HERMES.Occasione sprecata o tempo perduto?

Come molti ricorderanno,Hermes era il nome dato ad una piccola navetta spaziale fortementa voluta dalla Francia per l’agenzia spaziale Europea (ESA),e mai costruito malgrado i molti anni di studio e i considerevoli fondi spesi.La storia di Hermes inizia negli anni 70;è infatti nel 1975 che i Francesi iniziano a parlare di una mininavetta da lanciare con il razzo Arianne.Nel 1977 iniziano i primi studi di fattibilità per un aereo spaziale abitato,battezzato col nome greco del messaggero degli Dei:“Hermes”.La navetta da 10 tonnellate dovrebbe essere destinata principalmente a missioni di osservazione in orbita circolare a 200 chilometri di altitudine ed a rendez vous e docking con stazioni orbitali poste a 400 chilometri da terra.Hermes dovrebbe condurre nello spazio tre uomini,i due piloti più uno specialista di missione,e circa 520 kg di carico.Il vettore prescelto è l’Arianne 4.Nel 1978 tuttavia si decide di portare l’equipaggio da tre ad un massimo di cinque (o per alcune missioni solo i due piloti più 1,5 tonnellate di carico utile) e di adoperare il più potente Arianne 5 come lanciatore.Sia l’equipaggio che il carico utile occupano lo stesso compartimento pressurizzato di 6,3 metri di lunghezza e 15 metri cubi di volume.La durata massima di una missione è prevista in soli sette giorni.Il costo stimato nel 1978 è di 10 miliardi di franchi dell’epoca.Tra il 1980 ed il 1981 il CNES inizia le ricerche sul sistema di alimentazione a pile a combustibile e sul rivestimento termico per il rientro.All’epoca accanto ad Hermes vi sono altri progetti molto ambiziosi da realizzare entro la fine degli anni 80,la stazione orbitale automatica SOLARIS,un veicolo da trasporto parzialmente recuperabile,ed un modulo con braccio meccanico per assemblaggi e manutenzione in orbita.

Nelle immagini sotto,alcuni dei primissimi concept della navetta spaziale Hermes.L’ultima immagine mostra la stazione orbitale automatica Solaris,ed i moduli cargo parzialmente riutilizzabili.Hermes avrebbe potuto attraccare alla stazione (visibile in primo piano il portellone di aggancio)per effettuare periodiche manutenzioni.Non mi è chiaro se Solaris avesse o meno un compartimento abitabile.

Nei primi anni 80 gli studi proseguono,mentre nel frattempo l’ESA,archiviata Solaris, lavora parallelamente ad un altro progetto,la ministazione orbitale “Columbus”.Columbus potrebbe essere attraccata alla futura stazione Americana “Freedoom”,annunciata nel 1984 dal Presidente Reagan,oppure potrebbe operare autonomamente.In entrambi i casi sarebbe servita da Hermes.Lo spazioplano europeo è nel frattempo ulteriormente cambiato.Ecco come viene presentato nel 1984:“è un veicolo avente le dimensioni di un mirage 2000 con una lunghezza da 15 a 18 m per 10 m di portata e 6 m d’altezza. La massa al lancio raggiunge 16700 kg per missioni in orbita bassa a 170-400 km e 13100 kg per missioni in orbita eliosincrona (170-890 km). La prestazione di Ariane 5 dovrà essere migliorata di 2 tonnellate per potere lanciare Hermès. Il carico utile con due passeggeri sarà di 4500 kg con un volume di 35 m3 o. Il lancio è previsto con Ariane 5 versione bistadio. L’autonomia della navetta è di 90 giorni se attraccata ad una stazione orbitale americana, sovietica o all’ europea Colombus o 10 giorni in volo autonomo. Per trattare i carichi utili, sarà fornito di una braccio telemanipolatore .Il ritorno attraverso l’atmosfera sarà realizzato come un planando su una rotta di 4000 m a 85 m/s. Hermès somigliante allo Space Shuttle Americano avrà una struttura in alluminio o in titanio con carbonio per alcune zone. la protezione termica che rappresenterà il 12% della massa totale sarà composta da composto in carbonio carbonio, di un ablativo e di un isolante tipo ceramico. L’alimentazione elettrica verrà fornita grazie a pile a combustibile associate a batterie. La propulsione in orbita sarà garantita da motori di manovra di spinta compresa tra 1 e 40 kg. Gli studi saranno terminati nel 1986 per un avviamento del programma nel 1988 per un costo 2,5 miliardi $ come per Ariane 5”.

