domande varie sulla Soyuz

Per la 1, intendi rispetto a quella verticale dello shuttle o rispetto ai 90° delle altre capsule? Di solito in tutte le capsule si è sempre stati sdraiati sulla schiena per assorbire megli i carichi e gli “urti” in fase di atterraggio/ammaraggio.
Per la 2 invece, sono così distanti perchè appena prima dell’impatto i sedili vengono sollevati con dei martinetti quasi con il viso contro il pannello strumenti per poi ammortizzare l’impatto con il terreno e avere quindi più escursione per la decelerazione e non provocare danni fisici agli occupanti.

Cercherò di rispondere “telegraficamente” alle tue domande:

  1. La posizione estremamente inclinata (circa 80°) del Kazbek è acquisita solo poco prima dell’atterraggio, in maniera tale da consentire all’ammortizzatore oleopneumatico di cui è dotato il sedile di raggiungere la giusta escursione per attutire l’impatto che, essendo su terra, è alquanto più violento di quello in acqua.

  2. Normalmente, cioé durante il volo, il Kazbek è inclinato solo di una quindicina di gradi circa. Il che significa che il suo occupante non può materialmente arrivare a toccare il pannello di comando posto in prossimità dei piedi. Da qui la necessità di una “bacchetta” per raggiungere i comandi.

Per quanto riguarda le scelte ergonomiche i sedili Kazbek sono stati progettati per rendere sopportabili al massimo possibile, a seguito di una serie di studi di fisiologia, i carichi imposti dalle accellerazioni di lancio e rientro.
In questo sono senz’altro più efficienti di qualsiasi sedile progettato e realizzato dagli americani.

Grazie per le risposte Albyz e Archipeppe.
No, mi sbagliavo sull’inclinazione. Ho detto seduti (gli americani) ma hai ragione. sono inclinati a 90° e mi riferivo alle capsule Gemini-Apollo. Ma qui mi viene un’altra domanda, anche sullo Shuttle allora, al lancio la posizione è inclinata di 90°?

E sulla Soyuz il pilota sedile (centrale) ha lo stesso problema per raggiungere gli stick di assetto?

Ale

Sullo Shuttle è l’intera navetta ad essere ruotata di 90° al lancio. Per questo gli Astronauti “guardano il cielo” anche se i sedili sono posizionati, per intenderci, esattamente come su un aereo di linea (con l’unica eccezione, ma al rientro, dell’eventuale membro di Expedition che, per sopportare meglio il ritorno alla gravità, viene sistemato con la schiena parallela al pavimento).

Sulla Soyuz i controlli manuali di assetto sono posizionati più in basso (vedi foto), all’altezza delle gambe del Comandante, quindi più facilmente raggiungibili. Inoltre, durante le manovre in cui è necessario usarli, essenzialmente docking/undocking, penso che l’equipaggio possa mantenere una posizione più “rilassata”, non insaccata nei sedili come al lancio/rientro.

Una piccola precisazione da parte di un ex paracadutista; l’atterraggio in acqua è molto più duro che non sulla terra.
Si viene sempre a pensare , erroneamente, che la caduta in acqua sia più morbida , dato che si cade in un liquido, ma vi posso assicurare che è come andare a sbattere su un muro; risulta molto più “morbido” atterrare.
Anche i miei istruttori, durante il corso, raccomandavano sempre di evitare l’atterraggio in acqua!

Ma la durezza dell’impatto non dipende dalla velocità finale? Se si scende moderatamente tipo a pochissimi km/h si può penetrare nell’acqua?

Noi atterravamo a circa 12 m/s ed era duro !

12 m/s x 3,6 = 43,2 km/h

Già, è una velocità elevata, immagino che quando si scende con un paracadute non vi siano velocità moderate.
Quelli con il parapendio atterrano in piedi e senza nessun trauma. Ma buttarsi da una rupe credo non sia la stessa cosa che buttarsi da un aereo.

Sia Nemo che Topopesto hanno entrambi ragione, tenete però presente che una capsula conica del peso di 6.500 kg non è un paracadutista… :slight_smile:
Inoltre l’Apollo era stato progettato proprio per un ammaraggio, test comparativi tra ammaraggio ed atterraggio avevano indotto i tecnici della NASA (che comunque aveva sempre adottato la tecnica dell’ammaraggio sin dai tempi della Mercury) ad adottare il primo, in quanto meno “duro”.

Ah, ecco…
Allora ricordavo bene! :wink:

Ed io che avevo sempre pensato che avessero preferito gli ammaraggi perchè c’era una minore possibilità di finire addosso ad un ostacolo.
E’ vero che in USA ci sono grandi deserti ma questi sono spesso rocciosi o pieni di canyon… Non sono le steppe Kazake… Km e Km di “niente” bello piatto.

Grazie della info!