Fervono i lavori a «Pleistocene Park»

Vi ricordate il famoso film: “Jurassik Park”?
Pare che qualcuno ci stia seriamente pensando…!?

JAKUTSK (RUSSIA) - Spielberg aveva immaginato, in una calda e lussureggiante isola tropicale, un parco popolato da animali del Giurassico (era geologica conclusasi circa 150 milioni di anni fa). Fantascienza, per ora. Quello che invece esiste davvero è una sorta di «Pleistocene Park», che si trova nella gelida Jakuzia (vicino alla Siberia) e che «si accontenta» di ospitare animali che popolavano quelle steppe, per l’appunto, nel Pleistocene, tappa della storia del pianeta conclusasi 11mila anni fa e, tanto per intenderci, epoca in cui mezzo emisfero boreale era raggelato dall’Era Glaciale.

IL PARCO - Il suo nome ufficiale è «Parco Naturale di Lenskiye Stolby», ma, a mano a mano che verrà ripopolato di specie pleistoceniche, con una buona mossa di marketing dovrebbe assumere l’evocativa denominazione di «Pleistocene Park». L’area che occupa, di circa 194mila ettari, sorge nei pressi del più importante bacino aurifero e diamantifero russo. Al momento, nessun miracolo della genetica ha contribuito al suo ripopolamento: non sono stati clonati mammut, rinoceronti lanuti, tigri dai denti a sciabola. Per ora si punta su specie già esistenti nel Pleistocene e tutt’ora in vita; specie, tuttavia, estinte in Jakuzia a causa della caccia indiscriminata nei secoli passati, e opportunamente reintrodotte. L’idea risale al 1996 ed è stata partorita dallo scienziato Sergei Zimov. Sono già stati reintrodotti cavalli selvaggi e buoi muschiati provenienti dalla Siberia, e il prossimo mese il Canada invierà 15 coppie di bisonti nativi del Parco Nazionale di Elk Island.
I BISONTI - I 30 esemplari sono già stati selezionati, vaccinati e sottoposti a trattamento antiparassitario; stanno rinforzandosi con una
dieta a base di fieno, erba medica e vitamine, in modo da resistere a un viaggio aereo di circa 15 ore che dal Canada li porterà in Jakuzia ad aprile. Il Canada li ha regalati; al parco è stato chiesto di sostenere le spese di trasporto (circa 300mila dollari): in cassa non c’era un rublo, ma il presidente della repubblica autonoma jakuza è riuscito a convincere all’esborso un magnate dei diamanti. Questo anche perché le autorità del territorio in questione stanno cercando di diversificare l’economia locale, pesantemente dipendente dall’attività mineraria, e vorrebbero puntare sull’ecoturismo.
UN SOGNO CHIAMATO MAMMUT- Il «colpo grosso» per dare al parco una fama planetaria sarebbe dotarlo di un animale che viveva in Jakuzia fino a 13mila anni fa: il mammut. Un sogno? Forse, fatto sta che alcuni scienziati giapponesi stanno lavorando sul Dna e lo sperma di un mammut ritrovato in ottime condizioni di conservazione proprio tra i ghiacci della Jakuzia, nel 1994: credono di poter fecondare un elefante indiano per ottenere, entro 50 anni, un animale da considerarsi un mammut puro all’88%. «Sa un po’ di fantascienza, ma se ce la fanno, lo introdurremo nel parco», ha dichiarato Zimov. Nel frattempo, ci si può accontentare di esemplari perfettamente conservati dai ghiacci, i migliori dei quali fanno bella mostra di sé nel Museo del mammut di Jakutsk, non lontano dal parco.

da Corriere.it