Il 30 ed il 31 gennaio 1985, si svolge a Roma una riunione, a livello ministeriale, del consiglio dell’organizzazione spaziale europea. Nel corso di questa riunione, la Francia propone ai suoi partner di considerare i tre programmi, la stazione orbitale Colombus, il lanciatore Ariane 5 e l’aereo spaziale Hermes, come le tre componenti indissociabili della futura infrastruttura orbitale europea. Concludendo, nel corso di questa riunione l’Europa manifesta la sua volontà di intraprendere il programma Colombus con la sua prima tappa - la partecipazione alla stazione orbitale americana - ed il programma del lanciatore Ariane 5. La distinzione è netta tra i progetti Colombus ed Ariane 5 da un lato ed Hermes dall’altro. La Francia avrebbe desiderato un impegno su Hermes simile a quello concesso agli altri ma l’adesione alcuni paesi membri dell’ ESA, in particolare la Germania, non è stata concessa soprattutto per ragioni finanziarie. la Germania,insieme ad altri paesi membri, auspica lo slittamento di alcuni anni dell programma Hermes mentre la Francia teme che in questo modo il progetto possa essere rinviato alle calende greche e non vedere mai la luce in data utile. Tuttavia la maggioranza partner Europei prende nota con interesse della proposta Francese sul programma Hermes promettendo di includerloin tempi ragionevoli nei programmi facoltativi dell’ ESA. Per la prima volta da 10 anni, una decisione dei ministri è positiva a favore di Hermes. La Francia per il momento inizia gli studi insieme a partner come il Belgio, l’Italia, la Svezia e la Svizzera. Con un ottimismo forse eccessivo,nel giugno di quello stesso 1985,in occasione del salone aereonautico di Le Bourget il presidente del CNES annuncia che il primo volo della navetta è in programma per il primo di aprile (!!!) 1995.

Ho seguito fin quasi dall’inzio le vicissitudini di quella che doveva essere la prima navetta auropea… devo dire che non mi era mai piaciuta particolarmente per vari motivi… il primo il fatto che i francesi volevano fare la parte del leone (come già con Ariane) e non sembravano disposti a dividere i compiti (ed anche i meriti) con le altre nazioni in ESA. Il secondo motivo era che, vedendola come concorrente europeo del sistema STS americano, mi pareva ancora troppo “a perdere”… Putroppo con il senno di poi forse sarebbe stato meglio avere un nostro (europeo) accesso allo spazio invece di doversi affidare ai russi al momento del disastro del Columbia…
Magari se avessimo avuto Hermes operativa nei primi 2000 la ISS non sarebbe stata abitata soltanto da russi o americani…
Comunque anche questo progetto (come il più fantascientifico Hotol inglese o Sanger tedesco) europeo non vide mai la luce anche se, senza dubbio , furono spesi moltissimi soldi…
A quando un progetto “made in ESA” per l’accesso umano indipendente allo spazio che veda finalmente la luce… Forza Peppe siamo tutti con te!!! :smiley:

Confesso che uno dei motivi che mi hanno portato ad iscrivermi a ingegneria aerospaziale, ormai sedici anni fa, era il sogno di lavorare ad Hermes.
Oggi (c’e’ bisogno di drilo?) penso che il suo unico obiettivo sarebbe stato poter dire “andiamo nello spazio anche noi”. E avrebbe probabilmente deragliato gli ottimi programmi scientifici e tecnologici dell’ESA, esattamente come lo Shuttle ha bloccato i programmi scientifici della NASA per dieci anni.

