I VERI ANNI 2000.

Siamo nel 2005,quasi 2006.Ne abbiamo fatti di progressi in questi ultimi anni,vero? Ad esempio le nostre automobili sono a turbina,elettriche ed alimentate ad idrogeno.

I mezzi di trasporto pubblico e per le merci sicuri e razionali

Le nostre città sono moderne,ma anche a misura d’uomo.

Insediamenti umani sono dovunque:Nell’Antartide,nella Giungla,sotto gli Oceani

E naturalmente nello Spazio.

La medicina permette di arrivare ad un età molto avanzata in piena efficenza fisica e mentale.Molti di coloro che erano giovani nel XX secolo sono in piena attività anche nel XXI. Come l’attuale Presidente degli Stati Uniti,ricandidatosi dopo quasi quarant’anni dalla fine del suo ultimo mandato.

Le nostre case sono moderne e piene di tutti i confort

Che grandi emozioni ci hanno riservato questi ultimi decenni! L’Esplorazione della luna negli anni 70 ed 80,la conquista di marte nei primi anni 90

Oggi gli Shuttle,gli Space tugs orbitali e lunari,le stazioni spaziali e la base lunare sono una realtà.

Carmelo
comprendo la tua sottile ironia…

Paolo D’Angelo

Con tutto l’amore per questa materia, non posso non pensare che la storia dell’astronautica è letteralmente costellata di promesse non mantenute.

Le strade della vita reale hanno sempre giocato brutti scherzi a qesti progetti, così come a tante altre idee che avrebbero permesso l’avvicinarsi ad una sorta di “società ideale” basata sul progresso e sul benessere diffuso, come quella dipinta dalle splendide e malinconiche immagini di Carmelo Pugliatti.

L’astronautica continua a farmi sognare, e rappresenta l’espressione più alta dell’intraprendenza e delle capacità dell’intelletto umano.
D’altra parte siamo ben lonani, come genere umano, dall’aver migliorato la condizione sociale: il benessere non è cresiuto per tutti di pari passo con l’avanzamento tecnologico, e il mondo è ancora insopportabilmente lacerato da disuguaglianze crudeli e inaccettabili.

A questo proposito, ogni tanto rifletto su quanto siano opportune spese così alte in tecnologie aerospaziali, soprattutto quando si annunciano programmi enormi, come il ritorno alla Luna.
Questo programma è in via di realizzazione (?) senza che vi siano delle reali motivazioni sociopolitiche o delle ricadute che si discostino dai meri utili industriali.
Certe spese non si possono fare senza che abbiano alle spalle delle idee “potenti”: nè un generico “senso dell’avventura”, nè una mera politica di sussidio industriale ci porteranno da nessuna parte.
L’agire della NASA, la più importante delle agenzie spaziali esistenti, è stato ondivago e incerto in questi anni proprio perchè il suo motivo di esistere è riducibile ai due fattori che ho citato.
Con questo non voglio screditare gli ottimi studiosi e progettisti che ci lavorano, ma la NASA da tempo non riesce più ad entusiasmare me, nè tantomeno il pubblico americano (taxpayers…) come le statistiche sul gradimento del CEV dimostrano.

Il sacrificio dei vari programmi scientifici destinati alla sperimentazione sulla ISS, il numero troppo basso (2) di astronauti in orbita sull’avamposto orbitale dovuto al taglio dei vari progetti necessari a sostenere un equipaggio numeroso (X-38, Hab ecc…) in nome del “CEV” a tutti i costi, è a mio parere un errore enorme, perchè elimina un campo nel quale era possibile realizzare scoperte la cui ricaduta poteva destinarsi a TUTTA l’umanità (materiali, medicinali, leghe ecc ecc).

Certamente, tra tutte le spese sostenute dai paesi “ricchi”, l’astronautica non è affatto in cima alla mia lista dei “tagli”. Si cominci con l’eliminare piaga delle guerre, e i guerrafondai.

Sapete perchè adoro gli anni 50/60? perchè allora si aveva fiducia nel progresso;era più che sognare,era la certezza che il futuro sarebbe stato migliore del passato,che la scienza era amica,che il bello non era soltanto ciò che si viveva nel presente (e Dio sa che allora il presente era bello)ma ciò che ci avrebbe atteso domani.Oggi non soltanto non abbiamo fiducia nel futuro,ma neanche sognamo più. Io però non me la prenderei soltanto col CEV e la povera NASA.Europei e Russi hanno le capacità ed il denaro per costruire,se lo vogliono,un più moderno shuttle,o almeno il Klipper,o almeno acquistare il CXV.Gli Americani si occuperanno di tornare sulla luna,e magari andare oltre,noi potremmo occuparci delle ricerche in orbita bassa e della ISS,dividiamo i compiti,perchè no? se poi non vogliamo,beh la colpa è nostra e soltanto nostra.

Certo Carmelo, hai ragione.
Comunque io ho fiducia nel futuro, solo, ripeto un concetto già espresso in precedenza: l’astronautica è una meravigliosa materia costellata di promesse non mantenute.
La NASA fa da parafulmine perchè è quella che ci ha regalato le emozioni più forti… e si sa, quanto più è alto il culmine della parabola, tanto più precipitosa è la caduta.
Comunque, noi europei amiamo fare da “subappaltatori”, non so in ossequio a quale ragionamento.
L’Italia poi ama tenere sempre il piede in due scarpe: da un lato facciamo parte dell’ESA, dall’altro partecipiamo con grande successo e soddisfazioni ad accordi bilaterali diretti con la NASA (vedi Guidoni, che nella sua prima missione era con Cheli, uno ufficialmente per conto dell’ASI, l’altro dell’ESA!).
Naturalmente il nostro ruolo importante lo si scopre solo scartabellando sui siti NASA, perchè se ti aspetti di vedere qualcosina sul sito ASI stai fresco…
Che dire del Regno Unito? In quel paese è attiva la migliore e più grande associazione di appassionati e studiosi di astronautica del mondo, ma non hanno uno straccio di programma spaziale, e il contributo dato all’ESA è Beagle :scream:
Come vedi, se ci penso sopra un pochino, cominciamo con un lungo elenco di considerazioni critiche anche per il vecchio continente.

Perchè era solo ironia…

NON ERA VERO NULLA?

Disperazione…

Sapete perchè adoro gli anni 50/60? perchè allora si aveva fiducia nel progresso;era più che sognare,era la certezza che il futuro sarebbe stato migliore del passato,che la scienza era amica,che il bello non era soltanto ciò che si viveva nel presente (e Dio sa che allora il presente era bello)ma ciò che ci avrebbe atteso domani.

Concordo con te Carmelo, per chi ha avuto la fortuna di vivere quegli anni vedere disattese tutte quelle possibili realtà che sembravano così immininte, avrà contribuito certamente a far perdere la fiducia nel futuro … In parte questo sentimento io l’ho percepito nella prima metà degli anni 80, e quì sono sulla stessa linea di Marco, quando molti progetti in campo spaziale ipotizzati molti anni prima venivano mano a mano disattesi, appuntamenti mancati, promesse non mantenute … Tutti i miei sogni infranti … niente base Lunare … nessuna missione oltre i confini del nostro Sistema, nessun viaggio su Marte… Insomma persi fiducia e mi limitai seguire l’evolversi delle cose con un pò di distacco … senza perdere però il contatto con quel mondo, l’astronautica, che amavo e amo tutt’ora … Oggi il desiderio di solcare gli spazi verso nuovi mondi è più forte di prima, e questo lo devo ad amici come Marco, Peppe, e anche Bernardo che hanno saputo stimolarmi e ravvivare in me quella fiammella che si stava spegnendo… :wink:

Certo che come dice giustamente Marco l’astronautica non deve essere un sogno da realizzare fine a se stesso ed ecco perchè forse manca proprio oggi anche l’interesse del pubblico. I comuni mortali pensano a come arrivare a fine mese mentre le agenzie spaziali spendono miliardi di euro per inviare una scatoletta di latta su Marte…
Sono questi i discorsi che fa la gente “normale” (non come noi…) ed ecco perchè le Nazioni dovrebbero seriamente pensare a progettare missioni spaziali per colonizzare lo spazio per poterlo realmente utilizzare.
Voglio dire che se potessimo sfruttare, per fare un esempio, centrali fotovoltaiche in orbita per produrre elettricità o miniere sulla Luna o sugli asteroidi forse il pubblico potrebbe anche percepire in modo più reale la corsa allo spazio. Soltanto se potremmo dare dei risultati concreti (oltre che a far sventolare bandierine su un corpo celeste) potranno essere giustificate le spese enormi che devono essere investite. Le ricadute dell’astronautica sono state gigantesche in tutti i campi ma la gente non le vede (anche perchè i media non fanno NULLA per farle notare). Lo so, sono sempre molto utopico e la realtà è che gli USA hanno speso per la Guerra in Iraq una cifra che se utilizzata per lo spazio ci avrebbe portato in pochi anni a far avverare questi sogni…
L’umanità è purtoppo una specie ancora giovane…
Speriamo che le future generazioni possano cambiare questo status…

Il fatto è che, secondo me, l’accesso allo Spazio da parte dell’umanità è stato troppo repentino (pensate SOLO 12 anni dal primo satellite artificiale al primo uomo sulla Luna) e quindi non è stato ancora metabolizzato a livello collettivo.

La fantascienza, sopratutto quella dell’epoca d’oro degli anni 30-50, ha contribuito a creare un’aspettativa intorno all’Astronautica che poi non si è concretizzata. In questo senso il “manifesto” di tale filosofia è 2001 Odissea nello Spazio, che non a caso è del 1968.

Ciò che si prospettava nel futuro dell’epoca (il nostro presente) era un mondo da S/F “Hard” in cui la Scienza e la Tecnologia (non così invadente come quella attuale) erano amiche dell’umanità, alla conquista della Luna l’opinione pubblica si aspettava un cambio radicale (in meglio), in realtà è subentrata una sorta di “delusione collettiva”: niente è cambiato, sopratutto niente è cambiato in meglio (gli americani hanno addirittura perso la guerra in Vietnam).

In realtà ciò che viviamo oggi come presente sembra essere uscito dritto dritto da un romanzo “cyberpunk” degli anni '80 o da uno degli incubi paronoidi di Philip K. Dick (praticamente la SF attuale si è ridotta alla riedizione delle opere di questo autore - che a me non piace - il cui unico merito è stato quello di intuire in qualche modo la realtà in cui viviamo).

La realtà attuale è una commistione di vecchio e nuovo, dove la tecnologia è un elemento invadente (pensate ai cellulari, quanti di noi ne hanno SOLO uno??), e dove domina il concetto di informazione “in tempo” reale, tutti devono sapere di tutti (come spiegare sennò il successo dei “reality show” che altro non sono se non forme moderne di voyerismo??).

In questo scenario attuale non c’è putroppo (molto) posto per l’Astronautica e l’esplorazione dello Spazio come avventura in prima persona.

Ma l’umanità DEVE espandersi, se non vuole collassare, e lo Spazio è l’unica dimensione che è rimasta per attuare tale espansione. Aldilà di qualsiasi giustificazione economica, politica, umana e psicologica che possiamo trovare al nostro ritorno sulla Luna, la vera motivazione è che si tratta del primo passo (Armstrong aveva ragione…) per espanderci nello Spazio.

Se l’umanità imparerà a vivere permanentemente sulla Luna (dove non c’è atmosfera, poca acqua ed in gravità ridotta) dimostrerà di poter vivere ovunque nell’Universo, e questo rappresenterà il nostro “esame di maturità”.

Come potete vedere tutto questo va ben oltre il concetto di singola nazione, ed una voltà di più deve essere uno sforzo di tutti, perché lo Spazio (i suoi mondi e le sue risorse) appartengono a tutti.

“Tutti questi mondi sono vostri, fatene un buon uso…”

Ma Carmelo mi meravigli molto! :smiley:
Come hai fatto a dimenticare la guerra contro gli alieni del 1980?
E l’invasione successiva del 1985?
Ed il tremendo terremoto che sconvolse tutti gli Stati Uniti del 1975?
Menomale che qualche grattacielo avesse i nuovi generatori anti-gravità ma quanti morti ci sono stati?
E adesso i nuovi robots ci danno dei problemi…!

:smiley: :smiley: :smiley: :smiley: :smiley: :smiley: :smiley:

Non si può dire che tutto sarebbe filato liscio…

Ragazzi…si fa per scherzare…ma veramente pensate che il futuro poteva essere solo positivo?? :roll_eyes:

L’aspetto che ho sempre adorato della fantascienza è la capacità di immaginare, in certi filoni, un mondo che si avvicina all’ideale; un mondo nel quale la tecnologia ha migliorato davvero e radicalmente la vita delle persone, ed il rapporto delle persone con l’ambiente, ed entrambe in senso positivo.
E io amo quel filone molto più di quello che invece vede un’acuirsi delle attuali miserie umane, anche se so, in fondo, che quest’ultimo è certamente più probabile.