Gelido Roll-Out per Progress M-59

Il Cargo automatico Progress M-59 (ISS Progress 24) è pronto in rampa, in mezzo alla steppa ghiacciata del Kazakistan.
Il lancio è previsto per il 18 gennaio (l’ora dovrebbe essere intorno alle 03.00 AM italiane).
Per fargli posto stanotte verrà sganciata da Alpha la ISS Progress 22.
Non mi stancherò mai di ammirare il fascino di queste immagini:

www.energia.ru/english/index.html

Brrrrr… viene freddo solo a guardarle, ma con la neve è tutta un’altra cosa!

davvero belle ed entusiasmanti; pensare che anni fa esisteva in commercio un kit per realizzare la versione dell’A2-SOYUZ in Progress.
Attualmente non è però più reperibile sul mercato, e nemmeno su e-bay.
Davvero una grande perdita x i modellisti!

Il lancio celebrerà anche i 100 anni dalla nascita di Sergei Korolev con un grande poster applicato in cima al vettore:

Bello … Korolev … se fosse vissuto più a lungo … Onore al merito [-o<

Korolev… uno dei massimi dell’astronautica mondiale. Peccato dedicargli soltanto un fairing del Progress…

Korolev... uno dei massimi dell'astronautica mondiale. Peccato dedicargli soltanto un fairing del Progress...

Non preoccuparti Maxi, molto dell’opera del grande (forse “il più” grande) maestro dell’Astronautica sopravvive ancora oggi: mi sto riferendo alla capsula Foton (discendente diretta delle Vostok/Voskhod), capsula Soyuz, razzo Soyuz (discendente dell’R7 che ha messo in orbita lo Sputnik).

Vorrei sottolineare il fatto che i russi sanno davvero come affronatare le rigide condizioni imposte da un lancio invernale, sono in grado di tenere un razzo sulla rampa al massimo 48 ore.
Provate a comparare i dati di failure al lancio tra russi ed americani in inverno e scoprirete che i primi hanno un rate di sicurezza gran lunga migliore dei secondi (che spesso hanno la pessima abitudine di lasciare per mesi i vettori all’aperto, Shuttle compreso il che può spiegare abbastanza bene due spaventose tragedie…).

Concordo appieno con Archy!
Non ho mai capito perchè gli Americani hanno questa cattiva abitudine a lasciare i vettori x mesi in rampa;non sarebbe meglio portarli solo poche ore prima del lancio?
Non ditemi che tutto quel tempo è necessario per i controlli di interfaccia , con la rampa, si potrebbe procedere anche in altro modo!
Terranno le stesse abitudini per il CEV?

Terranno le stesse abitudini per il CEV?

Mah … qualcosa mi dice di sì …
Tornando su Korolev, ricorderò sempre il consiglio di Peppe quando mi disse “se devi comprare un libro di astronautica comincia con quello sulla vita di Korolev”. E’ stato il primo libro di astronautica in lingua inglese che acquistai ormai diversi anni fa … E non smetterò mai di ringraziare Peppe … :smiley:

Partita.
La Progress è regolarmente in rotta verso Alpha.

Concordo appieno con Archy! Non ho mai capito perchè gli Americani hanno questa cattiva abitudine a lasciare i vettori x mesi in rampa;non sarebbe meglio portarli solo poche ore prima del lancio? Non ditemi che tutto quel tempo è necessario per i controlli di interfaccia , con la rampa, si potrebbe procedere anche in altro modo! Terranno le stesse abitudini per il CEV?

Se pensiamo che bastò una sola notte sotto zero per crepare la guarnizione del SRB che poi causò l’esplosione del Challenger intuiamo quale può essere l’affidabilità e la robustezza dei vettori russi (Di questa filosofia rustica ma solida se ne accorsero i tedeschi quando videro i T-34 sovietici muoversi senza problemi nel rigidissimo inverno russo, mentre i loro Panzer gelavano uno dopo l’altro)!

Queste foto sono magniiche …

Devo dire che man mano che vado avanti a leggere questo forum e a vedere queste cose, mi sto appassionando sempre di più all’astronautica made in Russia :smiley:

Terranno le stesse abitudini per il CEV?

Mah … qualcosa mi dice di sì …
Tornando su Korolev, ricorderò sempre il consiglio di Peppe quando mi disse “se devi comprare un libro di astronautica comincia con quello sulla vita di Korolev”. E’ stato il primo libro di astronautica in lingua inglese che acquistai ormai diversi anni fa … E non smetterò mai di ringraziare Peppe … :smiley:

Grazie Spacewalker!! :smiley: :smiley:

Ehi! Chi è il tizio del tuo avatar?? Non riesco a riconoscerlo… :kissing_heart:
Una volta tanto potresti anche metterci la tua di faccia! :wink:

Foto affascinanti, topic interessantissimo.

@ Spacewalker : potresti darmi titolo e autore del libro su Korolev?