Alla fine del 1985 nessuna decisione definitiva è presa dall’ente spaziale Europeo,tranne la generica affermazione che Arianne 5,Columbus ed Hermes sono necessari per l’autonomia spaziale dell’Europa.Tuttavia il CNES,vendendo la pelle dell’orso prima di averlo ucciso,annuncia l’inizio del programma per il 1987 e fornisce le quote di partecipazione europea al progetto (50% Francia, 15% Germania, 13% Italia, 7%Belgio, 5 % Paesi Bassi, 4% Spagna, Svizzera e Svezia, 1,5% Austria, 1% Danimarca, 0,6% Irlanda,Norvegia e Canada.Le missioni per Hermes sono di tre tipi, 1- la navetta vola ,per un periodo da una settimana ad un mese su orbite equatoriali, fino ad un’altitudine di 800 chilometri compiendo osservazioni della terra , esperimenti tecnologici .di microgravità,o di biofisica.Questo tipo di missione è detto “autonomo” 2-missioni di manutenzione o riparazioni di grandi piattaforme automatiche,e di di satelliti scientifici. Questo tipo di missione si svolge ad altitudini di 500 chilometri inclinate a 98 gradi sull’Equatore ed ha una durata di di due settimane. 3-missioni di servizio ad una stazione orbitale, incluse le operazioni d’assemblaggio e le operazioni di rifornimento e cambio d’equipaggio. L’orbita da raggiungere è inclinata a 28,5 gradi sull’Equatore (caso della stazione americana Freedom) o a 60 gradi (ministazione europea Columbus). L’altitudine è compresa tra 400 e 500 chilometri. La durata della missione va da una settimana a novanta giorni (in quest’ultimo caso Hermes resta attraccato alla stazione). Il carico utile è in questi casi di 4.500 chilogrammi e l’equipaggio è composto da quattro a sei . Per missioni di salvataggio, in una versione ulteriore, la stiva di Hermes potrebbe essere fornita di un modulo pressurizzato, cosa che permetterebbe di far rientrare un totale di dieci persone. All’inizio del 1986 è previsto per Hermes una lunghezza di 17,9 metri ed una portata di 10.2 metri. La struttura principale è in materiali compositi eccetto la cabina pressurizzata, in alluminio,ali a delta molto inclinate (74 gradi), fornite di derive in fine d’ala e (ulteriore cambiamento di design) senza deriva centrale sulla fusoliera.

Hermes.

Particolarmente variegata (forse troppo) è anche la dislocazione dei vari centri ed installazioni a servizio del programma.Alcuni impianti di sono situati in Europa come il centro d’addestramento degli equipaggi, il centro di preparazione dei carichi utili e l’edificio di preparazione navetta. Altri impianti sono situati a Kourou,il centro per l’alloggiamento degli equipaggi, un secondo centro di preparazione dei carichi utili, un secondo edificio di preparazione per il veicolo, e, naturalmente,il padiglione di lancio. Per i trasferimenti tra l’Europa e la Guiana Francese, è previsto che Hermes venga posto sul dorso di un aereo di grandi dimensioni. Un altro aereo è previsto per l’addestramento dei piloti. Il centro di controllo missione è situato a Darmstadt in Germania.Vi sono poi un centro di gestione delle telecomunicazioni , vari centri per telecomunicazioni con Hermes distribuite su terra ed in orbita, infine un centro di controllo delle operazioni carico utile. E’ previsto anche un ulteriore centro di controllo per la stazione orbitale Columbus. Le operazioni di recupero implicano ovviamente piste d’atterraggio, in particolare lstres e Kourou,ed una nave a 1.000 chilometri di Kourou per il recupero dell’equipaggio in caso d’ammaraggio forzato . Il ciclo completo di un Hermès dell’inizio di preparazione alla fine della messa in sicurezza e riposo dopo una missione è previsto in undici mesi all’inizio del programma di lanci,poi di quattro mesi . la sequenza di lancio propriamente detta sarà di 40 giorni. La navetta sarà trasportata sulla parte posteriore di un aerobus in Guiana dove comincerà la preparazione per il volo. Dopo l’arrivo dell’equipaggio e l’integrazione dei carichi utili la navetta sarà installata sul lanciatore che sarà stato precedentemente eretto sulla rampa.Il costo del programma all’inizio del 1986 è valutato un po’ più di 14 miliardi di franchi di cui 9,5 miliardi per lo sviluppo dell’aereo spaziale stesso e la costruzione di due esemplari (uno nel 1991,l’altro nel 92).Altri 2,2 miliardi per gli impianti al suolo e 860 milioni per i primi due voli, lanciatore compreso.

