Gprises... uno scenario "home made" !

quando vedo che grandi enti arrancano per mancanza di fondi, nello sviluppo di progetti e poi vedo quanto spreco viene fatto dell’hardware che viene messo in opera…

be, sotto sotto, sta storia dei soldi mi da un bel pò fastidio…

e non perchè ne vogliono di più, ma perchè vogliono più soldi!!!

mi spiego meglio:

a voi gruppo di appassionati, quanti soldi servirebbero per andare sulla luna?

scommetto che con quelli a disposizione della nasa fareste miracoli! relegando nell’oblio lo scenario costellation e simili.

ok, ci sono cose che costano, prove, verifiche e test da fare…

…ma davvero servono cosi tanti soldi?

siamo sicuri che alcuni compiti non possono esser svolti utilizzando tecnologia gia esistente e razionalizzando un pò di più l’hardware di missione?

non dico che con pochi euro si possa fare tutto ma trovo SCANDALOSO lo spreco che ad ogni lancio avviene.

vada per le apollo che avevano “fretta” ma oggi, si può e si deve far meglio.

se è vero che per una base permanente c’è bisogno di elementi non presenti ( o scarsamente presenti ) sullla luna, allo stesso modo, ogni vite bullone lastra o motore che raggiunge il nostro satellite deve poter esser reimpiegato in un modo o nell’altro.

standardizzare e riciclare dovrebbe esser la prima direttiva, seguita poi da un obbiettivo “concreto”.

concreto, perchè se si pensa di tornare su, senza neanche avere idea di come sfruttare l’occasione, rischiamo di progettare uno scenario che poi si rivela inutile quando individueremo un buon obbiettivo.

se andiamo per esplorare, tanto vale continuare con le sonde automatiche.

per me, il ritorno dell’uomo sarebbe giustificato da un interesse economico, quale lo sfuttamento delle risorse lunari.
per far ciò bisognerebbe PRIMA individuare cosa la luna ci offre e poi muoversi di conseguenza.

impotizzando ad esempio, la volontà di creare una fabbrica a gravità ridotta ( per quale motivo non so, facciamo solo un esempio ), bene, allora ecco che possiamo già calcolare cosa ci serve per mandare su l’hardware necessario, come fallo tornare e quali saranno i costi-benefici.


sulla base di queste opinioni, recentemente speculavo sull’idea del google lunar xprise, immaginando come si potrebbe compiere la missione e allo stesso tempo impiegare la sonda per scopi più pratici e commerciali.

ne è venutoi fuori un ideuccia niente male, dove un razzo vega, lancia un treno spaziale. ( magari sfruttando un lancio di qualificazione e ricavando uno “sconto” sul costo del lancio )

il treno è pensato in maniera tale che solo il tug di accelerazione viene “sprecato”, mentre il resto ( tug di decellerazione e modulo di discesa), continuano ad esser utili anche dopo aver “vinto” il gprise.
il primo, divenendo un satellite per comunicazione “sonda-terra”.
il secondo ( dopo aver sganciato un piccolo rover ), come laboratorio per esperimenti volti a verificare se è possibile creare “mattoni” con la regolite e a verificarne le postume caratteristiche tecniche ( tenuta, resistenza, ecc… ), per un futuro sfruttamento della superfice ( è proprio il caso di dirlo) come componente “ATTIVO” di una base lunare.

a sua volta il rover, compiuta la missione gprice, collaborerebbe col modulo di discesa per la raccolta dei campioni e rilevazioni sul campo ( foto e video stereografici innanzitutto ).


p.s. ovviamente non voglio elevarmi a guru “so tutto io”, anzi!

voglio che qualcuno mi corregga dove sbaglio ( sia sullo scenario che sulle mie idee “politiche” sullo sviluppo dello spazio) !!!

p.p.s.

