dopo il disastro del challanger... l'errore di andare avanti

… e tutte le volte chiedo, senza per altro ottenere risposta, quale misterioso nesso esista fra integrazione orizzontale e/o verticale e tempo di permanenza in rampa…
Ogni volta che risorge questa discussione si dichiara che tutta la “colpa” del tempo di permanenza in rampa è dello stacking verticale, dimenticando che quello orizzontale è estremamente meno efficiente e penalizzante nelle prestazioni di lancio e molto più dispendioso in termini strutturali (non per niente si è deciso di effettuare uno stacking a Kourou del vettore Soyuz, almeno dove possibile, in verticale e non completamente orizzontale come in Russia, per guadagnare payload).
Mi ripeterò per l’ennesima volta ma che il lungo periodo di permanenza in rampa dello shuttle dipenda dallo stacking verticale, fino a prova contraria, è un ragionamento che non sta in piedi in quanto dipendente dalla complessità della macchina e non da come viene assemblata.
Ad ulteriore riprova basta prendere come casistica gli svariati vettori tradizionali esistenti, con integrazione verticale, orizzontale o mista e si vedrà che non esiste NESSUNA correlazione fra permanenza sul pad e metodo di stacking…

Ed ennesimo discorso già fatto, se lo shuttle fosse stato esposto all’ambiente esterno non per settimane ma per una sola notte, la notte prima degli incidenti, gli effetti sarebbero stati probabilmente esattamente gli stessi… l’OR si sarebbe congelato comunque e il blocco di ghiaccio al tanking si sarebbe formato ugualmente in quanto entrambi dipendenti dalle condimeteo delle ore imminenti al lancio e non da quelle di un mese prima…

Infatti molto semplicemente dopo anche una sola notte a quella temperatura non si doveva lanciare.
Questo lo si sapeva anche prima dell’incidente,ma il management decise di correre il rischio.
Circa lo stacking orizzontale,sbaglio o era contemplato in alcuni dei progetti STS presi in considerazione ai tempi dello sviluppo del sistema?
Dovrei consultare “la bibbia” di Jenkins.

Ora ci si perde in minuzie, ma il punto è che la navetta è ed è rimasta un prototipo. Doveva servire ad imparare a realizzare veicoli riutilizzabili, invece non si è imparato nulla perché poi è rimasto tutto come prima. Si, dopo l’86 furono revisionate ed erano solo esteriormente simili a quelle pre '86, poi c’è stato un nuovo aggiornamento, ma la linea di fondo non cambia.
Gli USA non avevano interesse a cambiare lo starus quo del sistema. Perchè non c’erano i fondi, perchè le aziende fornitrici avranno fatto pressioni per accaparrarsi anni di forniture di pezzi di ricambio, perchè i vari progetti alternativi forse erano a loro volta troppo dispendiosi, forse perchè terminata la ISS la navetta non aveva più ragion d’essere. Si sapeva che il programma Shuttle prima o poi doveva terminare anche perchè dissanguava e paralizzava l’atttività della NASA.
La responsabilità cade tutta sulle spalle della politica USA, repubblicani o democratici che siano, che si sono prodigati in altisonanti proclami sbandierando prima Marte, poi il silenzio più totale per riemergere timidamente con la Luna ed oggi, con Obama, che tira le somme del programma spaziale USA e dice senza dirlo che è un disastro, grazie ai suoi predecessori.
Come dire: chi si ferma è perduto.
La NASA sarà come la fenice?

quest’ultimo passaggio va decisamente a favore di quello che sta combinando obama con la nasa…

Scusate se ripesco questa discussione; personalmente non so se sia stato un errore andare avanti dopo il challenger, e sono certo che oggi lo shuttle, per il 90% del suo inviluppo di volo, sia un mezzo ormai maturo dal punto di vista della sicurezza.

Però, una cosa è innegabile: lo Shuttle è l’unico veicolo spaziale che abbia mai volato SENZA UN SISTEMA DI SALVATAGGIO PER L’EQUIPAGGIO. Il rischio zero non esiste, ma certamente senza un sistema di launch escape, e con la concomitante presenza di due boosters a propellente solido di potenza infernale, non spegnibili, non si può certo dire che l’STS, pur con tutti i controlli di questo mondo, sia un mezzo sicuro. Finché non succede niente, è sicuro, ci mancherebbe! Anche le Formula 1 prima di Senna erano considerate sicure, finché non arrivò il Gran Premio di Imola del '94.