Malgrado queste ottimistiche previsioni,nel 1986 la situazione non è rosea per Hermes,nonostante che all’inizio d’anno, contratti preliminari siano stati stipulati con diverse ditte europee (In Belgio, Bell Téléphone studia le telecomunicazioni terra-suolo, ETCA l’alimentazione di bordo, l’Aeritalia il controllo termico, la Fokker nei Paesi Bassi il braccio telemanipolatore,la Damier in Germania per le pile a combustibile ed i sistemi per il supporto vitale,ecc,ecc). La Germania non ha ancora deciso la sua partecipazione al programma Hermes. L’agenzia spaziale tedesca DFVLR non ha alcun peso politico e le decisioni sono divise tra i 6 ministeri interessati che hanno tutti un parere diverso dall’argomento. Gli affari esteri raccomandano il 10% di partecipazione, il ministero delle finanze, nulla,essendo la Germania,insieme all’Italia già impegnata sulla stazione Colombus . il ministero per la ricerca è interessato al progetto HOTOL, un aereo spaziale che decolla ed atterra orizzontalmente. A Marzo dell’86 l’Italia ,la cui intenzione l’anno precedente era di partecipare al programma Hermes con il 15% non ha ancora deciso la sua quota di partecipazione definitiva. L’Italia partecipa già alla stazione Colombus ad per il 25% e su Ariane 5 al 15%. In Marzo, la Francia presenta il suo progetto d’aereo spaziale al consiglio europeo . Se il progetto divenisse programma ESA potrebbe iniziare in settembre con le adesioni definitive degli stati membri . In Maggio, l’ ESA inizia la fase preliminare . Il costo del programma è ritenuto 1,5 miliardi di dollari più il costo del relativo lanciatore Ariane 5 (1,9 miliardo di dollari). dalla sua quota la Germania detrae fondi che intende destinare ad altri progetti. Il 25 ed il 27 giugno, il consiglio dell’agenzia spaziale europea vota una risoluzione che autorizza l’inizio di un programma preparatorio fino alla metà giugno 1987. Questo programma ammonta a 390 milioni di franchi. Gli studi di definizione dovrebbero essere completati nell’ottobre 1990.Successivamente sarebbero iniziate prove e qualificazioni al suolo dal metà 1990 al metà 1993. La fase di prove in volo sarebbero iniziate nel 1994 con una serie di 6 voli subsonici di navette con equipaggio,per una durata da 6 a 9 mesi. Finalmente,nel 1995 l’Hermes avrebbe compiuto i primi due voli orbitali di qualificazione,poi seguiti dai i voli operativi. Dal 1998 Hermes avrebbe servito la ministazione orbitale Colombus assemblata alla stazione Freedom. Una versione autonoma della della Colombus sarebbe stata poi realizzata nel 2004. Le due navette previste avrebbero realizzato 2 voli all’anno fino al 2004 quindi da 3 a 4 voli all’anno . Il costo di Hermes è stimato dal CNES in 15 miliardi di franchi , al netto delle spese di gestione. Il 17 ottobre 1986 finalmente la Germania si impegna al programma con una partecipazione del 30%,mentre la Francia annuncia che finanzierà il 45% degli studi preparatori .Nel frattempo la tragedia del Challenger ha già profondamente cambiato il progetto.

Dopo la tragedia del Challenger l’Hermes non sarà più lo stesso.L’equipaggio passa da sei a tre membri,mentre si decide l’introduzione di una più ridotta cabina eiettabile.Il carico utile viene diminuito da 4500 a 3000 kg,mentre sparisce la cargo bay,sostituita da una stiva chiusa,pur mantenendo il portellone-radiatore ed il braccio meccanico.L’operatività della navetta è ora limitata alla visita della stazioncina autonoma MTFF (Man Tended Free Flyer) e non alla piattaforma ESA in orbita polare per l’osservazione della terra.in seguito a queste modifiche la previsione per il primo volo slitta dal 1995 al 1997,con un volo senza equipaggio interamente automatizzato nel 1996.I costi lievitano del doppio rispetto alle previsione originali mentre l’utilità della navetta si riduce. MTTF sarà un modulo di tipo Spacelab associato ad un modulo di risorse ed un generatore solare per esperienze in microgravità. Questa nuova mini stazione va ad aggiungersi al modulo Colombus (attaccato alla Freedom) e la piattaforma polare per l’osservazione della terra. Tra i compiti principalei di Hermes servire la stazione MTTF.

