Foto 3D Spaziali!

STS 134, l’equipaggio dello Shuttle riprende la ISS durante l’allontanamento.
L’effetto 3D è un tantino spinto. Dettaglio di una immagine che riprende tutta la ISS.
Questa l’ho fatta al 100% della risoluzione.


Stessa immagine del soggetto precedente ma ottimizzata sulla visione d’insieme… al 25% dell’originale.


È particolarmente efficace l’effetto stereoscopico dei radiatori.

Si, in questa visione vengono fuori dallo schermo. Pensa lo facessero i pannelli! :nerd:

Mars rover Curiosity - Sol 733…
[color=red]Attenzione 4MB!!!


Una delle immagini presenti nella pagina è decisamente male allineata. Se si crea un anaglifo dagli originali si ottiene un 3D ottimo ma la perfezione si raggiunge allineando a mano.
Quella l’ho riallineata così:


Sono in vacanza senza occhiali 3d, quindi non ho potuto verificare la qualità.

Quando riallinei a mano immagini che non erano perfettamente stereoscopiche, le informazioni di profondità non sono più “scientificamente” corrette dell’originale (che non lo era in partenza), corretto? E’ dunque una correzione di “comfort” o aggiunge informazione?

La profondità è un effetto dato dalla distanza della base di ripresa stereoscopica che per corretteza, dovrebbe essere uguale o simile alla distanza media deglio occhi nell’essere umano.
Questo limiterebbe molto l’effetto di profondità nella rappresentazione 3D per soggetti lontani dal punto di ripresa.
Conseguentemente si gioca con la base stereoscopica per rendere l’effetto 3D anche per soggetti lontani.

Nel caso della ALSCC si tratterebbe di una ripresa macro (70mm). Non ho al momento i dati tecnici e schema ottico ma la base stereo dovrebbe essere inferiore a quella solitamente usata.
Quello che non mi torna nell’immagine in questione è che la coppia stereo sia stata deformata apportando un grave errore di allineamento molto fastidioso.
Infatti quando ho caricato la coppia stereo originale il risultato era ottimo anche se non perfetto.
Come spesso accade in stereoscopia, si possono verificare violazioni della finestra stereo (la cornice attraverso cui osserviamo l’immagine 3D).
L’allineamento verticale, in questo tipo di riprese, fatte con due obiettivi collimati oppure con un sistema di specchi o prismi non richiede mai correzioni.
Lo spostamento orizzontale rispetto alle due immagini invece, viene sistematicamente usato per far rientrare i dettagli sul bordo nella finestra stereo.
Non si aggiunge di fatto informazione ne si altera alcunchè, salvo far avanzare o retrocedere il soggetto rispetto alla finestra stereo.
Come detto da te, nella visione si cerca il confort. Per avere dati dalle immagini si devono sapere i dati esatti degli schemi ottici e di ripresa e fare misurazioni sulle immagini originali.

Apollo Lunar Surface Close-up Camera… Ho fatto qualche ricerca…
Come suggerisce il nome, questa fotocamera è stata progettata per produrre immagini stereoscopiche dettagliate (macrofotografia) della superficie lunare durante le missioni Apollo 11, 12, e 14.
La ALSCC era una fotocamera stereoscopica a doppia lente costruita dalla Eastman Kodak.
Le due lenti avevano un diametro di 46,12 millimetri a f / 17.
La coppia di obiettivi era distanziata di 29 millimetri e calibrata per un soggetto distante 184,5 millimetri con un ingrandimento dell’immagine di 0,33.
Per semplicità, la fotocamera ha un’esposizione con flash e messa a fuoco fissa. Caricata a Terra prima del lancio con pellicola Ektachrome MS (SO368).
Per riprendere una coppia stereoscopica, un astronauta doveva semplicemente posizionare la telecamera sull’area da acquisire e premere il grilletto che si trova sulla maniglia della telecamera. La pellicola avanzava automaticamente al fotogramma successivo e il flash si ricaricava.
L’area fotografata era di 72 mm x 82,8 millimetri centrati tra gli assi ottici delle lenti.

Sarebbe interessante capire la funzione dei comandi e grafici visibili sulla parte superiore della fotocamera.

Partendo da questo articolo di Paolo Attivissimo , ho ripreso in mano una serie di immagini di Apollo 15 che, anche se presentavono effetti tridimensionali, avevo scartato perchè non mi soddisfacevano come risultato.
Il senso dell’immagine che ho realizzato ora, partendo dagli originali citati nell’articolo è stato quello di “estrarre”, diciamo così, l’informazione 3D presente in due immagini riprese da due punti diversi della superficie lunare distanti tra loro ben 1400 metri.
Ho ritagliato le parti in primo piano dove l’assenza di 3d disturbava la visione e ottimizzato l’allineamento dopo aver cancellato i crocini.
Rimane il Modulo Lunare a disturbare, lasciato perchè avrebbe richiesto un ritaglio esagerato.
L’effetto 3D sui lontanissimi monti Appennini lunari, alti fino a 4500 metri è veramente spettacolare invalidando ogni ipotesi di fondale (cosa che ormai vale anche per tutte le altre foto 3D delle missioni Apollo).
La vallata si trova tra il Mt. Hadley Delta (m. 3500) a sinistra e lo Sperone d’Argento a destra.
Si va dai rilievi ai lati dell’immagine, distanti dal sito di atterraggio circa 10 km. fino al centro della vallata a circa 25 km.