( mi scuso per la “rozzità” del disegno)


Mah, i soldi servono già solo per il lancio. Diminuire di un fattore 100 il solo costo del lancio sarebbe la molla per far schizzare l’umanità nello spazio. Per il resto puoi anche risparmiare parecchio se eviti di fare prove di resistenza dinamica, resistenza alle temperature/radiazioni, qualità dei materiali, calcoli sulle traiettorie di volo approssimativi… insomma, con molta semplicità puoi partire, ma hai buone probabilità che il tuo veicolo arrivi morto a destinazione.
Noi non siamo più bravi della NASA & C. a gestire i soldi dei budget, come i tu ed i tuoi amici non sareste mai degli ottimi allenatori di calcio, solo per parafrasare, semplicemente esprimiamo delle opinioni e dei desideri. Molti di noi vorrebbero l’uomo ANCORA sulla Luna, ma per fare questo non si sarebbero realizzate la ISS ed un sacco di sonde spaziali…
Quanto al tuo progetto, se ho capito bene vuoi realizzare un rover sulla Luna. In tal caso siamo ancora lontani dalle nostre capacità tecnologiche e la missione ti verrebbe a costare un’enormità, anche maggiore di quella manned.
Ricordati comunque che la politica delle agenzie spaziali deve passare attraverso il filtro dei ministri delle finanze e delle opportunità politiche di uno stato. Quello che speriamo noi, è solo nostro, loro hanno altre esigenze e fin tanto che noi non chiederemo a gran voce ai politici un maggiore impegno per lo spazio, loro non lo faranno se non nei limiti imposti dai loro finanziatori, vedi industrie aeronautiche.
Facciamo l’esempio che lo stato X vuole rimettere in piedi le missioni Apollo e compra i progetti dalla NASA. Ovviamente lo stato X si rivolgerà alle sue industrie aeronautiche, ma se queste gli rispondono che per farlo devono creare stabilimenti nuovi, assumere e formare personale nuovo, la cosa comincia a dilungarsi nel tempo solo per costruire e formare. Poi bisogna realizzare, quindi fare prove su prove, anche per calibrare le macchine che devono poi costruire i veicoli, poi devi costruire un sistema di supporto al Saturn V ed individuare un sito di lancio… insomma, fai un calcolo e vedi quanti anni e quanti soldi ti servono. Ma le industrie potrebbero anche risponderti che siccome i governi vanno e vengono, loro non s’impegnano per qualche ano a mettere sù tutta stà baracca se poi il governo successivo molla tutto. Quindi ti lasciano a piedi.
Purtroppo la realtà astronautica al momento è parecchio complessa e non si riduce ad un semplice mettere i soldi e partire.

Non è così semplice risparmiare!
I test vanno fatti, non si può pensare di non farli!!
E le missioni spaziali vanno pianificate a puntino: bisogna calcolare tutti i pesi, le traiettorie, le forze in gioco etc. per fare questi calcoli devi avere (oltre a computer in grado di farlo) gente che li sa fare e la devi pagare…incomincia a calcolare questi costi intanto poi aggiungici i progettisti per HW, la costruzione dell’HW e poi ti ritrovi a dover lanciare e quindi i costi sono enormi.
Tieni conto che le prime fasi (soprattutto la progettazione e la costruzione dell’HW) durano inevitabilmente anni e devi (oltre ai costi del materiale) pagare tutti gli stipendi…

Questi sono solo alcuni dei costi…è anche per questo che attualmente conviene avere “astronavi” usa e getta piuttosto che sobbarcarsi gli ulteriori anni di sviluppo di materiale riutilizzabile che poi dopo ogni missione per essere riutilizzato richiedono ulteriore tempo/lavoro che ovviamente costa parecchio!

La filosofia dell’utilizzo fino al limite di ogni componente/risorsa è già presente in ogni agenzia!
Anche l’uso di componenti standard è presente ma stiamo parlando di HW altamente specializzato e magari per utilizzare componenti standard si innalzano i pesi e allora che succede? I lanci si pagano (e cari) a peso quindi si alzano i costi sempre che non si superino i limiti dei lanciatori esistenti e allora non si lancia proprio nulla!