Ho iniziato a mettere insieme una piccola raccolta di libri e dvd sull’astronautica, e vorrei proprio iniziare a conoscere le storie “oltre cortina”…

Grazie!

Vorrei sottolineare il fatto che i russi sanno davvero come affronatare le rigide condizioni imposte da un lancio invernale, sono in grado di tenere un razzo sulla rampa al massimo 48 ore.

Cito spesso il caso della Venera 6. Sebbene infuriasse una tempesta di neve, fu lanciata senza problemi per lasciare la rampa libera alla Soyuz 4

Bello ... Korolev ... se fosse vissuto più a lungo ... Onore al merito [-o<

Il mio “eroe” tra i pionieri dell’astronautica resta sempre Frank Malina, il fondatore del JPL.
A differenza di tanti altri (von Braun, Korolev, Tsien etc.) alla fine della seconda guerra mondiale si rifiuto’ di continuare a lavorare in campo militare e rassegno’ le proprie dimissioni

Cito spesso il caso della Venera 6. Sebbene infuriasse una tempesta di neve, fu lanciata senza problemi per lasciare la rampa libera alla Soyuz 4

Già, questo la dice lunga sulle capacità dei russi di affrontare, con successo, le intemperie.
Pensiamo, invece, a quante volte gli americani hanno rinviato lanci (non solo con equipaggio) solo perché il vento era “ai limiti” dei loro parametri di sicurezza.
Salvo poi perdere ben DUE Shuttle (Challenger e Columbia) per la loro scellarata gestione sui pad con tempi di attesa a volte superiori ai due mesi. Infatti, benché i due disastri abbiano cause e meccaniche differenti, sono in buona sostanza da ricondurre al maltempo: gli o-ring degli SRB crepati a causa dei bruschi sbalzi termici (nel ciclo giorno-notte) per il Challenger, ed il foam impregnato di acqua ghiacciata (che ne ha moltiplicato a dismisura il peso) staccatosi dall’ET per il Columbia.

La domanda di base è: la NASA avrebbe perso queste due navette se avesse (e la storia non si fa con i “se”) ridotto i tempi di permanenza sul pad a 48-72 ore come fanno comunemente i russi??
A mio parere no…

Il mio "eroe" tra i pionieri dell'astronautica resta sempre Frank Malina, il fondatore del JPL. A differenza di tanti altri (von Braun, Korolev, Tsien etc.) alla fine della seconda guerra mondiale si rifiuto' di continuare a lavorare in campo militare e rassegno' le proprie dimissioni

Senz’altro Malina va ricondotto ai pionieri “misconosciuti” che hanno fatto l’Astronautica.
La domanda però è (e non sono un militarista convinto) con cosa Malina avrebbe lanciato le sue sonde interplanetarie, se non avesse avuto a disposizione vettori sviluppati a partire dai programmi militari??

Ricordiamoci che i primi vettori “civili” sviluppati come tali (a parte lo sfortunato Vanguard che era comunque della Marina Americana) sono stati gli appartenenti alla famiglia dei Saturno.

Senz'altro Malina va ricondotto ai pionieri "misconosciuti" che hanno fatto l'Astronautica. La domanda però è (e non sono un militarista convinto) con cosa Malina avrebbe lanciato le sue sonde interplanetarie, se non avesse avuto a disposizione vettori sviluppati a partire dai programmi militari??

Ovviamente hai assolutamente ragione. Pero’ la mia sensazione e’ che mentre altri settori della tecnologia e delle scienze si sono interrogati sulla propria etica, e su quella delle proprie origini, nel campo spaziale questo argomento viene normalmente rimosso e le origini militari finiscono spesso in 2o o 3o o 4o piano

Ovviamente hai assolutamente ragione. Pero' la mia sensazione e' che mentre altri settori della tecnologia e delle scienze si sono interrogati sulla propria etica, e su quella delle proprie origini, nel campo spaziale questo argomento viene normalmente rimosso e le origini militari finiscono spesso in 2o o 3o o 4o piano

Certo è come scrivi, sopratutto perché le ditte che producono l’hardware militare sono le STESSE che poi realizzano anche quello civile, di conseguenza non ci tengono troppo a far risaltare questa discendenza per così dire “sporca”.

Naturalmente quello che dici vale per tutti tranne che per von Braun dato che la sua collaborazione, volontaria o coatta che sia stata, con il regime nazista (per realizzare le sue armi di distruzione di massa) è stata strumentalmente tirata fuori, sopratutto negli USA, quando il genio tedesco diventava “scomodo” per motivi politici o ideologici.

Naturalmente in questa operazione i media americani dimenticano l’insostituibile contributo di von Braun al programma Apollo, non solo in termini tecnologici (sviluppo dei vettori Saturno) ma anche e sopratutto in termini divulgativi, avendo preparato, fertilizzato e coltivato la coscienza collettiva alla conquista dello Spazio.