La cabina eiettabilehiamata CEM (CEM Crew Escape module) è realizzata interamente in titanio e pesa 3355 kg. All’espulsione, dei piccoli razzi orientano la cabina ed profili aerodinamici la rallentano mentre un primo paracadute la stabilizza prima dello spiegamento dei paracadute principali . L’impatto della cabina viene ammortizzata da retrorazzi,molle e cuscini gonfiabili . In caso d’espulsione in mare, la cabina potrà restare in galleggiamento sull’acqua fino a 6 ore prima dell’arrivo dei soccorsi. Gli astronauti ESA Ernst Messerschmid e Reinard Furrer si dichiarano sfavorevoli alla cabina di eiettabile dichiarandosi pronti ad assumersi i rischi inerenti ad ogni volo spaziale. La cabina eiettabile infatti aggiunge massa al veicolo a scapito del carico utile.Nel frattempo la configurazione della navetta cambia nuovamente.Nel dicembre del 1988 infatti allo spazioplano viene aggiunto un modulo adattatore,detto “modulo di risorse”.Il concetto del modulo adattatore nasce dal fatto che non era più possibile, né ottimale mettere tutte le attrezzature nella sola navetta come nella configurazione del 1987. la cabina comunica con la stiva (adesso chiusa) e con l’adattatore attraverso un tunnel.Con il modulo adattatore, il carico utile realmente trasportabile in orbita è ora di 1600 kg.

Alcune immagini.


Altre immagini.Notare la minuscola stazione MTTF.

