Sere fa mi son rivisto l’ottimo (pur con tutti i bloopers) “Abbandonati nello spazio” e mi e’ venuta una riflessione.
Spessissimo, nel mondo del cinema, gli astronauti sono stati dipinti come persone apparentemente granitiche, ma in realta’ minate internamente da ogni sorta di debolezze, e questa tendenza era vera nel ‘69 come adesso (vedasi Il Pianeta Rosso, ad esempio, oppure l’orrendo Sunshine, con l’equipaggio che deve salvare il mondo che pare reclutato col 3x2 in un centro psichiatrico :-&).
Capisco che l’esigenza di narrare una storia imponga di spostare l’attenzione sul carattere dei personaggi per mostrarne l’umanita’, ma mi sembra che con i “nostri” ci si accanisca un po’ troppo: nel cinema, fate un bilancio nevrotici/astronauti e nevrotici/poliziotti, o nevrotici/dottori: ne usciamo con le ossa rotte.
Eppure gli astronauti sono prima di tutto (molti di loro) dei piloti, magari militari, addirittura collaudatori: se c’e’ una persona che puo’ mantenere il sangue freddo fino all’ultimo, e’ proprio un pilota collaudatore.
Tant’e’ che (correggetemi se sbaglio), non mi risultano casi di cedimenti nervosi anche in condizioni di grande e prolungato stress (Apollo 13).
Magari i problemi venivano fuori dopo, a fine carriera, per la difficolta’ di gestire la notorieta’ etc. etc., ma questo e’ un altro discorso.
Cosa ne dite? Gli astronauti “professionisti” sono davvero i supermen che penso io?
anche a me a pelle è quella la sensazione che mi danno!!!Per me sono dei robot e neanche una bomba atomica li smuoverebbe, non riesco ad immaginarmi delle persone con più sangue freddo!
… e Darkstar?
Emblematico!
Attenzione gli astronauti sono uomini, e donne, esattamente come tutti noi.
Più forti, più saldi, più motivati ma sempre umani.
Se i “nervi d’acciaio” possono valere per gli astronauti che sono di provenienza militare, sopratutto se sono piloti collaudatori (ma è davvero così, e Lisa Nowak dove la mettiamo??) cominciano a valere meno per quelli di provenienza civili, sopratutto se sono scienziati.
Premesso questo è chiaro che per fare l’astronauta occorrono una grande preparazione (sia culturale che interiore), un carattere stabile e molta determinazione. Questo però non elimina affatto le caratteristiche personali, esistono astronauti simpatici ed altri (spesso molto) antipatici, esistono tipo “freddi” ed altri “umorali” così come ne esistono in tutte le professioni umane.
Ovviamente non chiedetemi quali sono gli astronauti “antipatici” (ne ho davvero conosciuti in una certa quantità), però posso dirvi quello più simpatico (almeno per me), senz’altro il francese Jean Francoise Clervoy seguito a ruota dal nostro Umberto Guidoni.
Bravo! (anche se qui forse l’intento dissacratore di tutto il film e’ prevalente)
non dico di no, ma io un astronauta in preda ad un attacco isterico come Gene Hackman in Abbandonati nello spazio non riesco assolutamente ad immaginarmelo.
Ad esempio (scusate se li riporto in ballo! :|): avete presente il famoso messaggio di Ludmilla dei fratelli JC? Ebbene, al di la’ di tutto quanto si e’ detto, per me e’ proprio il “contenuto” del messaggio, nelle sue fasi finali, ad essere “stonato”: un astronauta avrebbe letto la telemetria al controllo missione fino all’ultimo, non sarebbe spirato dicendo banalita’ tipo “fa caldo”.
(i dialoghi registrati nel cosiddetto Apollo 1 sono ancora secretati?)
Come è già stato detto gli astronauti sono degli uomini (e donne) e per quanto ben addestrati non puoi mai sapere cosa ti può portare a fare l’essere nello spazio. Mi ricordo il caso dell’americano Blaha, che durante il suo soggiorno sulla Mir soffrì di depressione, con i colleghi russi non parlava, faceva il suo lavoro, stava per i fatti suoi, etc…anche se poi la situazione si riuscì a sciogliere. Avevo letto su un numero di Astronautica (l’unico che ho
) una piccola intervista fatta ad Anatoly Berezovoy che soggiornò sulla Salyut per più di 200 giorni che alle volte passano giorni in cui con il suo compagno non si parlavano.
Insomma sicuramente chi è astronauta ha un temperamento particolare, però il lato nascosto della nostra personalità non lo si può nascondere (scusate il gioco di parole) e non sai mai quando può venire fuori.
Anche io credo che gli astronauti, sia che si tratti di uomini che di donne, siano persone fatte di carne, ossa e sentimenti! Però il loro percorso professionale di anni e anni credo li renda in grado di resistere alle pressioni e agli stress imposti dalle pur complesse situazioni in cui potrebbero imbattersi in orbita. Il fulcro della questione penso non sia tanto il non manifestare alcuna emozione, quanto il riuscire a gestirla mantenendo lucidità e sangue freddo.
Certo, il cinema non è che aiuti molto, in tutti i film c’è sempre l’elemento un pò nevrotico, quelli che si innamorano, quell’altro che è invidioso di loro, etc etc etc; però, per fortuna, è solo cinema.
Lunga vita ai nostri astronauti!!!
Invidia? Gelosia? Solo cinema?
Forse devo approfondire il concetto: io non sostengo che “gli astronauti” siano privi di difetti (e ci mancherebbe!).
Pero’ mi pare di poter dire che sul lavoro, ovvero in missione, riescono sempre a mantenere il controllo.
Posso capire che uno dopo N mesi chiuso in un container puzzolente in mezzo al nulla si immusonisca un po’, ma la risposta in caso di emergenza sara’ comunque professionale ed adeguata (vedi il caso dell’incendio sulla MIR).
E questo che, a parer mio, caratterizza maggiormente gli astronauti (o i piloti di élite) come persone: la freddezza e concentrazione in situazioni di stress o pericolo. Poi, a casa, siamo tutti esseri umani, ciascuno con le sue debolezze.
Se al cine facessero vedere un EX astronauta alcolizzato, o psichicamente instabile potrei capirlo, ma non le mammolette isteriche e/o allupate che ci propinano normalmente in missione nello spazio.