Freedom 7 - Alan Shepard

Ciao a tutti!

Vi passo questa foto che ho trovato in internet! E’ visualizzato l’angusto abitacolo conico della Mercury di Alan Shepard!

Non per niente la chiamavano “la scatola per sardine”.

In ogni caso questa bella foto pone in evidenza una caratteristica unica della capsula Freedom 7: in quanto appartente alla prima serie (block 1) di Mercury questa capsula aveva due oblò (uno in alto a sinistra, l’altro in basso a destra) al posto del “parabrezza” di cui erano dotate le capsule appartenenti alla seconda serie.

Il “parabrezza” era stato introdotto dietro le reiterate insistenze degli astronauti che volevano qualcosa di simile al “canopy” dei velivoli da caccia che erano soliti pilotare, al posto dei due maltollerati oblò che sapevano tanto di “lavatrice”.

Shepard dovette comunque volare su una “Block 1” in quanto la prima capsula della serie “Block 2” non sarebbe stata pronta per il suo volo (inizialmente previsto per marzo del 1961). La prima “Block-2” a volare fu la sfortunata “Liberty Bell 2” di Gus Grissom nel luglio del 1961.

Che tra l’altro affondò all’ammaraggio! :stuck_out_tongue_winking_eye:

ma poi si è chiarito se l’apertura del portello è stata dovuta ad un “guasto” o al pilota? :confused:

E’ rimasto un mistero.

Grissom asserì SEMPRE di non aver toccato niente, neppure per sbaglio.
La McDonnell, produttrice della capsula (ora Boeing-MDD), condusse un’estensiva campagna di test per vedere se - effettivamente - un portello della Mercury Block-2 poteva essere espulso accidentalmente oppure no. I risultati furono soprendenti, nel senso che nonostante una serie incredibile di test, nessun portello fu espulso accidentalmente.

Il film “The Right Stuff” di Kauffman (tratto dall’omonimo romanzo di Tom Wolfe) sostiene, implicitamente, la tesi di un errore di Grissom, il quale era stato agitato (spaventato??) per tutta la durata del volo (circa 15 minuti) ed aveva cercato di sfilare il coltello di emergenza, posto proprio nel portello, subito dopo l’ammaraggio per tenerselo come ricordo nonostante la capsula rollasse non poco a causa del mare appena mosso.

I dirigenti della NASA credevano, senza dirlo, a quest’ipotesi (almeno questo è quello che si vede nel film), in ogni caso la commissione d’inchiesta non approdò a nulla e Grissom fu completamente scagionato.

Tant’è che gli fu affidato il difficile, e prestigioso, compito di collaudare la capsula Gemini, nel volo “Gemini-3” con la matricola (allora) John Young.

La capsula fu recuperata nel 1999 e il libro “Lost Spacecraft” di Tom Newport racconta tutte le fasi di questa grande opera di recupero dal fondo del mare. Ho il libro e ne letto solo alcuni passi, ma ricordo bene che in un capitolo, Newport dopo aver effetuato delle analisi sul relitto, formula alcune ipotesi relativamente al prematuro rilascio del portello.
Sicuramente una lettura raccomandata agli appassionati del progetto Mercury e agli estimatori di Gus Grissom.

Pare fosse un guasto

Schirra rivelò alcuni anni prima della sua morte(nel DVD di contenuti speciali di Uomini Veri)che Gus non avrebbe potuto accidentalmente far scoppiare le cariche esplosive,in quanto il grosso pulsante che avrebbe innescato il tutto necessitava di una grossa pressione e che aveva anche un poderoso “rinculo”,tale da lasciare un grosso livido sulla mano di Wally.
Termina il racconto dicendo che andò da Grissom a dire “tu hai ragione,se avessi accidentalmente attivato le cariche,avresti questo bel segno…”