Non so voi, ma io ad ogni decollo dello Shuttle, a pensare a sette uomini senza possibilità di scampo, ho il patema d’animo…

e io ogni volta che entro in macchina e mi metto la cintura penso… e se vado fuori strada, mi si blocca la cintura, sono ferito e la macchina va a fuoco cosa faccio?

L’auto non ha alcun sistema di escape per casi come questi (o tanti altri), ma continuiamo a usarla tranquillamente e incoscientemente.

Si ma l’auto che usi tutti i giorni non è un prototipo altamente sperimentale la cui cellula ha un’età di oltre vent’anni, appollaiato sopra millesettecento tonnellate di esplosivi, mille dei quali non si possono spegnere una volta accesi, e che viaggia in atmosfera a velocità ipersoniche… :stuck_out_tongue_winking_eye:

98,47% delle missioni eseguite con successo in quasi 30 anni di servizio…
Io patemi d’animo non ne ho assolutamente…anzi è sempre un’ emozione vederlo partire ed atterrare…
Quando penso che fra un annetto questo spettacolare spazioplano non volerà più…mi si stringe il cuore… :cry: :cry: :cry:

Che sia uno spettacolo eccezionale siamo tutti d’accordo :ok_hand:
Anche a me, sentimentalmente, spiace tanto che le navette vadano al museo…

Lo Shuttle chiude non tanto perchè è pericoloso (in realtà per uno spazioplano sperimentale è molto sicuro,e mai lo è stato come adesso),ma perchè in barba alle promesse di economicità è un mezzo eccezionalmente costoso.
Per renderlo sicuro uno dei principali compiti per i quali era stato costruito (lancio di satelliti e sonde) è stato cancellato.
Si è scoperto che è molto più conveniente lanciare i satelliti con vettori a “perdere” ,e che catturare un satellite nello spazio per riportarlo a terra e ripararlo dal punto di vista economico è una follia.
Ora che la ISS è stata costruita ci troviamo con un mezzo troppo grande,troppo costoso e per gran parte inutile;un mezzo che con il suo budget drena risorse che potrebbero essere più proficuamente impiegate per l’esplorzione e l’innovazione.
Anche a me spiace molto dal punto di vista sentimentale,ma è ora di chiudere STS.

E resta indiscusso che quando si sale su un qualsiasi mezzo di trasporto, esiste sempre un rischio. Il mezzo supersicuro esiste solo nelle nostre speranze future o nelle nostre illusioni. anche i moderni missili hanno un’affidabilità superiore al 99,98%, ovvero sono sicuri, eppure per essere manned occorre fare di più. Più di così? La navetta, prototipo o ferrovecchio che sia risponde ai requisiti manned, ma in un mondo estremo, il rischio è SEMPRE più elevato che guidando la propria automobile.
E quando in un futuro i voli spaziali saranno più sicuri, se mai li faranno, il rischio incidente sarà sempre presente, è solo la nostra abitudine al NON incidente che ci svia. Per il resto, ci possono capitare incidenti incredibili senza andare nello spazio. Le statistiche sono piene di gravi incidenti provocati da banalità assurde. C’è poi sempre il NON SI SA MAI, quegli incidenti che finchè non avvengono non si riescono a prevedere…

Questo è vero: il rischio zero non esiste e spesso si verificano guai per colpa di eventi imprevedibili o per errori banali eccetera.

Rimango comunque dell’idea che la scelta consapevole di non dotare lo Shuttle di alcun mezzo di salvataggio per il crew, confidando nella sua assoluta affidabilità (Titanic-style) con alle spalle un numero di voli irrisorio rispetto a quello che dovrebbe fare un qualsiasi velivolo commerciale per essere certificato, fu secondo me irragionevole ed irresponsabile.