Nel 1989 un altro cambiamento.Adesso non più la cabina ma l’intero “muso” dell’Hermes diviene eiettabile in caso di emergenza.Gli Astronauti preferirebbero invece dei sedili eiettabili.Nel Dicembre del 1989 in seguito a varie rimostranze viene annunciato un nuovo sistema di salvataggio costituito da sedili eiettabili del tipo montato sulla navetta sovietica Buran.Nel gennaio del 1990 l’ ESA prevede un ritardo di 6 mesi nell’avvio della fase di sviluppo di Hermes e della stazione Colombus . Le ragioni di questo nuovo ritardo sono d’ordine tecnico e politico.A Febbraio, l’architettura generale di Hermes cambia nuovamente. Nella sua nuova configurazione , il veicolo misura 22 m di lunghezza di cui 13,9 per l’orbiter stesso (cioè più 1,2 m). I serbatoi e motori di controllo ormai sono divisi tra la navetta ed il modulo tecnico MRH. Questo modulo alloggia le tute EVA, gli scaffali con le attrezzature ed i radiatori termici esterni (in conseguenza di ciò sparisce anche l’ultima traccia dell’originale baia di carico). La parte posteriore è occupata dalla braccio telemanipolatore ed il portellone d’attracco. Hermes porta nello spazio tre astronauti ,ciascuno fornito di un sedile eiettabile. La portanza è di 9,8 m con una superficie d’ala di 84 m2. Il diametro della fusoliera è stato aumentato circa a 2,9 il sig. Esteriormente, l’aereo possiede le sue due derive inclinate in fine di ali, ma che potrebbero essere sostituite da una deriva unica sul mezzo della fusoliera. La struttura è in alluminio invece di materiali composito e questo aumenterà la massa a vuoto di 250 kg. la prestazione di Hermès sarà in conseguenza di 1000 kg su un’orbita bassa inclinata a 51°.In Ottobre, il CNES annuncia che la realizzazione di Hermès sarà molto più costosa che previsto, non potendo più coprire il pacchetto finanziario la fattibilità tecnica. Il superamento è stimato nell’ordine del 20-25% cioè l’equivalente di 40 miliardi franchi.Nel Febbraio del 1991 l’ESA propone Alméria nel sud della Spagna come località d’atterraggio per Hermes. Dopo alcune sistemazioni, la pista potrà accogliere l’aereo spaziale.Località concorrente di Alméria è Caienna nella Guiana Francese.nello stesso anno viene annunciato che,per motivi di bilancio il primo volo di Hermes è posticipato all’anno 2000.Nel frattempo si pensa ad una versione più potente dell’Arianne 5 per l’aereo spaziale la cui configurazione non cessa di cambiare praticamente ogni mese.In occasione del salone di Les Bourget, l’ ESA annuncia che della navetta spaziale Hermes sarà realizzato soltanto un esemplare invece di due, il secondo sarà costruito soltanto dopo studi degli scenari di utilizzo delle stazioni orbitali. Nel nuovo calendario, i primi due voli H-01 e H-02 saranno realizzati soltanto a partire dalla fine 2000,il primo in automatico il secondo,nel 2001, pilotato. Seguiranno in seguito altri due voli di qualificazione alla volta della stazione MTFF. I primi voli saranno lanciati con un carico utile minimo, la capacità massima di 3000 kg sarà raggiunta soltanto con la messa in servizio della versione Mk2 di Ariane 5 nel 2004.A Novembre del 91 , la riunione degli stati membri del ESA a Monaco rinvia le decisioni sullo sviluppo dei programmi Hermes, Colombus e del satellite relè DR.Le decisioni prese dalla riunione dei 13 stati membri del 1987 sono state rigettate a causa dei Tedeschi che,alle prese con la riunificazione delle due Germanie non possono disporre dei fondi necessari alla prosecuzione dei programmi dopo il 1992. E’ l’inizio della fine.A Maggio, il progetto Hermès è rivisto di nuovo al ribasso con la proposta francese del “dimostratore X 2000”, una versione senza equipaggio e sperimentale di Hermes. Questa navetta dovrebbe realizzare un primo volo nel 2000 quindi essere modificata per servire la stazione Colombus nel 2004. simile al concetto iniziale di Hermes,X 2000 sarebbe eliminerebbe i costi per l’equipaggio ed i relativi sistemi. X 2000 dovrebbe permettere di ridurre del 40% le spese dell’ ESA fino all’anno 2000. Il progetto definitivo viene presentato in giugno per la riunione di novembre degli stati membri. Il 23 novembre 1992 la riunione degli stati membro dell’ ESA a Grenada ,in Spagna annuncia la fine del programma Hermes. Nel Gennaio 1992, il candidato all’Eliseo Jaques Chirac tenta di rilanciare il programma Hermes. Nel corso di una riunione Chirac deplora lo smantellamento di Hermes ed annuncia “che farà di tutto perché questo programma vada in porto”. Ormai però è troppo tardi. L’Europa ha già deciso di abbandonare il suo ambizioso piano di autonomia europea in materia di voli umani. In primavera la NASA rivede il suo progetto di stazione spaziale internazionale e propone tre nuovi concetti .Di questi soltanto due potrebbero interessare l’ ESA con l’attracco del modulo Colombus. La scelta Americana sarà decisiva per l’Europa e gli accordi precedentemente firmati nel 1989. L’aereo Hermès è ormai definitivamente nell’ armadio, e l’Aerospatiale insieme a Deutsche Aerospace ed Alenia Spazio presentano in occasione del salone di Les Bourget un progetto di capsula balistica “Advanced Crew Recovery Vehicle” simile all’ Apollo ,del peso di 6 tonnellate e che misura 4,4 m di diametro e che può accogliere 8 astronauti per un ritorno in urgenza sulla terra. Il primo luglio del 1993 si scioglie la società EuroHermes Space. Finisce così la lunga storia dello spazioplano Europeo.

