ESA vuole un propulsore Hall da 5 kW

L’utilizzo di questi motori dovrebbe portare a una riduzione della massa o sbaglio?
Ma allungherà anche i tempi di trasferimento da GTO a GEO?

Se lo paragoni ai propulsori tradizionali (chimici), aumenta l’impulso specifico, quindi si riduce la massa di propellente utilizzato.
Il problema è che aumenta la massa del sistema di generazione di energia elettrica. Se il satellite potrebbe vivere con 1 kW ma ha bisogno di pannelli solari da 5 kW per dare potenza al propulsore, allora la massa totale rischia di aumentare. Quindi un propulsore del genere ha senso solo su satelliti che durante la vita operativa usano più di 5 kW, ovvero su satelliti piuttosto grandi.

La spinta di un propulsore del genere potrebbe essere dell’ordine di 2-300 mN, ovvero 20-30 grammi. È chiaro che non c’é paragone con i propulsori tradizionali.
Ovviamente tutto dipende dal profilo di missione. Se la missione non ha nessuna urgenza particolare, metterci 2-3 mesi ad arrivare in GEO non sarebbe un problema se in cambio si riesce ad avere qualche chilo di carico utile in più…

Grazie Buzz per le spiegazioni!

Quindi porterebbe giovamento solo su determinati tipi di missioni (satelliti “grossi” con grande potenza già installata e senza requisiti di urgenza) e il giovamento sarebbe la possibilità di avere del peso a disposizione per ulteriori carichi o carburante per allungare la vita operativa.

O anche solo a contenere il peso totale in modo da ridurre i costi di lancio…

Boeing ha progettato un bus full-electric che permette l’accoppiamento integrato di due satelliti per telecomunicazioni sullo stesso lanciatore, potendo cosi’ dividere i 60$M del lancio. (un costo gia’ di per se competitivo)