Detto questo una seria programmazione è alla base di tutto ma come prima cosa come dice Ares devi fare i conti con i soldi che hai a disposizione

Andiamo per gradi. Apprezzo sia l’obiettivo della discussione, sia il tentativo di dare risposta, con il tuo piccolo master-plan, alle domande che ti sei posto :slight_smile: Tuttavia la questione dei costi delle missioni è da molti anni motivo di analisi da appositi gruppi delle aziende e delle agenzie chiamati programmatics groups o cost analysis groups. Il ruolo di questi ultimi è di trovare un compromesso tra la pianificazione temporale della missione e la minimizzazione dei costi.

Quando è possibile vengono utilizzati i cosiddetti COTS di cui spesso parliamo in senso più stretto nel forum: essi sono dei componenti già testati per lo spazio (perlomeno con test di compatibilità EM, test termici, test acustici, termovuoto…) e possono essere acquistati. Il problema è che un sistema complesso è un unicum e va poi ritestato complessivamente. Questi tempi ed i costi (i costi delle facilities vanno tenuti in conto e sono ingenti, sia come ore/uomo che come costo intrinseco) sono elevati: pensiamo ai cicli di test termici in camera termovuoto, ai test separati dei vari sottosistemi strutturale (un modello strutturale) poi elettrico/elettronico (modelli dedicati) poi di meccanismi (se ce ne sono vanno testati autonomamente e poi nel complesso). Se poi ci si vuole tutelare in corso della missione si può costruire un Modello Ingegneristico (EM) che è quasi identico a quello di volo e che può essere usato per le simulazioni (come oggi si fa, a terra, per i MER).

Tutta questa trafila non è un vezzo, ma è sia indicata dagli standard MIL della NASA e dalle direttive dei dipartimenti, sia dagli standard ESA ECSS (http://www.ecss.nl/) che, si badi, sono di per se una ottimizzazione delle fasi progettuali di una missione, indipendentemente da quale possa essere un’architettura.

Si potrà pure scegliere un’architettura che apparentemente possa riusare alcuni elementi, dotandoli di più funzioni. Ma si faccia attenzione che aggiungendo parti con più funzioni non si minimizzano quasi mai i costi, ma aumentano test e complessità. Questo non è vero in assoluto ma occorre tenere conto che l’ottimizzazione in questo campo è sul filo di lana e spesso non si pensa a quali reali passaggi debbano essere necessari per un progetto: per fare altri esempi, tutte le varie fasi e le loro scadenze (PDR, CDR…) sono state definite per dare paletti certi ai progettisti e minimizzare tempi e contenere costi.

Da ultimo, si noti che da alcuni anni si sono attivate le CDF (concurrent design facilities) che sono gruppi di specialisti di vari sottosistemi che, presso le agenzie o le aziende, hanno l’onere dei progetti preliminari stando fianco a fianco, in un’unica stanza, con gli stessi database e le stesse direttive, per ottimizzare il più possibile l’architettura individuata per la missione e quindi i passi per ridurre costi e tempi. Questo è un ulteriore passo verso l’auspicio da te indicato…

Beh l’idea di un lancio di qualifica gratis è interessante (sarà credo già usata per Lares con il primo lancio di Vega, mi pare ne avessimo parlato) ma si porta dietro rischi enormi per una missione lunare complessa come la stai delineando… :slight_smile:

Le idee sono interessanti, ma più come mission analysis e configuration che come ottimizzazione dei tempi e costi del progetto. Secondo questo target secondo me sarebbero necessari molti passaggi in più, dovuti alle funzioni estremamente compartecipate dei vari elementi, e non sarebbe facile utilizzare COTS in maniera molto estesa. Occhio poi alla reale necessità di satelliti per telecom, visto che potresti già trovarne di disponibili senza portarne di propri.

