Emissioni di anidride carbonica cresciute del 15% in dieci anni

Più aumenti in Cina e in India. Ma i massimi inquinatori
restano i Paesi più industrializzati, a cominciare dagli Usa

NEW YORK - Gli incrementi più significativi si sono avuti in Cina e in India, ma in generale tra il 1992 e il 2002 le emissioni di anidride carbonica (CO2) nel mondo sono aumentate del 15%. Lo rivela l’edizione 2006 del ‘Piccolo Libro verde dell’ambiente’ della Banca Mondiale, presentato in occasione della quattordicesima sessione della Commissione dell’Onu sullo sviluppo durevole a New York. Secondo il ‘Libro verde’, infatti, le emissioni di CO2 hanno raggiunto i 24 miliardi di tonnellate nel 2002, ultimo anno per il quale sono disponibili i dati completi, con un aumento del 15% rispetto al 1992.

“Le economie in rapido sviluppo, quali la Cina e l’India, presentano un rapido aumento delle emissioni di CO2. La Cina, che è già il secondo maggior inquinatore (nel mondo), ha aumentato le sue emissioni del 33% tra il 1992 e il 2002, mentre nello stesso periodo quelle dell’India sono cresciure del 57%”, afferma la Banca mondiale.

“Questa tendenza dovrebbe continuare di pari passo con la crescita economica”, sottolinea il ‘Libro verde’.
“Un tale aumento si è prodotto nonostante i miglioramenti nell’utilizzazione efficace dell’energia in Cina durante l’ultimo decennio. Nel 1992, l’equivalente di un dollaro di Pil comportava emissioni di CO2 per 4,8 chilogrammi, mentre nel 2002 (…) corrispondeva a 2,5 kg”, spiega il rapporto.

I principali inquinatori restano tuttavia i Paesi ricchi, con gli Stati Uniti che contribuiscono per il 24% del totale e i Paesi della zona euro per il 10%. Secondo la Banca mondiale, le Nazioni ricche consumano oltre la metà (il 51%) dell’energia prodotta nel mondo.

Solo tra il 2000 e il 2002, le emissioni di anidride carbonica - gas considerato tra i principali responsabili dell’effetto serra, vale a dire del riscaldamento planetario del clima - sono cresciute del 2,5% all’anno, con i due/terzi dell’aumento provenienti dalle Nazioni con reddito basso e medio.

“Tutti i Paesi sono vulnerabili ai cambiamenti climatici, ma quelli più poveri sono i più esposti, avendo meno mezzi per farvi fronte”, ha sottolineato Warren Evans, direttore della Banca mondiale per l’ambiente. Secondo il ‘Libro verde’, l’aumento dei prezzi del petrolio incoraggerà l’uso del carbone, che è già la principale fonte per la generazione di energia elettrica.

Nei Paesi poveri, la quota di elettricità prodotta dal carbone è passata dal 41% nel 1990 al 46 nel 2003. Nello stesso arco di tempo, in Cina si è passati dal 71 al 79%, in India dal 65 al 68%. Nei Paesi ricchi, il consumo di energia ‘pro capite’ è in media 11 volte superiore rispetto ai Paesi poveri.

da la repubblica on line