E' morto Leonid Kizim

E’ morto ieri in Russia l’ex cosmonauta Leonid Denisovich Kizim, comandante veterano di tre voli spaziali a bordo delle stazioni spaziali Saliut e MIR.

Kizim era nato il 5 Agosto 1941 a Donetsk, nell’allora Repubblica Sovietica dell’Ukraina.
Pilota della Forza Aerea Sovietica, egli entrò a far parte del Corpo Cosmonauti nel Novembre 1965.

Il suo primo volo orbitale fu come comandante della navicella Soyuz-T3, nel Novembre 1980, per una breve missione di 13 giorni sulla Saliut-6, dedicata alla riparazione di alcune apparecchiature.

Il secondo volo, nel Febbraio 1984, fu un volo di 237 giorni sulla Saliut-7, che aveva raggiunto con la Soyuz-T10, assieme a Vladimir Soloviev e Oleg Atkov.

Il suo terzo volo fu nel Marzo 1986, con Vladimir Soloviev sulla Soyuz-T15.
La missione, di 125 giorni, comportò un aggancio ed un soggiorno sulla stazione MIR, un distacco con visita alla Saliut-7 ed infine un ritorno alla MIR.

Kizim si ritirò dal Corpo Cosmonauti nel 2001.

Fonte: Roscosmos

Godspeed Leonid… :disappointed:

L’ultima missione di Kizim mi ha sempre affascinato, la visita di due stazioni nel corso dello stesso volo, oggi anche questo è pura fantascienza!
R.I.P Leonid!

La sua prima missione è stata la Soyuz T-3 nel novembre del 1980.
Di quella missione facevano parte oltre a Kizim come comandante, anche Strekalov e Makarov.
La cosa è un po’ triste e anche lugubre ma i tre cosmonauti che hanno partecipato a quella missione sono tutti deceduti.

Paolo D’Angelo
www.paolodangelo.it

Ma è una mia impressione o in genere cosmonauti se ne va vanno sempre piuttosto presto rispetto ai colleghi americani? O_o

E’ un’impressione che ho avuto anch’io, e le cause possono essere molteplici, quali stress maggiore al lancio o tempi di permanenza in orbita maggiori con conseguenti maggiori esposizioni a fattori di rischio, ad esempio.

Non è perchè in Russia la vita media è inferiore a quella dei Paesi Occidentali e in USA?

Sì, ma si presuppone che almeno i cosmonauti siano stati seguiti, curati e trattati in maniera ottimale: in fondo sono la “vetrina” per il loro paese.

Ad oggi sono 63 le persone decedute che hanno avuto la fortuna di andare almeno una volta nello spazio.
Di queste 63 (4 donne e 59 uomini) ci sono 1 tedesco, 1 israeliano, 27 russi e 34 americani.
C’è da dire però che molti astroauti USA sono morti per incidenti (2 su Apollo 1, 13 su Shuttle e poi 1 suicidio, 3 incidenti aerei ed 1 motociclistico). Sul versante russo ci sono 4 morti “spaziali” (Soyuz 1 e Soyuz 11) ed 1 solo incidente aereo.
Tutti gli altri per malattia o comunque cause naturali.

Io credo che su tutto incida anche la qualità di vita (nonchè l’assistenza sanitaria) completamente diversa tra i due paesi. Inoltre direi che i russi (almeno molti di loro) fanno largo uso di alcool e questo non penso faccia bene alla salute.

Paolo D’Angelo
www.paolodangelo.it

3 su Apollo 1 e 14 sullo Shuttle (purtroppo)…
Comunque più che i numeri puri (che dicono quel che dicono) sarebbe più interessante conoscere le percentuali rispetto ai numeri complessivi.

se si considera chi non era astronauta perchè non aveva mai volato allora sullo Shuttle sono 11 perchè Michael J. Smith e Dick Scobee erano anche loro oltre C. McAuliffe al primo volo.

Paolo ha scritto di astronauti USA deceduti che hanno volato nello spazio o morti durante il volo.
Per Apollo-1 non considera Chaffee che non ha mai volato nello spazio.
Per STS-107 ha già considerato a parte l’ Israeliano Ramon, quindi restano 6 Americani

  • i 7 del Challenger, morti durante la missione.

Grazie Fausto. Giusta osservazione.

Le persone che sono state lanciate nello spazio (count-down che arriva a 0) sono ad oggi 518.
Di queste 56 appartengono al gentil sesso.
335 americani, 105 russi ed il resto… tutto il resto del mondo.

Paolo D’Angelo
www.paolodangelo.it

:flushed: Giusto, specialmente riguardo Ramon e Chaffee, chiedo scusa :flushed:
Resta valido il mio pensiero riguardo le percentuali di morti rispetto al complessivo degli astronauti e quelle dei cosmonauti. Poichè potrei fare qualche erroraccio tipo quello appena visto, mi affido a voi: secondo voi è più alta la percentuale americana, quella russa o sono “lì e lì”?

io penso che siamo “lì e lì”.
Delle prime 21 persone che sono state lanciate nello spazio solo 7 sono ancora vive. Sono deceduti 8 sovietici e 6 americani.
Si deve anche considerare l’età. Molti muoiono ormai ottuagenari. Ma più o meno siamo la.
Anche le cause di morte per malattia più o meno si somigliano.
Insomma io penso che la percentuale sia la stessa almeno tra persone che hanno volato.
Se poi la percentuale la cerchi tra persone selezionate per volare nello spazio, le cose un po’ si complicano perchè la NASA ha selezionato più persone rispetto ai sovietici.

L’emozione però nel sentire che è morta una persona che io (o tu) considero un eroe si da quando sono bambino mi colpisce come fosse un lontano parente.

PS tutti questi numeri io li ho perchè sin da bambino mi sono divertito a fare (inizialmente a penna su fogli protocollo ed ora su excel) listati di persone in generale, russi, americani, cinesi, missioni in generale, missioni russe americane cinesi, donne, deceduti o ogni altra curiosità spaziale.

Paolo D’Angelo
www.paolodangelo.it

Chi è l’americano che si è tolto la vita?

Brady.

Ah, quindi sarebbe questa la definizione di astronauta? Ho sempre pensato che uno dei requisiti per essere considerato astronauta fosse quello di aver portato a termine almeno una missione spaziale…infatti ad esempio Michael John Smith (disastro Challenger) non credevo venisse considerato astronauta…e neppure i rookie del disastro del Columbia…

Credo che i sette del Columbia siano fuori discussione.
A mio parere, essi hanno completato il volo orbitale.

Tanto per tirare in ballo ancora una volta RR; nel libro MM ricorda che per essere considerati a pieno titolo astronauti bisogna superare la fatidica soglia delle 50 miglia (vedi Gold Grade Astronaut Pin), tuttavia secondo Mike, per quanto riguarda lo Shuttle, all’accensione dei SRB si ha l’onore di essere considerati astronauti a pieno titolo.