Il disegno è carino :slight_smile: e poi è una buona partenza per una discussione!

Premettiamo una cosa, non esistono programmi spaziali fatti “da appassionati” ed il solo pensare un fatto del genere oggi, a mio avviso, è puramente velleitario.
Gli unici che abbiano pensato ad un programma spaziale “geek driven” sono quelli del VfR (Società per i viaggi interplanetari) e del BIS (British Interplanetary Society) ed entrambi risalgono agli anni '30 del secolo scorso.

I primi hanno dato vita, grazie all’appoggio della Wermacht, al gruppo di Peenemunde (la cui storia è troppo nota anche solo per riassumerla) mentre i secondi - senza aver riscosso mai alcun appoggio governativi - sono rimasti quel che erano, ossia un gruppo di appassionati che contimuavano a sognare lo Spazio.

Quanto al Google XPrize la tua idea è carina ma si scontra con due fatti oggettivi: il primo è che lo “stadio decelleratore” come lo chiami tu non può servire solo per entrare in orbita lunare ma deve necessariamente servire a rallentare la sonda anche durante la fase di discesa (pena un aggravio di pesi significativo sul lander). Il secondo è legato al fatto che avere un lander “multitasking” è possibile, ed anche auspicabile, quando si lavora nell’ambito di un programma "di agenzia, ma trattandosi queste di sonde private è chiaro che meno costano e meglio è.

La tua idea di costruire mattoni di regolite è senz’altro interessante ma che tecnologia richiede? Quanto incide sul costo finale della sonda? Qual’è la sua richiesta energetica? E - last but not least - quanto incide sul peso finale del lander (il parametro più importante in assoluto)???

Sembrano domande da poco e non lo sono, in fase di progetto il trade-off di un veicolo spaziale si gioca praticamente tutto su queste domande.

wow che rispostoni!

:smiley:

cmq devo essermi espresso male sui test, perchè non intendevo eliminarli per risparmiare ( semmai accorparli… )


io cmq credo che molta della colpa dei costi sia dovuta alle aziende.

quando mi riferisco a “gruppo di appassionati”, voglio proprio porre questo paragone:

un’azienda deve cmq far profitto e se in qualche modo i costi lievitano ( e quindi i guadagni ) non piange certo!
sanno che cmq chi paga mette in conto un aumento dei prezzi, quindi perchè non “approfittarne”?

infatti mi ha particolarmente colpito il progetto del phenix in germania (prototipo dell’ Hopper), realizzato da un gruppo compatto di collaboratori che hanno collaborato braccio a braccio realizzando un progetto in breve tempo e a basso costo…


per quanto riguarda lo scenario:

non sapevo ci fossero gia satelliti per comunicazione!
toccherebbe però verificare se ti “permettono” di sfruttarli (sempre ammesso che ce ne sia un effettivo bisogno e che il lander stesso non sia sufficente ( in questo caso pero, durante meta della rotazione lunare intorno alla terra perderemmo i contatti e sarebbe un peccato non sfruttare il rover fino al suo cedimento! ))

sul rischio di lanciare con un vega di qualifica, ovviamente c’avevo pensato, ma dato che l’obbiettivo “teorico” è vincere il gprice, risparmiare anche sul lancio per godere dei benefici del premio, da un pò più di senso al rischio.

questo progetto, credo possa esser condotto anche da una piccola società.
i materiali ci sono e le persone capaci si trovano, non credo che ci siamo molti ingengneri che si rifiuterebbero di partecipare ad un proggetto di questo tipo ( stimao sempre parlando di allunaggio ed esplorazione!), una gran bella voce da aggiungere al curriculum personale ( ricatto? noooo… trattativa!).

semmai, ho paura che la portata di vega non sia sufficente…
non ho trovato riferimenti precisi, ma dovrebbe esser di 2 ton in LEO.
di queste almeno metà sarebbero destinate al modulo TLI e della restante meta in altri combustibili.