Così scrive a proposito dell’Hermes lo “spazionauta” Francese Patrick Baudry: “In realtà, occorre considerare Hermes come un oggetto di sviluppo puro tecnologico, un po’sul modello di Concorde. Ma da un punto di vista operativo,queste macchine non presentano un grande interesse. Sono persuaso che Hermes non sarebbe mai giunto al termine del suo sviluppo, in parte a causa dei problemi di sicurezza per l’ equipaggio a bordo. Mai un uomo politico in Europa avrebbe preso il rischio di firmare l’autorizzazione per il lancio per una macchina che non garantiva l’integrità fisica dei suoi passeggeri”. “La macchina organizzativa era sbagliata: L’ESA dirigeva le operazioni , ma dava in subappalto a sua volta al CNES, che prendeva le decisioni e dava in subappalto ad altri… In breve, un’organizzazione pensata in termini politici, in non termini di efficenza”. “In realtà, nella progettazione e costruzione di una tale macchina, non è la parte spaziale la più complessa, ma la parte aereonautica. Gli americani se ne sono bene accorti durante lo sviluppo della loro navetta. In Europa, e soprattutto in Francia, il CNES sa fare razzi, è anche uno dei suoi settori d’eccellenza. Ma per quanto riguarda la parte aeronautica, è fuori delle sue competenze. Occorreva dunque ridistribuire il lavoro di concezione verso imprese come Aerospatiale e Dassault. Tuttavia, oltre a queste limitazioni, il progetto Hermès avrebbe avuto ripercussioni tecnologiche molto importanti anche se non fosse stato portato alla fine, senza contare che i gruppi che hanno lavorato su questo progetto hanno ammucchiato competenze apprezzabili. .A parer mio, Ariane-5 non avrebbe mai lanciato Hermès. Nessun potere politico avrebbe preso tale rischio. In compenso, il fatto di progettare di inviare uomini nello spazio su Ariane-5 ha aumentato l’affidabilità di quel vettore, cosa che è considerevole da un punto di vista tecnologico e rassicurante per i clienti da un punto di vista puramente commerciale. Osservando i venti anni che sono appena passati, bisogna purtroppo constatare che le navette sono state un fallimento totale in termini di operazioni. anche se ciò fa parte delle cose che è vietato rimettere in discussione negli Stati Uniti.” Nel 1996 la NASA per un un momento accarezzò la speranza di ritirare gli Shuttle dal servizio attivo a profitto di altri concetti, ma le difficoltà di messa a punto di queste nuove macchine hanno fatto rimandare alle calende greche la sostituzione di una flotta che è costato un buono numero di miliardi di dollari. L’agenzia americana pensa ora ad investire tra 1,5 e 2 miliardi di dollari supplementari per rimodernare le sue quattro navette, in particolare per quanto riguarda l’informatica, l’elettronica e quantità di altri apparecchi che invecchiano o non sono più attuali. Queste riparazioni e migliorie aumenterebbero la vita del parco navette, che vedrebbe così aumentata la sua longevità tra i dodici ed i venti anni!". Interessantissima questa ultima riflessione,tanto più che risale a prima della tragedia del Columbia.


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Ho sentito parlare per la prima volta del programma Hermes quando un mio compagno di classe (al liceo) mi fece leggere un articolo dedicato alla “navetta europea” nel lontano 1982 (l’articolo era uscito sulla rivista Test, una sorta di antesignana di Focus…).

All’epoca avevo 14 anni e divoravo (letteralmente) qualsiasi cosa avesse a che fare con lo Spazio, come non rimanerne affascinati!!!

Ho seguito nel corso degli anni successivi tutte le vicissitudini (ed anche i frequenti - troppo frequenti - cambi di configurazione) dell’Hermes, fino alla sua fine. Ero ad ESTEC nel 1992 (per l’Euroavia Design Workshop '92) quando in ESA già suonavano le campane a morto per Hermes.

Devo dire che quasi non me ne accorsi, quella magica estate ero distratto da molte altre cose (ero sempre ad ESTEC quando Malerba fece la sua storica conferenza stampa in diretta dallo Spazio - che emozione essere lì proprio mentre il primo astronauta italiano era in orbita!!!).

In retrospettiva ritengo l’esperienza dell’Hermes uno spaventoso buco nell’acqua che ha succhiato un’incredibile quantità di soldi (solo in R&D) dando poco, troppo poco, in cambio.

L’ESA dominata dalla politica francese di “grandeur” (che a me non è mai piaciuta…) si era imbarcata in un programma troppo grosso per un’agenzia così giovane. Meglio sarebbe stato sfrutture i fondi destinati ad Hermes per lo sviluppo di una capsula triposto europea lanciata dall’affidabile Ariane 4. Magari anche una copia dell’Apollo (una specie di CEV insomma).

In pratica quello che hanno fatto con successo i cinesi con la loro Shenzou.

Se l’ESA avesse deciso di realizzare questa capsula nei primi anni '80, il che sarebbe stato perfettamente logico ed in linea con lo sviluppo di una giovane agenzia, a metà degli anni '90 l’Europa avrebbe potuto disporre di un accesso indipendente sia alla Mir che alla futura ISS.

