domande varie sulla Soyuz

Ho una domanda a cui non sono mai riuscito a dare una risposta eppure di libri ne ho letti una cornucopia:
hanno un signicato i vari codici con qui sono state designati le evoluzioni di questa capsula? Mi riferisco alla Soyuz T, Soyuz TM e Soyuz TMA?
Ho visto un sacco di disegni, molte foto del modulo di rientro, ma non sono mai riuscito a trovare una foto (non un disegno) del’'interno del modulo orbitale. Sapete indicarmi dove posso trovarne.
Che cosa è ed a cosa serve quel materiale (ne ho visti di diversi colori) che ricopre i moduli abitativi in orbita, sembra duttile come un tessuto o mi sbaglio?
Per ora mi fermo qua, grazie.

La “A” sta per “antropometrica” perché quella versione dalla capsula, se non ricordo male, offre fra l’altro più spazio abitabile per ospitare cosmonauti più alti (es. gli americani).

Un esempio dalla missione Apollo-Soyuz: AST-5-307 - Cosmonauts Kubasov (left) and Leonov (rght) are seen in Soyuz Orbital Module.

Dovrebbe essere una coperta del rivestimento termico.

Paolo Amoroso

Gli acronimi sono T=Transport per la prima versione, M=Modified per la seconda e come detto da Paolo A=Anthropometric per l’ultima. La prossima, che dovrebbe entrare in servizio nel 2009 sarà la TMAT, però non conosco il significato dell’ultima T…

Ho visto un sacco di disegni, molte foto del modulo di rientro, ma non sono mai riuscito a trovare una foto (non un disegno) del''interno del modulo orbitale. Sapete indicarmi dove posso trovarne.

So che ce ne è qualcuna nella sezione dedicata alla ISS, con foto del modulo quando è attraccata, prova a cercare con il motore di ricerca dell’archivio…
https://spaceflight.nasa.gov/gallery/index.html

Dal sito evidenziato da Albyz ho trovato questa che vedi sotto,ho notato che nn sono facili da trovare foto illustartive dell’OM,al massimo foto di cosmonauti dentro l’OM.Per quanto nn diano molte informazioni su come è fatto l’OM,sono utili per capirne le dimensioni e il layout degli spazi interni.Di seguito una immagine d’epoca (Soyuz 9) di Nikolayev che fa un po’ di fitness nell’OM.

Sul sito dell’ESA invece ho trovato 2 immagini dalla missione Eneide di Vittori, Krikalev e Phillips nell’OM durante il viaggio verso l’ISS.

http://esamultimedia.esa.int/images/eneide/050419_3xsoyuz_01_H.jpg

http://esamultimedia.esa.int/images/eneide/050419_3xsoyuz_02_H.jpg

prova anche con queste immagini
https://spaceflight.nasa.gov/history/shuttle-mir/spacecraft/s-mir.htm
https://spaceflight.nasa.gov/history/shuttle-mir/spacecraft/s-mir.htm
https://spaceflight.nasa.gov/history/shuttle-mir/spacecraft/s-mir.htm

Grazie per le risposte, eccovi un altra domanda:
dalle fotografie delle capsule spaziali ho notato che per il modulo di rientro dell’apollo (del peso di circa 5 t.) ed in futuro per l’orion, vi è un gigantesco razzo di fuga. Mentre per comparazione sulla soyuz vi è un razzo più minuto (eppure il complesso di modulo di rientro, modulo orbitale + parte della carenatura protettiva) non egualia o supera il peso dell’apollo?

Forse sta per: “T…rrrrooooppo figa!” ?!? :stuck_out_tongue:

si, se sei un giornalista del TG1.
Ricordo ancora con orrore uno dei loro servizi ](*,) .

Per saperne di più sul sistema di salvataggio della Soyuz ti posso indicare questa pagina http://www.russianspaceweb.com/soyuz_sas.html .In sostanza il sistema “stacca” dal razzo vettore l’orbital module e la reentry capsule (rispettivamente di circa 1300 e 2900 kg) mentre l’instrument module (peso di circa 2600 kg) viene lasciato nel razzo.In totale quindi siamo sui 4200 kg.Da fonte astronautix il CM dell’Apollo dovrebbe pesare ben 5800 kg,quindi potrebbe essere questo il motivo della diversa dimensione dei due sistemi di emergenza,senza però considerare le (possibili) diverse prestazioni.

Grazie per il link della pagina mac, ora devo scappare dagli altri utenti del forum (che non credo che ti saranno molto grati) perché girovagando in quel sito mi è venuta un altra domanda :smiley:/ .