quindi semmai toccerebbe verificare se con la “teorica mezza tonnellata” si riesce a realizzare landere, satelliti com, rover, ed esperimenti… a occhio direi di si! ( non dobbiamo mica mandare una ruspa lassù! scerzando direi che basterebbe anche una gig tiger modificata!!!


aggiungo per archipeppe che ha risposto mentre scrivevo:

come scritto su, appassioanti era una “provocazione”, in realta intendevo piccoli gruppi organizzati ( e finanziati! ).
però come ricordi anche te, la nascita dell’astronauitica ( come di quella dell’aereonautica, dell’automotive, ecc… ) è legata a piccole iniziative private.
non vedo il perche oggi non possa ripetersi lo stesso con “l’industria lunare”… certo qui i finanziamenti necessari sono molto più grandi e senza avere le spalle coperte non si va da nessuna parte.

te personalmente, (come qualunque altro appassionato) insieme magari a qualche altro amico e appassionato, non credo che dichiareresti impossibile l’impresa, anzi! probabilmente il sangue inizierebbe a ribollire all’idea di concretizzare una missione, e sapendo che puoi metterci liberamente il tuo genio!

riguardo allo stadio di decellerazione, accetto volentieri la critica… non credo siano mai esistiti programmi che hanno mantenuto il format iniziale di missione fino a veder compiuto il lancio ( ad esempio il lm di apollo! ).

per quanto riguarda la tecnologia della “fabrica di mattoni”:

ovviamente quella sul landere sarebbe solo un esperimento e non certo un a fabbrica a ciclo continuo.
questo sopratutto perchè nell’idea originale intendevo impiegare i combustibili residui ( caricati in surplus ) come combustibile per la fornace… il che ovviamente non essendo prodotti infiniti, forniranno probabilmente un solo tentativo.

il resto dell’esperimento valuterebbe le capacità isolanti e ditenuta del mattone creato, per determinare se un macchinario più grande potrebbe creare pareti utili ad una base permanente ( p.s. avrei anche il concept di questa fabrica, ma non voglio abusare della vostra pazienza!)

Caro Unknown ti ringrazio per l’apprezzamento, ma di fronte ad un sia pur interessante progetto come questo, ahimé, non mi sento “il sangue ribollire”.
Il fatto è che opero come professionista del settore da troppo tempo, quasi 12 anni, da sapere che difficilmente si riescono ad ottenere finanziamenti governativi o comunitari se a richiederlo sono piccole società sia pure di professionisti e/o appassionati.

Solo industrie “grandi” possono permettersi lo sforzo economico e tecnologico per un progetto del genere.
Senza contare che occorrono alcuni anni per sviluppare e far volare, sia pure al livello di protoflight che proponi tu, un progetto del genere.
Chi paga gli stipendi in questo periodo se la società costituita non fa utili?

Il punto è che un gruppo di appassionati farebbe anche il lavoro gratis, ma non avrebbe le competenze necessarie per fare tutto il lavoro mentre un gruppo di professionisti costa e molto (abituati a ragionare in termini di ore/uomo quando stimi un programma).

Inoltre 500 kg di payload verso la Luna si traducono in poche decine di Kg sulla superficie lunare, quasi tutto il peso viene “mangiato” dal kicker adoperato per le manovre di TLI (Trans Lunar Injection) e lunar orbiting/de-orbiting e landing. Questo nell’ipotesi “benevola” di un lancio con allunaggio diretto, ossia senza lasciare niente in orbita lunare altrimenti il peso disponibile sulla luna passa da poche decine di Kg a qualche Kg (e forse addirittura meno).

