Errato funzionamento dei retrorazzi.

Luigi, con la massima cordialità vorrei farti notare che non ci siamo mai permessi, nè lo ha fatto Archipeppe, di sindacare il merito delle intercettazioni di Mario Del Rosario, nè la buona fede, che in mancanza di ogni elemento probatorio sono impossibili da valutare.

Come sempre in questi frangenti la cosa migliore sarebbe che Mario, ma anche i fratelli JC, aprissero il loro archivio audio ad occhi ed orecchie di esperti del settore radiantistico, per consentire una valutazione oggettiva delle registrazioni.
Ma questo non avviene, per le più svariate ragioni che non mi sogno nemmeno di discutere, solo che così ognuno di noi, quindi tu, ma anche noi a questo punto, siamo liberi di sostenere le nostre rispettive opinioni.

Estendendo il ragionamento, il 16 marzo 1962 sarà anche successo il finimondo, ma se non intendi discuterlo con noi con una chiara esposizione di fatti e prove concrete, che cosa pretendi?

Mario ha aperto il suo archivio.
Ci sono novità che consentirebbero di riscrivere la storia della cosmonautica.
Tra breve, …questo, il mondo, lo saprà…

Bene, appena saranno divulgate potremo ascoltarle, storici e radiantisti potranno studiarle con criterio accademico, e sarò felice di discuterne insieme a te.

Beh, di sicuro hai stimolato la mia curiosità…

Salute e Latinum per tutti !

Attendo anche io con genuino interesse, senza alcun tipo di “sfida”.

Cosa intendi per impulso ??
La meccanica classica lo definisce come una grandezza fisica contraddistinta da modulo, direzione e verso… definita come l’integrale di una forza nel tempo, misurata in Newton-secondo.

Impulso, nel gergo tecnico-spaziale definisce una qualsivoglia accensione di motore, dal thruster agli OMS dello Shuttle.
In questo caso impulso è da intendersi in senso lato, ossia nella quantita’ di velocità necessaria per lasciare l’orbita terrestre, espressa in km/sec (così come si fa comunemente nel settore spaziale).

Ma la sostanza non cambia, in nessun modo una capsula Vostok poteva abbandonare l’orbita terrestre, non importa con quale inclinazione accendesse il motore del modulo di servizio. Semplicemente il motore non era abbastanza potente, e non aveva abbastanza carburante per raggiungere la velocità necessaria.

Questo è un fatto incotrovertibile aldilà di qualsiasi registrazione radio.

Già… il TDU-1 (o S5.4) era un biprop in grado di generare (nel vuoto) una “misera” spinta di 15.830 kN, quindi circa 1614.19 kg, un pò meno della spinta prodotta dal RR Viper 680 (1814 kg), turbogetto (esoreattore, non endoreattore, ndr.) che equipaggia i nostri 339.

Cosa ben diversa se l’incremento di spinta fosse stato generato da un’esplosione di un serbatoio toroidale dell’acido nitrico o dell’intero sistema propulsivo.

Non sarebbe cambiato niente, non c’era comunque abbastanza “massa” per generare la velocità richiesta.
Il tutto è facilmente ricavabile dalla formula “base” dell’Astronautica, ossia la famosa formula di Tsiolkowsky che lega la velocità di scarico dei gas alla loro massa per l’ottenimento del delta-v termimale.

Inoltre un’esplosione, oltre che a distruggere il veicolo spaziale, non avrebbe prodotto alcuna spinta. Si sarebbe propagata in tutte direzioni, o quasi, senza di fatto generare alcun cambio di orbita, figuriamoci una velocità di fuga dall’orbita terrestre.

L’unico veicolo spaziale in cui si sia verificata un’esplosione in volo è stato l’Apollo 13, il quale non ha minimamente cambiato rotta nonostante il fatto che fosse il una traiettoria translunare.

Alla fin fine è questione di energia. L’energia di un’esplosione del carburante sarebbe stata la stessa di quella data dal carburante se bruciato e accelerato in un sistema propulsivo, solo che invece di essere incanalata in un ugello sarebbe andata sparsa in ogni direzione…
Quindi se il sistema propulsivo non aveva abbastanza impulso da dare quella spinta, a maggior ragione non l’avrebbe avuto un’esplosione dello stesso.

E’ esattamente quello che cercavo di spiegare io…

Lo so, cercavo di darti manforte :wink:

Grazie Buzz, ma qui non c’è verso.
Luigi è un bravo ragazzo ma lui crede ciecamente a questa storia delle intercettazioni radio di “Lost Cosmonauts”.
A costo di forzare le leggi storiche, quelle della fisica e… del buon senso.

I russi non avrebbero mai potuto lanciare una Vostok in una traiettoria di fuga dall’orbita terrestre nemmeno per sbaglio. Sarebbe occorso un “upper stage”, come il Block-D, il che avrebbe però richiesto un vettore più potente dell’R-7.

In effetti fu solo nel 1968 che i russi riuscirono a lanciare intorno alla Luna, e nemmeno in una vera e propria traiettoria di fuga dall’orbita terrestre una Soyuz modificata (che pesava all’incirca quanto una Vostok), usando però l’UR-500 Proton come vettore ed il Block-D come stadio superiore.

Ma tutto questo nel 1962 non esisteva…

Beh… basta un numero… il delta-V totale della Vostok era di 155m/s… che lo si orientasse, utilizzasse, esplodesse, o facesse quello che si vuole sempre questo era il deltaV massimo… per cui è categoricamente impossibile che avesse potuto lasciare in alcun modo la LEO… su questo almeno penso non ci siano dubbi…

Questo per te…come dice Archipeppe c’è chi se ne infischia dei numeri che non gli servono, ma si interessa solo a quelli che gli lasciano uno spiraglio di dubbio! :ok_hand:

Si parla tanto del bello che è nella certezza; sembra che si ignori la bellezza più sottile che è nel dubbio. Credere è molto monotono, il dubbio è profondamente appassionante. Stare all’erta, ecco la vita; essere cullato nella tranquillità, ecco la morte.

Oscar Wilde

La citazione è senz’altro suggestiva, ma rimanendo IT, come obietti alle osservazioni sulla quantità di energia necessaria a far uscire una ipotetica Vostok dall’orbita?

Bella citazione, ma c’è un po’ di differenza fra porsi dubbi (cosa sacrosanta e stimolante sopra ogni cosa) e dubitare di farti certi e incontrovertibili, perchè allora posso dubitare anche di esistere…

Chiedo scusa agli admin se sono andato OT!

purtroppo per quanto certe ipotesi siano certamente suggestive,alla fisica non si può scappare…

più che uscire dall’orbita,l’esplosione del modulo di servizio di una vostok,avrebbe potuto fracassare la capsula.

ma scusate:la vostok non era progettata per rientrare in modo balistico per il decadimento dell’orbita? un eventuale errato funzionamento dei retrorazzi non avrebbe,eventualmente,posto la capsula in un orbita più altra,comportando solamente un aumento dei giorni necessari per il decadimento?

o dico boiate?

Jormungaard, è esattamente così. Di fronte all’evidenza dei numeri e della fisica non ci sono fantasie o speranze che tengano. Ma resto in attesa della risposta di merito di Luigi alla questione energetica…