollo 14 ( pezzo d’epoca in vendita! ), quindi il sistema è almeno degli anni 70.

se è stato realizzato, si sarebbe potuto applicare anche all'sts e a quel punto restava da risolvere il problema dei ubi che alimentano gli ssme, ma anche li delle valvole potevano risolvere i problemi...

Mi sembra una teoria un po’ troppo semplicistica… e comunque uno shuttle sotto una certa quota con il rapporto L/D che ha non sarebbe riuscito ad arrivare alla SLF.

be, è ovvio che finche sts na ha acquisito un certo poteniale, questo sistema d’emergenza non è molto utile, però può coprire buona parte del periodo di combustine degli srb.

immaginate, un lancio dove lo shuttle resti in rampa e i srb-serbatoio schizzano via nel cielo :stuck_out_tongue_winking_eye:

appunto se si fosse riscontrato, al tempo del challenger la riticità degli O-ring fu messa a tacere e poi solo l’analisi della telemetria pos accident permise di riscontrare l’avaria, i computel di bordo lavorarono alla perfazione per correggere la perdita di pressione del SRB danneggiato, come si evice dai documentari e dai report.

E` stata prevista, ma non ricordo il nome del corrispondente abort mode. Mi pare che gli astronauti descrivano la relativa checklist come “something to read while you die”.

Il comandante può separare l’orbiter dal resto dello stack. Per esempio, ha 2 secondi di tempo per farlo nel caso una spia gli indichi che il Range Safety Officer ha attivato le cariche per fare detonare i booster in una situazione irreparabile.

Il problema è che nessuno scommetterebbe sull’esito positivo di una simile manovra. Per ulteriori informazioni su questo abort mode, e sui commenti sarcastici degli astronauti, vedi il libro [inserisci qui il nome di una nota autobiografia di astronauta Shuttle – era un po’ che non ne parlavo].

Paolo Amoroso

Assolutamente impossibile.

Fondamentalmente per motivi di natura strutturale.
L’Orbiter è in grado di sopportare carichi fino a 3,5 g, dopodiché va letteralmente in briciole.

Per inciso quello che ha davvero distrutto il Challenger non è stata l’espolosione dell’ET, avvenuta “di pancia” (le piastrelle hanno senz’altro offerto protezione dal calore) e nemmeno per l’onda d’urto della stessa quanto per l’improvviso carico di raffica sopportato dalla struttura primaria del Challenger negli istanti immediatamente succesivi alla repentina separazione dal complesso ET/SRBs.

In pratica il Challenger fu perso a causa di un cedimento strutturale.

Di conseguenza la manovra che tu auspichi per salvare gli astronauti in caso di un eventuale incidente al lancio avrebbe gli stessi effetti pratici del disastro del Challenger…

Piccolo ricordo del Challenger: la cabina essendo costruita in due comparti usci intatta dalla famosa nube bianca dell’esplosione, giungendo così all’impatto coll’oceano.

parlando di sicurezza:

ma qui!???

:astonished:

sono un pò shokkato…
cioè i razzi che allontanano gli srb hanno cotto per benino il serbatoio principale!

Se ti sciocca quello, ti consiglio di non guardare mai un lancio del Delta 4H :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye:
Ti consiglio di rileggerti questo thread :wink:
http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=9662.0

accidenti che roba! :astonished:

erò, resto perplesso, perchè mi ritorna in mente il columbia:

e se i getti “spaccassero” la schiuma generando detriti pericolosi…
forse non è mai capitato, ed è improbabile per via di chissa quali fattori.

…finche non mi sono iscritto a forum astronautico non avrei mai immaginato che lo shuttle potesse aver cosi tante situazioni di rischio “calcolate”.

ad una persona “esterna” sembra una macchina perfetta :disappointed:

Mi e’ venuto un dubbio, piu’ o meno collegato a questo 3d.
Se non sbaglio, i motori principali dell’orbiter vengono accesi solo dopo che i 2 booster sono sicuramente partiti, sempre per il problema che e’ impossibile spegnerli, contrariamente all’MPS.
Ora mi chiedevo: e’ concepibile che parta un solo booster?
E nel caso, che si fa? La spinta e’ sufficiente per cosa? Un RTLS? Un atterraggio in Africa? Una orbita?

No, Paolo, al contrario, se stai parlando di Shuttle.
Gli SSME partono per primi proprio perchè possono essere fermati in caso di avarie.
Dopo e solo dopo partono gli SRB. Che DEVONO funzionare fino all’esaurimento. :frowning:

Scusa Paolo137 ma a me risulta proprio il contrario… :thinking: A t-3 secondi si accendono in successione i tre SSME e solo a T-0 vengono accesi i booster solidi e contemporaneamente esplodono i quattto bulloni per SRB che tengono ancorato il complesso STS alla rampa…

Sempre che stiamo parlando dello Space Shuttle… :stuck_out_tongue_winking_eye:

sarà il lavoro impellente, ma non ho compreso quanto scrivi: al decollo si accendono prima i motori principali e poi booster.
Se non ho capito, fammi sapere

Penso che sia quasi impossibile che un SRB non parta. I motori a propellente solido sono semplicissimi e non hanno parti in movimento che si possano rompere. Gli igniters sono sicuramente super-ridondanti (devo controllare sul Jenkins) e perchè il booster non parta bisogna proprio che in fabbrica si siano dimenticati di aggiungere l’ossidante alla miscela propellente :wink:

Allora, mi spiego meglio.
Innanzi tutto, come giustamente rilevato, ho invertito le fasi di accensione ( :flushed:): se i motori dell’orbiter non partono, e’ inutile accendere i boosters che poi non possiamo spegnere. Fin qui adesso ci sono.
Pero’ rimane la domanda: e’ prevista una procedura in caso di accensione di un solo booster, per remota che sia la possibilita’?