Sinceramente non credo che una GiG Tiger, sia pure modificata (e come?), sopravviverebbe più di mezzo secondo all’ambiente lunare (estremo, molto estremo).
Gli organi di movimento gripperebbero quasi subito.

accipicchia, mi lascia impressinato tutto questo consumo!

io mi ero basato sulle apollo, dove, circa il 50 della massa costituiva di volta in volta la quantita di propellente necessaria alle manove.

resto abbastanza perplesso… le sonde che sono state inviate quanta massa avevano all’origine ( tli compresa) ?
se leggo bene un paio di ton diventano ridicole, e ce ne vorrebbero decine!!! non metto in dubbio i conti fatti, ma resto un pò sbigottito.

p.s. la gig tiger era una battuta :-D!

p.p.s. chissà se un giorno, tornando a casa, accenderemo la tv per sentire che un impresa privata ha compiuto un “impresa”!

putroppo penso che alla base manchi lo scopo…

…io individuo quest’ultima importante cosa, nello sfruttamento di nuovi spazi dove espandere nuove attività…

…in realtà però credo che sia ben al di là di domani, la data in cui la superfice lunare costituirà un vero e forte interesse, capace di muovere capitali con uno schiocco di dita.

certo, iniziare oggi a sviluppare alcune tecniche avvantaggerebbe chi più in là si muoverà in tal senso, ma nessuno fa beneficenza e quindi bisogna torvare uno scopo che giustifichi oggi il ritorno e lo sfuttamento.

l’ambiente lunare sicuramente può offrire qualche interesse industriale, ma i coti sono alti e i rischi economici forse ancor dippiù.


oggi tutto costa troppo ( dalle case all’auto, dal pane al lattte ).
ogni cosa che facciamo o vorremmo fare ( anche a livello personale) si scontra con i costi.

ci stiamo paralizzando da soli, bisogna trovare un escamotage!!!

Capisco lo sfogo ma non si può applicare questo concetto ad un campo di ricerca di frontiera, qual è ancora oggi il comparto spaziale, in cui le agenzie fanno da customer primario per quasi tutto, eccezion fatta per i satelliti per telecom, per intenderci. Il mercato è dettato dalle esigenze delle agenzie e dei governi, e quindi è ristretto per questo motivo. Non si può pretendere una riduzione drastica dei costi senza nuovi sistemi di accesso allo spazio e senza una rivoluzione degli scopi per andare nello spazio al di la di ciò che avviene oggi.

In pratica per il momento il tutto è bloccato dal costo di lancio (come detto anche sopra)…quando questo calerà allora diventerà appetibile investire nello spazio non solo per telecomunicazioni che, giusto per la cronaca, hanno contribuito comunque ad un certo sviluppo dello spazio visto le richieste del mercato

Hai ragione ero all’eroporto di Gdansk ed ho visto sulle TV l’atterraggio dello Shuttle in diretta alcune settimane fa. Poi guardo fuori gli aerei che atterravano e decollavano e mi sentivo cosi’ depresso: quelli ormai sarebbero dovuti essere tutti Space shuttles, non aerei fondamentalmente immutati da una cinquantina d’anni

Non c’e’ dubbio da parte mia che per esplorare veramente lo spazio dovremo superare questa fase trainata dai governi che - per definizione - fanno le cose in modo inefficiente e politico. Pensate se il lancio dei satelliti per telecomunicazioni fosse stato direttamente gestito dai governi invece che da societa’ commerciali - sarebbe stato “facile” lanciare un satellite come lo e’ ora?

Mah, ho dei dubbi sulla reale necessità di voli suborbitali per il trasporto di massa. Altra cosa sarebbero i velivoli supersonici, ma sappiamo i motivi per cui ora non sono operativi.

Più che altro io ribalterei la domanda: pensate che delle società private si sobbarcherebbero l’onere di missioni interplanetarie o deep space? Per vendere dati scientifici? E chi comprerebbe questi dati? I governi o delle società private? Tutto per arrivare a dire che la ricerca spaziale, specie se legata all’astrofisica ed all’osservazione dello spazio, è ancora trainata dagli interessi dei vari governi e agenzie spaziali, non dai privati. I privati si ritaglieranno la fetta legata al turismo spaziale e sicuramente punteranno l’interesse verso qualcosa di monetizzabile, come in parte ora: comunicazioni, previsioni meteo, turismo… ma non ce li vedo i privati a finanziare un XMM-Newton o un JWST…

Io penso che ci sia mercato per qualunque soluzione che ti permetta di fare voli transoceanici in meno di due ore se il prezzo rimane in un range di 20/40k$ a testa.

