Donne e Orion

Qualcuno penserà che io e Maxi facciamo conbutta…magari per motivi parentelari!
Non è assolutamente così!

Anch’io purtroppo, riguardo il futuro del corpo astronauti USA, la penso come lui!
Purtroppo i dati ed i fatti lo confermano… :disappointed:
Con lo Shuttle si è visto un incremento femminile dovuto probabilmente alla larga disponibilità di posti a bordo.
Inoltre, non so se avete notato, diverse di queste donne hanno dei curriculum da far invidia, e sarei curioso di sapere nei test a terra come sono andate rispetto agli uomini. :thinking: Sicuramente hanno fatto meglio di tanti maschi!
Come non mandarle in orbita? La discriminazione sarebbe stata troppo palese!
Con le considerazioni fatte nei vari post precedenti, mi aspetto una percentuale inferiore all’attuale di astronaute… :cry: Purtroppo!
Certamente, e lo spero sinceramente, le cose potrebbero cambiare in meglio in futuro, sopratutto se qualcuna di queste ragazze riuscisse a farsi avanti, in posti chiave nell’amministrazione della NASA! :wink:

La percentuale non cambia rispetto ai posti disponibili.
Per la classe 2009, la prima che volerà su Orion, i requisiti sono rimasti immutati sotto l’aspetto fisico, per cui è lecito aspettarsi una stessa percentuale di donne.
Questi sono dati… non quelli indicati sopra che non potranno mai essere messi in correlazione esclusivamente al fatto che una capsula (indefinita) possa o meno essere utilizzata dalle donne… è assurdo pensare che le donne non voleranno o voleranno meno che gli uomini solo perchè il mezzo che li porta ha la forma di una capsula e non quella di un aerospazioplano…
State pure sicuri che la composizione degli equipaggi non varierà, non ci sono mai stati problemi a mandare astronaute sulla Soyuz ed è asurdo pensare che una capsula moderna come Orion non le possa ospitare…

Dico la mia
Ormai io non penso sia un problema di fisicità, shuttle o orion sono entrambi una passeggiata, dobbiamo ricordarci che gli astronauti e le astronaute selezionate sono tutte persone giovani e in perfetta condizione fisica, e le tecnologie moderne aituano molto in quetso campo.
Il motivo di questa discrepanza secondo me è in gran parte dovuto allo scarso successo che ha l’astronautica nelle donne,( tranni casi speciali che non fanno che rallegrarmi :wink:) per questo basta guardare nelle statisctiche di questo forum il rapporto tra uomini e donne, siamo quasi 9:1, o guardare le statistiche del bando fatto dall’Esa di cui avevamo parlato alcuni giorni fa…

L’autobiografia di un astronauta Shuttle, di cui in questo momento mi sfugge il titolo perché non ne parlo spesso, racconta bene i cambiamenti di atteggiamento nei confronti delle donne (e i postdoc; pagine esilaranti), e la loro progressiva accettazione e integrazione, nella ristretta comunità degli astronauti Shuttle.

Paolo Amoroso

ei! siamo nel 2008, poi 2009, poi 2010 ecc… non penso ci sarà ancora questo tipo di discriminazione (non penso che gli USA siano così maschilisti)
e poi un giorno quando abbandoneremo la Terra per conquistare altre galassie uomini e donne voleranno insieme per… garantire la sopravvivenza della specie :clap: :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye: :ok_hand:

Precisazione.
Sembra che ci dimentichiamo la storia ma ricordate le 13 golden girl che avrebbero dovuto tenere compagnia ai fantastici 7 delle Mercury?
Nessuna di loro ha volato a causa dei guai occorsi alla Terenskova. E la Terenskova ha volato grazie alle insistenze di Korolev, altrimenti l’URSS non avrebbe mai spedito una donna nello spazio: troppo maschilisti.
Oggi abbiamo avuto due donne pilota/comandante di shuttle… donne ai comandi di caccia ad alte prestazioni… andiamo, gli unici motivi per cui non ci saranno donne nello spazio sono sessisti o di carattere sociale.
Gli USA che vietano il volo lunare alle donne? State scherzando? Tutti i gruppi di femministe USA scenderanno sul piede di guerra. Se poi sulla Luna la NASA non farà sbarcare un afroispanonativo americano… che figuraccia per la nazione delle libertà.
Certo che se non ci saranno donne o uomini di colore che si presenteranno alle selezioni, nessuno li spedirà nello spazio, ma non mi risulta che nei bandi manchino. Per altro mi pare che l’impedimento maggiore non sia di tipo fisico, perché chiunque non abbia particolari problemi può accedere al rango di astronauta, sono poi le selezioni psicologiche a fare al differenza. Su nessun veicolo spaziale ci sono leve da tirare con forza come nelle astronavi della fantascienza di serie B.
Per le donne, se anche in America preferiscono fare la veline che le astronaute… è un problema loro.