Guardando il progetto di quello che avrebbe dovuto essere il Klipper i razzi di emergenza sono ubicati nell’anello adattatore tra il veicolo e l’ultimo stadio. Questa soluzione mi è garbata tantissimo, qualora non vi fosse un esplozione questi propulsori possono venire accesi collaborando pure loro all’immissione in orbita.

In tutta la storia dell’astronautica passata, coeva e, stando ai progetti, futura la torre di salvataggio viene posizionata in cima alla capsula e poi sganciata nella prima orbita rappresentando con questa configurazione un peso morto. Quale è la motivazione per la scelta di questa opzione?

Occhio però che se l’esplosione avviene nelle prime fasi del volo non si deve raggiungere l’orbita, solo una quota decente per poter allontanarsi dalla rampa e aprire i paracadute. Penso siano poche le possibilità di raggiungere l’orbita attraverso la torre di lancio.
Per la tua domanda finale non ho capito cosa intendi, cioè rispetto a quale altra opzione?

L’aggiunta in termini di deltaV (variazione di velocità) credo sia irrilevante ai fini del raggiungimento dell’orbita.I sistemi di salvataggio infatti hanno il solo compito di portare la capsula (o altro) lontano dal veicolo sia esso sulla rampa di lancio o in volo.Inoltre servirebbe nell’ultima fase di volo, quella di immissione in orbita ,che mi pare venga fatta con sistemi a propellente liquido,poichè hanno il vantaggio di poter regolare la spinta,mentre i razzi a propellente solido nn hanno questa capacità che in quella fase di missione è particolarmente richiesta.Inoltre credo (ma sto andando un po’ “a braccio”) che avendo una certa massa, quando il sitema si stacca dalla capsula,per il principio di conservazione della quantità di moto,vi sia una minima variazione di velocità (probabilmente nn molto significativa).

x Albyz85

Ovvio che li intendo solo come ultimo stadio (e non per l’intera ascesa) o per allontanarsi dal razzo in fiamme e atterrare.

Come mai si è sempre scelto di mettere un razzo in cima alla capsula invece che nell’anello adattatore?

Non ho capito bene quest’ultima frase: comprendo che la deltaV sia infima per l’esigua massa, ma la spinta viene data in precedenza con l’utilizzo dei motori dell’anello che poi viene abbandonato.

Presumo per questioni di “vulnerabilità” da una possibile esplosione, è il punto più lontano dal quale potrebbe verificarsi quindi teoricamente anche il più sicuro da danneggiamenti.

Mi riferivo ad una configurazione simil-soyuz o simil-Apollo e volevo dire che in ogni caso il distacco della massa del sistema dovrebbe causare comunque un minimo deltaV.Credo che nn si sia mai utilizzato il razzo di salvataggio come sistema di propulsione aggiuntivo,in quanto è un sistema che deve compiere un ruolo altamente specifico,quindi la sua progettazione è pensata solo per uno scopo.Dargli altre capacità porterebbe ad una complicazione del sistema che nn dovrebbe esserci in un sistema di emergenza.In effetti credo sia questo il motivo principale del perchè nn si utilizzano anche i razzi di emergenza come ausilio per raggiungere l’orbita, la potenza del razzo di salvataggio effettivamente è rilevante (dalla rampa riesce a spedire a 1-1.5 Km di altezza i 4200 Kg dell’OM e della RC della Soyuz) ma la spinta di per se nn basta a farne un sistema di propulsione “ordinario”.

Grazie a tutti e due per aver risolto i miei crucci.
Alla prossima.

Di nulla, è un piacere.

Sempre a proposito di Soyuz e se non ho capito male, all’interno della Soyuz il pilota e comandante occupa il sedile centrale, mentre gli altri due sedil sono occupati dai cosiddetti flight enginer. Bene ecco le domande:

  1. la posizione inclinata di 80° del kazbek, è dovuta al fatto che l’atterraggio è più duro dell’ammaraggio, dato che questo tipo di sedile è stato studiato e realizzato molto prime dell’entrata in servizio degli Shuttle?

  2. da alcune foto risulta che data l’inclinazione del kazbek, i cosmonauti debbano usare delle bacchette per arrivare al pannello principale. Come mai questa scelta? Forse per reggere meglio i carichi di G durante la manovra di rientro (sulle vecchie Apollo gli astronauti americani assumevano una posizione seduta “normale”, cioè non reclinata)? Anche il comandante pilota della Soyuz (sedile centrale mi pare) ha le stesse difficoltà per arrivare agli stick di manovra?

Scusate per queste domande, forse vi sembreranni puerili, ma sono curiosità che ho da molto tempo e mi aiutano a capire la diversità degli approcci tra russi e americani. Ancora grazie anticipatamente.

Ale