Un’altra considerazione: la sua non sicurezza intrinseca ed il suo costo per ogni lancio non sono due fattori necessariamente slegati, secondo me. Immagino che qualsiasi controllo su qualsiasi componente critico sia, sull’STS, ulteriormente ridondante proprio perché non ci si può permettere assolutamente che determinate avarie accadano. Questo costa.

L’ultima cosa che hai detto è a mio parere molto vera!
Credo che buona parte dei costi dei voli shuttle sia da imputare al fatto che per avere una “certa” sicurezza si debba rincontrollare ogni singolo bullone ad ogni volo e non semplicemente metterlo in verticale e farlo ripartire.

ed è questo, ad aver fatto falire il progetto, insieme all’inutilità sopravvenuta dei requisiti di progettazione…

Il vero problema è che non ci sono sistemi di sicurezza validi per un veicolo come la navetta. Sedili eiettabili, cabina eiettabile ed altri marchingegni comportano aumento di pesi, costi e dispositivi in più che possono guastarsi. I costi esorbitanti sono da imputare ai controlli meticolosi, infatti nessuno dei due incidenti gravi sono imputabili alla macchina in sè, ma ad eventi esterni connessi alla macchina. Nel primo una fuga di gas caldi che ha investito, con tutti i posti che c’erano, proprio un elemento sensibile. C’erano già stati altri casi in passato di perdite, ma proprio lì…!
Quante volte la navetta è rientrata con piastrelle danneggiate o mancanti, pensiamo al primo volo ad esempio, e poi quella piastrella rotta…
La macchina in sè è sicura, come qualsiasi altra. Questa poi è scrupolosamente controllata, resta l’esterno, le decisioni strategiche prese dai responsabili dei voli… come negli incidenti aerei un concatenarsi di eventi che portano al disastro.
Non si può consultare gli astrologi prima di ogni lancio, suvvia…

Secondo me è un errore ragionare a compartimenti stagni. Mi spiego: dire “la navetta in sé è sicura; gli incidenti capitano per eventi esterni”. Sono convinto anche io che la navetta, di suo, sia sicura, ma i sistemi di sicurezza devono trarti in salvo a prescindere da quale sia l’origine del problema, interna o esterna. La Soyuz in sé è sicura, ma in un caso si verificò un “evento esterno” (problema al vettore) e la torre salvò l’equipaggio.

Per quanto mi riguarda, la stessa concezione dell’STS è concausa dei suoi incidenti, insieme alla “sfiga” (concedetemi il termine, perché rende):

CASO CHALLENGER:
orbiter più piccolo e montato in cima al vettore, e non lateralmente, a una distanza di sicurezza dai propellenti, OPPURE: orbiter funzionante con un equipaggio minore, che renda fattibili i seggiolini eiettabili e/o la cabina eiettabile, come sui caccia F-111 o sul bombardiere B-1A (o con LAS come sul nostrano Aries). Risultato: equipaggio salvo (o comunque con possibilità di salvezza).

CASO COLUMBIA:
come sopra, orbiter più piccolo e montato in cima al vettore, quindi non soggetto a danni dall’external tank. Risultato: equipaggio salvo. Il prezzo di questa configurazione sarebbe stato di avere SSME non riusabili (navetta in cima; motori in basso), ma non sarebbe stato un aggravio di costi e comunque davanti alla sicurezza le altre considerazioni diventano (per me) secondarie.

Questo è ciò che penso… non fustigatemi :flushed:

