Dream Chaser: Lockheed Martin consegna a Sierra Nevada la prima struttura

Si, ma parliamo di investimenti giganteschi (forse superiori al miliardo di dollari) e non credo basti un “cosi abbiamo un veicolo in piu’, che non si sa mai” (sono ironico ovviamente) :blush:
Volevo capire se esiste un “case” specifico e sostenibile per il quale e’ stato sviluppato il progetto

se venisse fatta, servirebbe la stazione spaziale di Lockheed Martin e soci, sempre che venga fatta anchessa: Starlab e/o servirebbe quella di Sierra Nevada e <altri> soci: Orbital Reff (se Boeing non punta i piedi per privilegiare la sua Starliner)

Con Starship, anche unmanned ma servita da dragon manned, in arrivo, HLS ne sarebbe una demo, mi sa che la concorrenza a SpaceX non vede ripagabili i propri sforzi con missioni simil STS.

(Il servizio per la ISS dovrebbe esser abbandonato da Starliner o da Soyuz per offrire lavoro redditizio anche a DC)

Di sicuro per ora c’è solo Dragon. Stazioni private siamo in attesa.
Quando ISS sarà dismessa ci sarà la sostituta privata? Se no, della Dragon che si fa?
Direi che al momento c’è posto per tutti, se poi passa la politica di commercializzazione magari Dragon, SS, Sar… E DC potrebbero non bastare.
Io vedo il bicchiere mezzo pieno.

La NASA, cioè il congresso, non ne vuol sapere di dismettere la ISS prima di avere un’altra stazione: nello specifico puntano su quella di Axiom.
I primi moduli sono in costruzione e speran di cominciare aggiungendoli all’ISS già dal 2024 (poi sappiamo cosa c’è tra il dire ed il fare in astronautica…)

Quello che si farebbe di qualunque navetta pre servizio regolare di Starship: molto poco!

Ci aggiungerei, tra le sicurezze, la capacità statunitenze di sostenere le proprie ambizioni: quel bicchiere mezzo vuoto si riempirà e prima del quartino di chiunquealtro (anche se non prestissimo)

era più bello prima imo, l’hanno un po’ deturpato rispetto al progetto originale, in pratica un HL-20 dei nostri giorni, la catheram 7 dello spazio insomma…progetto datato, stile vintage ma prodotto ai giorni nostri! lo trovo un po’ osceno oggi a dire il vero, c’è qualcosa che mi turba nel suo aspetto estetico…speravo taaantissimo rimanesse com’era nei primi rendering, o meglio, com’era ai tempi dei voli planati lanciato dall’elicottero, parliamo del 2013 se non erro…ecco, quell’estetica lì per me era imbattibile…

In casa Sierra Space non si perdono d’animo nonostante il volo inaugurale è slittato di volta in volta più in là nel futuro, per un motivo o per un altro. Piano piano i tasselli stando andando al loro posto, le varie squadre specializzate di supporto a terra stanno acquisendo le competenze e le abilità necessarie per essere pronti al grande giorno.

Ad esempio Sierra Space ci informa che una di queste ha partecipato a sette settimane di formazione presso il Centro di Ricerca Glenn della NASA in Ohio. Qui la squadra ha imparato come manovrare il Dream Chaser durante le operazioni di sollevamento a terra. Ovviamente è stato impiegata una struttura che ricalca le dimensioni e la massa del “vero” Dream Chaser chiamato Iron Bird, l’uccello di ferro. Il corso ha promosso gli operatori della gru e tutti i membri della squadra. Sono pronti a movimentare Tenacity :rocket:

Lezioni teoriche e pratiche non solo in Ohio. Anche il personale della sala di controllo missione è stato tra i banchi nel mese di ottobre. I direttori di volo di Sierra Space si sono coordinati con i colleghi della NASA da dove viene gestita la Stazione Spaziale Internazionale. La perfetta comunicazione tra i due reparti è essenziale per assicurarsi che ci sia il massimo controllo e padronanza di ciascuna fase della missione del Dream Chaser e non solo quelle critiche. È uno scenario nuovo sia per Sierra Space che per NASA, un sogno che presto diventerà realtà!

