enorme lago di metano su Titano

Si ma anche sulla terra abbiamo miliardi di metri cubi di ossidante senza combustibile e non è come fare 1+1 che l’estrazione del secondo renda conveniente l’estrazione dello stesso utilizzando una terza fonte di energia… sarebbe la fine di ogni problema energetico…

Provo a ridire in altro modo quanto gia’ detto da Alby.

L’RTG produce direttamente elettricita’ o lavoro (con una termocoppia o una piccola macchina termica tipo stirling).

Anche se potessimo produrre ossigeno fornendo energia, a che servirebbe ritrasformare il lavoro e l’elettricita’ in una forma di energia (quella chimica) meno pregiata e non direttamente utilizzabile?

In ogni caso la situazione di Titano e’ assolutamente duale a quella della Terra.

Sulla Terra l’atmosfera e’ ossidante, mentre i combustibili sono riducenti.

Su Titano l’atmosfera e’ riducente, mentre gli ossidanti e’ come se fossero carburante.

Un astronauta nella sua tuta spaziale piena di ossigeno su Titano sarebbe come una bomba infiammabile.

Come se un ipoterico astronauta “titaniano” venisse sulla Terra con uno scafandro e bombole piene zeppe di metano.

Certo, non e’ rassicurante pensare che in caso di eventuale esplorazione umana in un ipotetico futuro, oltre ai rischi di decompressione soliti ci sarebbe un grandissimo rischio di esplosione e incendio.

Mi scuso con coloro per cui tutto questo fosse ovvio, ma mi sembrava interessante sottolineare la “dualita’” delle atmosfere.

Anche perche’ dopotutto e’ la Terra la mosca bianca, tra i pianeti e i corpi celesti, ad avere una atmosfera con eccesso di ossigeno a causa dei processi fotosintetici e quindi a poter alimentare combustioni.

Quando hai prodotto un bel pò di ossigeno liquido (facilmente perchè lì ci sono -160°C) con l’RTG
dopo puoi incominciare a usare il metano sia per produrre altro ossigeno sia per le altre cose.
L’importante è avviare la produzione…

Scusa, ho modificato il msg proprio mentre scrivevi.

Supponi di avere 1 joule elettrico prodotto dalla RTG, e con questo produci ossigeno che, bruciato in una atmosfera di metano, libererebbe diciamo 0.8 joule termici (il rendimento di una eventuale elettrolisi dell’acqua titaniana non sarebbe il 100%).

Poi facendo bruciare questo ossigeno con un potere calorico di 0.8 joule devi trasformare questo calore in lavoro, e per questo ti serve una macchina termica che a sua volta, per le leggi della termodinamica, difficilmente avrebbe un rendimento di piu’ del 40%.

Risultato: da 1 joule elettrico/meccanico dopo un lungo e complicato giro hai ricavato 0.8*0.4=0.32 joule elettrici/meccanici utili per far funzionare gli strumenti di bordo o per far camminare il probe.

A che e’ servito? Per accumulare energia?

Ma l’RTG continua a produrne… non si puo’ spegnere, e’ una reazione nucleare che si esaurisce dopo anni.

Ed e’ meglio utilizzare direttamente l’elettricita’ che produce. Come fanno tutte le sonde che li usano, dal Vojager a Cassini stessa.

D’accordo, l’RTG continua a funzionare,
ma questo metano vogliamo renderlo produttivo?

Perchè?

Franco, non so piu’ che paragone farti.

Avere tutto quel metano su Titano e’ come avere tutto questo ossigeno sulla Terra (gia’ detto piu’ volte, anche da Alby).

Se non hai niente con cui farlo combinare in una reazione esotermica, con quel metano non ci produci energia. Cosi’ come se non produci energia con l’ossigeno terrestre se non hai del combustibile. Io non lo ripeterei piu’.

Le fonti di energia che mi sembrano ipotizzabili su Titano (eventualmente mi correggerete) sono quella nucleare (in pratica gli RTG) e forse, dico forse, quella eolica.

Questo se vogliamo fare dei probe che funzionino per anni come i Rover marziani… se ci accontentiamo che durino poco possiamo portare delle batterie non ricaricabili dalla Terra che durino quello che durano. La sonda Huygens era fatta cosi’, e infatti ha potuto solo ripetere le misure un paio di volte prima di scaricarsi definitivamente… un vero peccato. Se anche senza essere semovente fosse stata dotata di RTG avrebbe potuto fornire dati preziosissimi per anni.

Estrarre ossigeno dal terreno usando un RTG mi pare un gatto che si morde la coda, puro e semplice; sarebbe utile in una filosofia di missione con ritorno di campioni (ricavare in loco i reagenti per il ritorno è una manna!), ma togliamoci dalla testa di usare questa procedura per ricavare energia nel senso stretto del termine: è un ragionamento pari pari a chi qui sulla terra vuole estrarre idrogeno da bruciare, usando l’elettricità ottenuta dal petrolio.
per quanto riguarda il movimento in superficie, un aliante sarebbe facilitato dall’atmosfera densa e dalla gravità minore, ma bisognerebbe fare i conti col peso di un RTG a bordo, che limita il carico scientifico… a meno di non volere solo poche ore di autonomia, ma partire oggi con una seconda Huygens mi sembra una zappata sui piedi…
invece a terra vedrei bene un mezzo anfibio, una specie di spirit con delle boe ai fianchi ed un’elica… il peso in più sarebbe marginale, e i consumi sicuramente non paragonabili a quelli di un hovercraft, per non parlare di affidabilità e durata…
staremo a vedere cosa salterà fuori, ma resta di fatto che l’RTG sia l’unica via praticabile per lo spazio esterno, vuoi per rendimento, durata, e affidabilità dimostrata.