Il problema è solo di ottusità mista a false credenze e sessismo, ancora permanente nel 2000…

Esistono donne e uomini che hanno i requisiti psicofisici per questi compiti,
quant’évvero che esistono donne che Combattono, Pilotano nell’aeronautica militare
e scalano gli 8000, navigano in solitario facendo record del mondo e battendo colleghi illustri…

Quindi per cortesia, siamo realisti: le donne non volano perchè i “capi” non le ritengono all’altezza
con pregiudizi, come dimostrato da alcuni post in questa discussione, contenenti dati stastistici
ma usati in modo distorto: com puoi da percentuali del genere arrivare alla conclusione: “La donna non può
perchè non reggerebbe”???

Tutto qui… :star_struck:

PS: Dame Ellen Patricia MacArthur, DBE (8 July 1976)
Previous holder of fastest solo circumnavigation of the globe in a yacht

Fonte Nautica On Line 20/4/2000

Si tratta forse di…
Riding Rockets di Mike Mullane? :nerd:

Ma non sarà, forse un problema prettamente fisiologico? Ad esempio quel problemino mensile che le donne hanno e che potrebbe renderle meno attive? Poi posso esagerare con la conformazione muscolare pettorale, quando non ci siano protesi, anche se in un episodio del dr.House si diceva che era espressamente vietato alle astronaute qualsiasi innesto siliconico. Poi, esagerando, potremmo parlare di momenti “isterici” ormonali…

Non sono una donna :stuck_out_tongue_winking_eye:, ma personalmente credo che una donna motivata ad essere astronauta non si farebbe alcun problema ad utilizzare presidi farmacologici (pillole antidolorifiche e cioccolata) per attutire eventuali sintomatologie derivanti dalla sindrome premestruale o altri problemi collegati.

In sostanza, riferito in generale ai recenti posts, rimango fermamente contrario alle quote rosa e favorevolissimo al solo attributo naturale richiesto, a mio parere, per questo mestiere: buona salute, preparazione psicofisica e cervello fino. A prescindere dal sesso, se vali DEVI emergere, altrimeni il problema è il sistema di selezione.

Basta un Brufen (ibuprofene) 400mg e non senti più nulla mi dice la ragazza qui vicino :blush:

:smiley: non attacca :smiley:

Francamente non vedo alcun tipo di problema per cui una donna non possa andare nello Spazio (già fatto, Tereskhova a parte, pensiamo a tutti i voli Shuttle ed ISS, pensiamo a Eileen Collins o Peggy Whitson) oppure operare efficacemente sulla superficie di altri corpi celesti (Luna in primis).

Si tratta di valutazioni “di parte” o maschiliste.
Non c’è esigenza del corpo femminile che non possa essere adeguatamente gestita con le tecnologie attuali (ma anche con quelle di ieri se è per questo) e con un adeguata progettazione.

Tutto il resto, a mio avviso, sono scuse…

Hmmm… sì, mi pare proprio che sia quello.

Paolo Amoroso

Il fatto che le donne abbiano volato e continuino a volare nello spazio dimostra che gli aspetti fisiologici e psicologici del ciclo mestruale non sono considerati un ostacolo per lo svolgimento dei compiti assegnati, o un rischio per la propria sicurezza e quella del resto dell’equipaggio.

Ripeto che nello spazio non si corrono rischi inutili ed evitabili. Si partecipa a una missione solo se si è pienamente idonei.