Ma all’epoca si ragionava “in grande” e si è fatto il passo più lungo della gamba…

carmelo
Hehehe!
Sei tornato in grandissimo spolvero vedo… :smiley:
Grazie per il tuo abituale monumentale lavoro di ricostruzione storico - iconografico!!

archipeppe
Condivido in pieno la tua visione.
Non solo l’ESA, ma anche la NASA ha bruciato letteralmente vagonate di denaro in studi di fattibilità e progetto trascinati per inerzia per anni e anni, senza peraltro avere una visione coerente nella quale inserirli.
Come ho già avuto modo di scrivere, sarebbe bene trarre una lezione da queste esperienze: i mezzi sono “mission driven”, cioè prima si identifica COSA si vuol fare, e poi COME. Oggi accade il viceversa: si progetta un veicolo e poi gli si cuce addosso una missione…

E’ probabile che all’inizio degli anni 80 non fosse prevista per l’Hermes alcuna tuta IVA.Un disegno del cockpit risalente al 1983 circa mostra un astronauta con una combinazione di volo simile a quella portata nello stessi anni dagli Americani (da STS-5 a STS-51L),un casco ad ossigeno integrale,ed una jumpsuit.Nel 1985 la CNES propone di adottare per come tuta lancio/rientro per l’Hermes la sovietica Sokol,costruita dalla Zveda.A questo punto bisogna ricordare che nel 1979 la Francia aveva aderito all’invito sovietico di inviare uno astronauta (ribattezzato dai francesi,col loro tipico sciovinismo “spazionauta”) sulla Sojuz nell’ambito del programma “intercosmos”.Il 24 giugno 1982 Jean Loup Chrètien partiva alla volta della stazione Saljut-7 insieme ai cosmonauti Dzhanibekov e Ivanchenkov. Fu in base a questa esperienza ed ai loro contatti con il mondo astronautico sovietico che la CNES selezionò la Sokol per la navetta Europea.L’operazione fu spregiudicata.Nel 1985 Gorbaciov non aveva iniziato le sue riforme,ed il muro di Berlino era più solido che mai.l’Unione Sovietica era ancora una potenza totalitaria ostile,i cui missili erano puntati contro l’Europa.Malgrado la costante minaccia,le quotidiane violazioni dei diritti umani,la guerra di aggressione condotta in Afganistan,non dovette essere difficile per i sovietici solleticare la sciocca vanità della Francia.La Sokol fu confermata come combinazione IVA per l’Hermes anche negli anni successivi quando si pensò di dotare la navetta di una cabina staccabile.All’inizio degli anni 90 su pressione degli astronauti questo sistema di salvataggio fu eliminato in favore di più semplici sedili eiettabili del tipo montato sullo Shuttle Buran.E’ quindi altamente probabile che la Sokol sarebbe stata sostituita dalla Strizh"Buran rescue suit" ,ed il colore della combinazione sarebbe passato dal bianco delle Sokol all’arancio,segnale internazionale di soccorso (la Strizh sovietica originale era verde-marrone militare).

Gli studi preliminari su una tuta EVA chiamata ESSS (“European Space Suit System”) per gli astronauti del programma Hermes iniziarono nel 1986,coinvolgendo varie ditte Europee (tra cui l’Italiana Microthecnica) .e l’Americana Hamilton Standard (interpellata per studi e consultazioni).Nel 1989-1991 iniziò la fase di presviluppo dello scafandro.Fu in questo periodo che i Francesi pensarono di coinvolgere la russa Zveda.La Dassault e la Zveda avavano già collaborato in occasione del secondo volo di Chrètien,nel 1988,durante il quale lo “spazionauta” aveva compiuto una attività extra veicolare uscendo dalla stazione MIR-1 (primo occidentale non Americano a passeggiare nello spazio).Inoltre oltralpe si pensava che se la ditta russa avrebbe fornito le combinazioni lancio/rientro,sarebbe stato logico coinvolgerla anche per lo scafandro EVA.Il lavoro sulla ESSS continuò fino alla cancellazione del programma Hermes.Della tuta furono costruiti un mock up e una parziale “test suit”. La ESSS,come la Orlan,avrebbe avuto un portello sulla schiena per permettere un rapido l’accesso all’ astronauta.