E' morto il padre della missilistica cinese

Qian Xuesen, riconosciuto come il padre del programma spaziale e del programma missilistico nucleare cinese, è morto sabato scorso a Pechino all’età di 98 anni.

Nato nella città di Hangzhou, si laureò alla Jiaotong University in Shanghai, vinse una borsa di studio per gli Stati Uniti e si laureò al MIT continuando poi il dottorato alla Caltech dove fondò e divenne direttore del “Daniel and Florence Guggenheim Jet Propulsion Center” collaborando attivamente con il noto JPL.

Durante la seconda guerra mondiale lavorò con la “Scientific Advisory Board” dell’U.S. Army che lo inviò in Germania per interrogare gli scienziati Nazististi tra cui anche Werner Von Braun.

Ritornato negli Stati Uniti, nel 1950 venne accusato dall’FBI di essere un membro del partito comunista, raccolse tutte le sue carte in otto casse e si preparò con la famiglia a lasciare il paese ma venne arrestato alla dogana con l’accusa di spionaggio e detenzione di materiale classificato.

Qian negò ogni accusa ed in effetti l’analisi dei documenti classificati si rivelò negativa ma dato che era a conoscenza di informazioni critiche riguardo ai programmi missilistici militari, gli venne negato l’espatrio e tornò al suo lavoro al Caltech anche se con accesso limitato alle informazioni e sempre sotto il controllo dell’FBI.
Nel 1955 riuscì finalmente a tornare in Cina apparentemente durante un scambio con 11 prigionieri americani della guerra di Corea.

In Cina fu accolto come un eroe e divenne direttore del programma missilistico nazionale, dove negli anni diresse i programmi ICBM ed il programma spaziale che portò nel 2003 il primo Cinese nello spazio con la capsula Shenzou.

L’ex Segretario della U.S. Navy Dan Kimball, a proposito della cacciata disse: “è stata una delle cose più stupide fatte dagli Stati Uniti, Qian non era più comunista di quanto lo fossi io”.

La Caltech nel 1979 gli conferì il “distinguished alumni award” come premio per il suo lavoro pionieristico nella scienza missilistica.

Nel 1989 pare abbia sostenuto la repressione contro gli studenti in rivolta nella Piazza Tienanmen e nel 1999 la commissione Cox del Congresso Americano lo definì apertamente una spia per aver fornito materiale classificato al governo Cinese.

La causa della morte non è stata rivelata.


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Secondo Wikipedia era anche noto come Tsien Hsue-Shen, infatti nei documenti NASA compare come H.S. Tsien.

Interessante scoprire che progettò nel 1949 lo Tsien Space Plane, precursore dell’X-20 Dyna Soar.
Lo Tsien Space Plane, direttamente derivato dalla V-2 di Von Braun, era un winged-rocket a decollo verticale di 22 ton che poteva trasportare 10 persone entro un range di 5000 Km, quindi da NY ad LA in 45’.

La propulsione durava 60" e lo portava a 160 Km di altezza (possibile?), 500 km di distanza ed a una velocità di 14.740 Km/h, quindi iniziava una discesa planata negli strati alti dell’atmosfera, fino ad atterrare a 240 Km/h.


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Negli anni '70 propose al governo Cinese uno spazioplano simile all’X-20 lanciato da uno CZ-2 con due boosters laterali, come si vede a sinistra nel primo allegato.
Negli anni’90 iniziò lo studio “Phase 3 of Project 921” per uno spazioplano operativo per il 2020 (secondo allegato).


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Da profano della tecnica ma facendo un conticino sull’accelerazione direi di no, accelerare da 0 a 14740 km/h in 60 secondi significa avere un’accelerazione media di 68 m/s^2 circa, cioè 7 g, che già di per se sarebbe estremamente scomoda. In più bisogna considerare che negli ultimi secondi di volo di un veicolo, quando è più leggero, l’accelerazione è molto più alta del valore medio.

Uhm 7G… una bella botta direi!