Paolo Amoroso

Allora visto che avete accusato Maxi di essere anti femminista devo difenderlo…sapete è mio marito… :stuck_out_tongue_winking_eye:
Non penso e non credo e sono sicura che avete frainteso quella che era solo una provocazione.
Dal mio punto di vista i dati sono solo dati e sono le persone che li possono stravolgere.
Quindi si ci sono state poche donne nello spazio negli anni precedenti l’avvento dello Shuttle…dovete ammetterlo.
Questo da cosa è dipeso?
Certamente dagli anni in cui queste missioni sono nate…certamente le donne non erano molto inserite nella vita professionale e non aspiravano a diventare imprenditori figurarsi astronauti!
La mentalità oggi è cambiata?
Ma devo dirvi che, purtroppo, la facciata è cambiata ma la sostanza è rimasta uguale.
Si perchè quando una donna va ad un colloquio di lavoro e si sente dire…“ma lei intende sposarsi?”, oppure “intende avere dei figli?” e con ciò naturalmente sottintendere di perdere ore di lavoro…non è che ci si senta molto apprezzate. :angry:
E credetemi la cosa è accaduta e non tanto tempo fa…
Per quanto riguarda la conformazione fisica della donna…mi pare diversa ma non nel senso che non potrebbe sopportare, dopo adeguato allenamento, le stesse prove del maschio, ops volevo dire uomo… :stuck_out_tongue_winking_eye: Certo ci sono donne e donne come uomini e uomini non tutti nascono o possono essere astronauti…
Ma il discorso vale per entrambi i sessi.
Quello che mi pare invece meno scontato sono le occasioni che le donne hanno di mettersi in mostra…non nel senso di veline o miss, rispetto a quelle degli uomini.
Ovvero solo una donna particolarmente brava, quasi un genio, riesce ad imporsi su uomini bravi ma non geniali solo perchè questi sono sempre preferiti.
Quindi prima di tutto occorre cambiare la società e la mentalità e poi riusciremo ad avere anche oltre il 50% di donne astronaute ma anche dirigenti d’azienda, imprenditrici, politici, etc.
E non solo perchè nascono le così dette “quote rosa” che non sono che un altro esempio di maschilismo celato… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Una possibile chiave di lettura, almeno per gli americani, può consistere nel fatto che i primi tre gruppi di astronauti (cioé fino a quelli del Programma Apollo) erano costituiti da militari o ex-militari. Considerando che, a quell’epoca, le donne non potevano rivestire i ruoli che ricoprono oggi nelle forze armate statunitensi, si capisce perché non siano state prese in considerazione.

Naturalmente esisteva anche un discorso sociologico, nella mentalità prevalente dell’epoca le donne dovevano restare a casa e fare i figli, al massimo potevano lavorare senza aspirare a cariche importanti (lavori tipo insegnanti, segretarie, ecc.).

Per quanto riguarda i russi il discorso è diverso, innanzitutto i russi già disponevano (dalla II Guerra Mondiale) di donne inquadrate nei nelle forze armate (sopratutto aviazione), in realtà fu proprio la pessima prestazione della Tereskhova a far perdere (almeno per un ventennio fino alla Savitskaja) interesse nel volo spaziale femminile…

Perchè dici pessima?
Da quanto lei stessa scrive non è che ha avuto un viaggetto in prima classe!
il volo della Tereshkova, il 16 giugno del 1963, fu un’operazione di assoluta propaganda. Com’è noto, era un’operaia tessile con una preparazione tecnica relativa, volò dentro una capsula totalmente automatica, ed ebbe la nausea quasi tutto il tempo
A 70 anni appena compiuti Valentina Tereshkova, la prima donna nello spazio, ha deciso di raccontare la verità su quel viaggio che si inquadrava nella lotta senza quartiere che le due superpotenze avevano ingaggiato anche fuori dall’atmosfera terrestre.
Così, in un clima di contrapposizione estrema (perfino sui termini: cosmonauti per l’Urss, astronauti per gli Usa), l’exploit di Valentina «doveva » essere un successo come lo erano stati quelli di Yuri Gagarin due anni prima e della cagnetta Laika nel 1957. In un’intervista a Komsomolskaya Pravda la Tereshkova racconta che all’inizio il lancio, quel 16 giugno 1963, era andato bene. «Fino all’ingresso nell’orbita terrestre» ha spiegato. Dopo una trentina di giri intorno alla Terra, però, i tecnici si accorsero di un tragico errore. La navicella Vostok, con le sue orbite, «si stava allontanando dal pianeta e non avvicinando». Presto sarebbe sfuggita alla attrazione terrestre per perdersi nello spazio. Dal centro di controllo furono impostate le necessarie correzioni. Ma i guai per la povera Valentina non finirono.
La navicella era minuscola, lei rimase legata al sedile con la tuta e il casco addosso per tutte le 70 ore e 50 minuti del volo. L’assenza di peso la faceva star male. «A un certo punto ho vomitato», ha raccontato. Il secondo giorno ha iniziato a farle male la gamba destra, al terzo il dolore si era fatto insopportabile. Il casco premeva su una spalla, un rilevatore sulla testa le causava un continuo prurito, le condizioni all’interno della tuta col vomito e tutto il resto si posso solo vagamente immaginare. Le navicelle Vostok non erano in grado di assicurare la sopravvivenza dei cosmonauti al momento dell’impatto con la superficie terrestre. Così, dopo il rientro, Valentina fu «sparata fuori» da una carica esplosiva, come avviene sui jet in caso di emergenza.
«Ero terrorizzata mentre scendevo col paracadute », ha raccontato. «Sotto di me c’era un lago e non la terra ferma. Ci avevano addestrato a questa eventualità ma non sapevo se avrei avuto la forza necessaria per sopravvivere». Il vento, fortunatamente, la spinse via. Ma nell’impatto Valentina sbattè la faccia contro il casco e si provocò un gran livido sul naso. Era dolorante, sporca, semisvenuta e venne portata subito in ospedale. Ma per l’onore dell’Unione sovietica il rientro della prima donna dallo spazio doveva essere trionfale. Così, appena si riprese, fu riportata nella stessa zona con una tuta immacolata e pronta a esibire il suo miglior sorriso per le cineprese. Cinque mesi dopo il Segretario generale Krusciov potè annunciare al mondo un altro colpo a sorpresa: il primo matrimonio tra cosmonauti.
Valentina e Andriyan Nikolayev, terzo uomo nello spazio, divennero marito e moglie. Si dice che a imporre l’unione furono i medici. Volevano vedere che figli sarebbero venuti fuori.