La sicurezza, si, ma la sicurezza assoluti è e resta un’utopia. Per avere una sicurezza totale… non volare.
Tutte le proposte che hai fatto andavano bene per un shuttle b, c, d… invece sono rimasti alla a, per motivi ampiamente discussi. Per altro le stistiche, e non le ho fatte io, danno la navetta come più sicura di un monopattino… oppure, visto che anni fà un Airbus al decollo dall’aeroporto di Baghdad è stato colpito da un RPG, allora ogni aereo civile dev’essere dotato di flare o di contromisure elettroniche?
Oppure dobbiamo dotare la navetta di cannoni in caso d’incontri con alieni ostili?
Voglio dire, con la fantasia posso creare innumerevoli situazioni di rischio, ma poi devo valutare quali hanno più probabilità d’avverarsi e che ci sono degli eventi che non si possono prevedere fin tanto che non accadono.
Posso anche prevederli, ma se poi una catena di eventi m’impedisce di sfruttare i sistemi di sicurezza?
Cerchiamo di restare con i piedi per terra. La navetta, vecchia come si vuole, è sicura. Usando un detto molto in voga: “per l’impossibile siamo a posto, per i miracoli ci stiamo attrezzando…”
Ah, a proposito di Soyuz sicure, lo dici tu a Komarov ed ai tre della Soyuz 11 di stare tranquilli, che è tutto a posto? E dei voli di qualche anno fa dove una giapponese ci ha rimesso le costole in atterraggio? L’elenco degli incidenti NON mortali non è breve e serve a ricordarci che stiamo giocando con l’estremo. E’ un rischio e sappiamo di rischiare. Se la TV ci fà credere che andare su e giù dall’orbita sia facile come prendere l’autobus, allora questo è un problema solo nostro.

Per quanto mi riguarda ti sei risposto da solo :wink:
Adoro lo shuttle, come tutti, e penso sia una meravigliosa macchina, la più avanzata mai realizzata. Ma penso che per quanto riguarda il fattore sicurezza (oltre che per i costi eccetera eccetera) sia obsoleta. Quindi spero che termini la sua attività entro quest’anno come previsto. :wink:

Non ricordo nei dettagli il problema di Soyuz 11 (decompressione dopo il distacco dalla Salyut, giusto? Se non ricordo male, dopo l’incidente l’equipaggio fu ridotto a due uomini e furono imposte procedure di sicurezza più adeguate, ma chiedo lumi a chi ricorda meglio).

Quanto al valoroso Komarov, fu semplicemente, e purtroppo, mandato in orbita con un veicolo non a punto (si verificarono avarie di ogni genere) e ne pagò le conseguenze. Certo non possiamo paragonare il concetto di “sicurezza” degli anni '60 con quello di due o di quattro decenni dopo. Non penso che potremmo giustificare oggi le missioni lunari con gli stessi standard di sicurezza (o di insicurezza) accettati all’epoca.

Io non sono d’accordo sul fatto che sia obsoleta. “Obsoleto” significa non più applicabile perchè i tempi si sono evoluti.
Nel caso dello Shuttle, per risolvere il problema della sicurezza, torniamo verso soluzioni che venivano usate prima che lo Shuttle esistesse, ovvero capsule piccole e montate in cima al lanciatore.

Semplicemente, per le funzionalità che gli si volevano dare, lo shuttle non poteva essere così. Te lo vedi tu uno shuttle montato in cima all’ET? E quindi si è scelto un design diverso che ne ha fatto la nave spaziale più avanzata che l’uomo abbia mai costruito.
Putroppo, secondo me, era troppo avanti con i tempi, e non si è riusciti a far sì che una macchina con tali capacità fosse anche sicura e soprattutto conveniente dal punto di vista dei costi.

Naturalmente un STS aggiornato ai nostri giorni dovrebbe prevedere uno Shuttle più piccolo montato in cima all’ET ed un sistema di lancio modulare in grado di lanciare sia la navetta che vari carichi utili (moduli,satelliti,ecc).
Il problema odierno non è tanto la sicurezza assoluta ,che è un utopia con qualunque tipo di aereoplano o veicolo spaziale,ma i costi:
E’ come se aveste una magnifica e capiente station wagon progettata negli anni 70 con la promessa di abbattere le spese di trasporto ,ma che in realtà vi costa un capitale in manutenzioni frequentissime e in pieni di carburante.
In più vi accorgete pure di non utilizzare neanche per la metà quello spaziosissimo bagagliaio.
Il problema attuale è comprate una nuova auto più funzionale , prendete il taxi o affittate una macchina?
Certo,col taxi o con l’auto in affitto non potete fare lunghi viaggi fuori città.
La soluzione che sembrerebbe delinearsi è "affittiamo una utilitaria per andare in centro ed intanto ci facciamo costruire una nuova auto da utilizzare per lunghi tragitti e week end in altre regioni.