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Terzo capitolo della serie Mission: Tenacity. Parallelamente al concetto di spazioplano, Sierra Space sta spingendo tanto sulla ricerca dei propulsori: dalla tipologia di combustibili meno tossici e pericolosi da maneggiare a tecniche di combustione avanzate come la tecnologia Vortex. Questo video ci mostra una frazione del lavoro svolto dagli ingegneri che stanno sviluppando le componenti per il sistema di controllo d’assetto del Dream Chaser. Direi che spesso non si percepisce quanto tempo viene dedicato dallo schizzo su carta al prodotto finito, un processo di prototipazione lento e complesso alla ricerca dell’ottimo del progetto.

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Un passo più vicini al completamento di Tenacity, quando vedremo il Dream Chaser nella sua veste definitiva. In Sierra Space si celebra l’invio di uno dei propulsori del sistema per il controllo di assetto presso la linea di montaggio di Louisville, dove sta nascendo Tenacity.

Che simpatico il piccolo razzo di motore, in primo piano, sul carrello portautensili…

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si procede con il montaggio delle piastrelle refrattarie dello scudo termico di Tenacity

l’utilizzo di piastrelle nere e bianche serve a distribuire opportunamente il calore assorbito durante la permanenza in orbita e a dissipare in modo efficace il calore del rientro atmosferico

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Un altro passo in avanti, un giorno cerchiato di rosso tra i dipendenti di Sierra Space. Gli elettroni hanno iniziato a fluire nei cavi elettrici del Dream Chaser, fornendo per la prima volta alimentazione ai sistemi dello spazioplano. Il personale addetto al collaudo ha così acceso i computer di volo, verificato la capacità di generazione di elettricità dei pannelli fotovoltaici e svolto altre verifiche preliminari.

Perché è tanto importante la prima accensione del Dream Chaser? Beh, segna il momento di transizione tra anni di progettazione e simulazione e le vere prove sul campo dei propri sforzi. Niente più della realtà è in grado di dare un giudizio dell’operato fatto!

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Lascia ben sperare, indizio che potremmo essere vicini (eventualità meno remota) all’epilogo. Jasmin Moghbeli e Satoshi Furukawa hanno partecipato alla prima sessione di addestramento inerente il Dream Chaser, essendo il lancio previsto mentre si troveranno a bordo della stazione spaziale. Non è detto che facciano in tempo ad accogliere Tenacity prima che la loro missione (Crew-7) volga al termine a febbraio 2024. Tuttalpiù sarà l’equipaggio successivo a farlo, ma intanto possono fornire indicazioni sulle modalità dell’apprendimento, aiutando Sierra Space a crescere sotto questo aspetto.

L’addestramento si è svolto a marzo presso la sede di Sierra Space, a Louisville (Colorado), ed era frazionato in quattro parti:

  1. Si parte con le basi. Lezione teorica su cosa è il Dream Chaser, come funziona, descrizioni delle fasi della missione e conoscenza dei sistemi ed equipaggiamenti.
  2. Lezione incentrata sull’avvicinamento e l’attracco assistito dello spazioplano. Gli istruttori si sono soffermati nello spiegare la sequenza di eventi e di quando questi cronologicamente avvengono, oltre alle procedure che gli astronauti dovranno eseguire
  3. Presa di contatto e familiarizzazione con gli equipaggiamenti e le superfici del Dream Chaser. Al modello in scala 1:1 gli astronauti hanno messo in pratica quanto appreso nelle lezioni frontali e gli istruttori li hanno aiutati nell’orientarsi nella navetta. Hanno colto l’occasione per spiegare come maneggiare le attrezzature e le interfacce, ad esempio i boccaporti, oppure la tecnica d’ingresso/uscita dalla navetta.
  4. È un veicolo cargo, è doveroso conoscere i sistemi di stivaggio (borse, fibbie a strappo, …) e di come si recupera in sicurezza dalla stiva la merce. Ovviamente vale l’azione opposta, le modalità di stivaggio affinché i carichi utili ritornino sulla Terra integri.
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Nessuna grossa novità da Sierra Space, ma il Dream Chaser progredisce. Tenacity ha ricevuto l’impennaggio verticale di coda: timone e deriva, realizzati quasi interamente in titanio. Si tratta delle prime superfici di controllo a venire installate sullo scafo dello spazioplano.

https://twitter.com/SierraSpaceCo/status/1694786736218427809?s=20

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Viene ancorata al meccanismo di apertura dello Shooting Star la coppia di pannelli fotovoltaici. Ogni ala è composta da tre moduli di celle solari ripiegati su se stessi, aventi con una lunghezza unitaria di 150 centimetri.

https://twitter.com/SierraSpaceCo/status/1696647177357930682?s=20

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La parte posteriore del Dream Chaser Tenacity in questo tweet di Sierra Space, in costruzione in vista del primo lancio.

Si tratta della sezione dove vengono alloggiati i serbatoi dei propellenti e dell’elio e dove verrà collegato il modulo cargo Shooting Star.

https://twitter.com/SierraSpaceCo/status/1699527935944999255?t=Ahyv79SErRi0GFWi3Mk0Tg&s=19

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Il profilo di volo del Dreams Chaser nelle missioni cargo

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Bel filmato! Certo che 7 navette tutte che si chiamano Tenacity… potevano ritexturarle un minimo!

Bello davvero. Avevo però dimenticato che non avesse un sistema di attracco automatico. Mia considerazione….mi sembra di tornare indietro. Nel caso le nuove stazioni spaziali avessero bisogno di missioni di rifornimento, senza braccio robotico sarebbe impossibile soddisfare qualsiasi tipo di richiesta. ( ovvio che hanno il contratto solo per ISS, ma da azienda lungimirante una pensatina c’è l’avrei fatta):face_with_raised_eyebrow:

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Uno strappo alla regola mi è concesso, rispondo alla tua affermazione senza dilungarmi eccessivamente. Altri veicoli cargo che adottano la modalità di attracco assistito - berthing - si stanno evolvendo in favore all’attracco automatico. il primo della serie è stata la Cargo Dragon di prima generazione, il prossimo anno dovrebbe avvenire il debutto di HTV-X (HTV-XG quando servirà il Lunar Gateway) con un’interfaccia di attracco compatibile con gli International Docking Adapter, discostandosi dal predecessore HTV che veniva afferrato dal Canadarm2. Inoltre in Northrop Grumman si sta vagliando l’ipotesi di una versione Cygnus in grado di attraccare autonomamente alle stazioni spaziali del futuro. Ho usato volutamente questi termini generici perché non è certo che lo step evolutivo diventi realtà e che effettuerà voli verso la Stazione Spaziale Internazionale.

Capisco che possa sembrare un passo indietro considerando la direzione intrapresa dai veicoli di rifornimento che ti ho citato. Considera che Common Berthing Mechanism porta in dote un portello di grandi dimensioni, quindi è l’unica soluzione per portare all’interno dei moduli oggetti voluminosi che altrimenti non passerebbero dal ridotto passaggio del NASA Docking System. Dopo il ritiro di HTV, l’unico veicolo rimasto a servirsi del Canadarm2 è Cygnus e nonostante ciò svolge egregiamente il suo prezioso lavoro, trasportando beni che le altre navicelle cargo non possono. Per le esigenze della Stazione mantenere questa caratteristica con il Dream Chaser, diventa un sistema ridondante con Cygnus, ha i suoi benefici.

Quante cose non varcano la riservatezza degli uffici! Nulla ci vieta di supporre che in Sierra Space abbiano pensato all’implementazione dell’attracco automatico per il Dream Chaser. A maggior ragione quando dovrebbe essere un pilastro dei prossimi avamposti umani di società private.

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