Mi pare quindi che i Russi hanno spedito una donna non perchè pensassero che fosse giusto o che fosse adeguatamente preparata e adatta al ruolo ma perchè sarebbero stati i primi a farlo!
Una semplice questione politica… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Sembra che il comportamento “psicofisico” della Tereskhova non sia stato adeguato alla situazione, e questo per bocca dei vari Kamanin, Mishin e lo stesso Korolev il quale, pur avendo patrocinato il volo, fu costretto ad annullare i seguenti in cui venivano impiegate donne.

Vorrei capire meglio l’estratto che hai inserito, chi l’ha scritto??
Come mai si parla di un allontanamento dall’orbita terrestre??
Per la Vostok, data la sua velocità orbitale imposta al lancio, era assolutamente IMPOSSIBILE sfuggire al campo gravitazionale terrestre.
Semmai entrò in un orbita leggermente divergente rispetto alla Vostok 5, il che la portava ad allontanarsi da questa ma non dalla Terra.

Per il resto la missione della Vostok 6 si svolse senza particolari inconvenienti e fu senz’altro dettata da motivi propagandistici anche se le candidate cosmonaute insieme alla Tereskhova ebbero lo stesso identico addestramento riservato ai loro colleghi maschi. Valentina fu scelta proprio perché era un’esperta paracadutista dote assolutamente necessaria dato che i cosmonauti abbandovano la Vostok a 7.000 metri e rientravano a terra appesi ad un paracadute.

Il blog di Claudia di Giorgio parla del fatto che questa paracadutista altamente specializzata era invece una semplice operaia tessile…e che il suo volo fu solo propaganda e niente di più!
Più che le capacita spaziali delle donne sovietiche (nessuna delle quali mise mai più piede su una rampa di lancio), ne esemplificò il coraggio
Ma come venne “costretta” a fare ciò?
Quali minacce le vennero fatte per farla salire su di una capsula?
Vero e proprio maschilismo questo…non vi pare? :stuck_out_tongue_winking_eye:

Vorrei anche far notare che mentre in Unione Sovietica vi era un corpo cosmonauta femminile ed uno maschile negli Stati Uniti non è mai accaduto che uomini e donne fossero separati.
Altra cosa da dire è che il corpo femminile russo fu abolito nel 1969 ed occorsero ben 19 anni prima che una successiva donna, Svetlana Savitskaya, voli per la Russia.
E questo solo perchè questi ultimi si sentivano spinti dal fatto che molte donne americane erano già volate nello spazio grazie allo Space Shuttle.
A detta dei russi tutto era dovuto alla “sindrome dello spazio” (mal di spazio) che colpiva maggiormente le donne rispetto agli uomini… :stuck_out_tongue_winking_eye: