Caspita che certezze che hai!
Con rispetto,
Ciao,
Giovanni
A parte la mia assoluta non intenzione di mancarti di rispetto (e non credo di averlo fatto), articolo meglio il mio pensiero.
Ogni volta che mi trovo o mi sono trovato ad ascoltare le tesi di chi supporta verità storiche “alternative” o “cospirazioniste” mi imbatto sempre nella stessa serie di fenomeni, francamente molto noiosi:
a) la “verità ufficiale” viene sempre accantonata, messa di lato come se non avesse alcun significato, liquidata come si trattasse di “rumore di fondo”. Al contrario, e a mio modo di vedere inspiegabilmente, le “chiacchere” e le “dicerie” diventano il “vangelo apocrifo”, il “santo graal” idelogico che sostituisce di sana pianta le realtà storiche ricostruite, per esempio, da persone come il già citato Siddiqi. Ma di lui parleremo dopo.
b) in genere il “beneinformato” ostenta una enorme sicurezza nelle dicerie di cui al punto precedente, e apre volentieri discussioni sui forum e sui newsgroup (tipo sci.space.history) su argomenti di storia alternativa come quello dei Lost Cosmonauts, ma non solo (vedi i vari sostenitori dei Moon Hoax). Con l’incalzare delle domande degli altri partecipanti alla conversazione virtuale, ecco spuntare fuori, come “solide basi storiche”, servizi giornalistici farragginosi, senza citazione di fonti, oppure frasi tipo <<Me l’ha detto un mio amico che a sua volta lo ha sentito dire>>, <<E’ sotto minaccia del KGB o della CIA e non può parlare>> ecc ecc ecc… Mi chiedo allora perchè, tanto per prendere un esempio a caso, chi rivelò quel disastro di progetto dell’N1 è ancora vivo, e ha non solo venduto foto e testimonianze ad un mucchio di giornali occidentali, ma anche tecnologia di primo livello, se consideri che quanto restava dei razzi del primo stadio del gigantesco vettore sovietico sono la base progettuale degli RD-80 Locheed Martin. Mah, misteri del buon senso…
c) quando poi le domande, come in questa occasione, ma anche nelle precedenti occorse su questo forum, si fanno stringenti, se si cerca di portare il confronto dialettico nel campo dei dettagli tecnici e storici, allora o si cambia discorso (vedi il caso della copertura termica in legno, che poi vedrai che non sarà riferita alle Vostok), o si inizia a fare gli offesi.
A mio modo di vedere, come ha detto archipeppe, stiam già sentendo un gran rumore di unghie sui vetri.
Discutiamo pure di tutto, ma per carità, lo vogliamo fare con metodo? Vogliamo vagliare il grano dal loglio? Vogliamo smetterla di lasciarci suggestionare da ricostruzioni forse affascinanti, ma del tutto approssimative?
Il mondo storico e scientifico si basano sulla valutazione delle fonti, sulla stima della loro attentibilità, e sulla conseguente valutazione su cosa sia Storia e cosa sia Leggenda.
Chiudo, per essere molto chiaro, riprendendo a parlare dell’opera di Siddiqi che ho linkato e oltretutto già citato nelle vecchie discussioni sull’argomento con Luigi Orlandi. Asif è un rispettato (e giovane) ricercatore universitario di storia dell’astronautica. Ha imparato il russo e lavorato per sette anni a raccogliere il materiale del suo libro, realizzando una delle opere più apprezzate di sempre sull’argomento “astronautica sovietica”.
Se ti fossi preso la briga di scorrere una qualunque di quelle pagine, avresti potuto notare un particolare INDISPENSABILE per consentire a chiunque di “tracciare” quanto si afferma: parlo delle nutritissime note bibliografiche, che riportano autore, titolo, pagina, anno e tutte le informazioni alla fonte utilizzata dall’autore per dire quel che dice.
Da queste, io cerco di ricavare le mie sicurezze.
Ignorare materiale di qualità NON è la via verso la comprensione dei fatti, a meno che non ci si voglia costruire una verità storica su misura, e allora facciamolo pure ma non fingiamo di star qui a raccontare cose credibili.
Opinione per opinione, per me tutta la storia dei “lost cosmonauts” è una malinconica, romantica, suggestiva baggianata.