Pensa un VC che ha un meeting a Syndeny la mattina, poi passa da Londra e ritorna a S. Diego per cenare con la famiglia. Adesso cifre simili sono usatre per volare con i jet privati che pero’ impiegano decine di ore.

Assolutamente no. I dati scientifici non possono essere il motivo. Colonizzazione, sfruttamento di risorse, stabilimenti industriali… Pensa ad una nuova stagione di esodi dove la gente puo’ andare e trovare posti dove creare nuove societa’ non piu’ basate sulle vecchie regole.

Tieni conto che per ragioni economiche si smuove il mondo. I minerali di alluminio estratti in Australia vengono trasportati in ISLANDA (puoi trovare due posti piu’ distanti fra loro al mondo?) dato che l’elettricita’ in .is e’ gratis. Se ci fosse una ragione “simile” per lo spazio il privato inizierebbe di sicuro a lavorarci.
Chiaramente occorrerebbe fare in modo che i governi non interferiscano e non abbiano voce nell’organizzazione delle cose, altrimenti il tutto non funziona.

ciao

Oltre ai costi di lancio occorrre un “movente” che spinga l’umanità intera a guardare verso lo spazio.
al momento c’è il turismo, ma chi ha più anni di me sulle spalle sente questa cosa fin dai voli di Gagarin, eppure non c’è nulla di concreto. Eppure, senza riempire una ISS di strumenti scientifici, qualcosa dovrebbe semplificarsi. Se pendsiamo che c’è gente che paga fiorn di quattrini per una vacanza “selvaggia” senza confort e comodità, lo spazio può non essere da meno, eppure l’Hilton spaziale è ancora SF.
Il mercato spaziale ormai esiste. Tutti i satelliti sono gestiti in modo privato, con la partecipazione del pubblico in alcuni casi, ma solo partecipazione. L’era dei satelliti e dei missili governativi va tramontando.
Però questo è un piccolo mercato, miliardario, ma ancora piccolo, di aziende specializzate nel costruire satelliti e missili.
Però, come si continua a dire, prima o poi il petrolio finirà, ma non solo il petrolio. Ci sono anche tutti quei minerali indispensabili alle attività umane che in futuro saranno sempre più sfruttati. La crosta terrestre non ne possiade in quantità infinita e nemmeno con il riciclaggio basteranno, allora dove prendere altri minerali? Già, dove? Quando estrarre minerale dalla crosta terrestre costerà come una missione spaziale perché quel minerale sarà fatto pagare tanto oro quanto pesa, allora… SF o realtà prossima?

Concordo con Ares, bisogna aspettare che ad un certo punto il gioco valga la candela
Ci si arriverà probabilmente, ma quando è un altro genere di domanda…un po’ più complessa da definire perchè le variabili sono troppo

be, il problema nel trovare qualcosa di utile nello spazio e che nello spazio, non c’è niente!

se devi produrre qualcosa sfruttando l’assenza di gravità o altre caratteristiche specifiche, te lo devi portare da terra e i cosrti si sa sono enormi!!!


proprio per questo io credo che sia la luna il vero business e che quel piccolo esperimento possa significare davvero qualcosa, possa significare un vero punto di svolta!

immaginate quante opere potrebbero realizzarsi,una volta inviati i giusti macchinari per la lavorazione ( anche automatizzata ).
si ridurebbe il peso dei payload, non dovendo portare con se anche gli ambienti pressurizzati.

più tardi, posterò anche la fase 2 di questo scenario… :slight_smile: