Il grande censimento dei buchi neri

Ai dati forniti da Chandra si aggiungeranno presto quelli del sistema X Multi-Mirror dell’ESA

Oggetti misteriosi per eccellenza, i buchi neri sembrano essere molto più comuni di quanto ritenuto finora. Osservando un piccolo settore della volta celeste - equivalente all’incirca ai due terzi della Luna piena – il radiotelescopio a bordo del satellite Chandra ha individuato circa 600 sorgenti di raggi X con caratteristiche tali da poterle attribuire a buchi neri o, meglio, all’interazione con la materia presente nello spazio circostante. Dal confronto con le immagini della stessa area celeste prese dallo Hubble Space Telescope è risultato che quasi tutte le 600 sorgenti si trovano al centro di Galassie.
Per questo campionamento, sono stati utilizzati 23 giorni di osservazione di Chandra su un arco di due anni. Estrapolando questi dati all’intera volta celeste, i ricercatori stimano che si potrebbero individuare almeno 300 milioni di buchi neri supermassicci. “Anche la nostra galassia possiede al proprio centro un buco nero, di 2,6 milioni di masse solari, ma questo non appare attualmente attivo”, ha detto Niel Brandt dell’Università della Pennsylvania nel corso della presentazione della ricerca al convegno dell’American Association for the Advancement of Science a St. Louis.
Il censimento sarà utile, grazie all’analisi e al confronto dei dati ottenuti, per comprendere meglio la dinamica e l’evoluzione dei buchi neri. Per completarlo, i ricercatori potranno sfruttare, a fianco di Chandra, anche le osservazioni eseguite dal radiotelescopio X-ray Multi-Mirror della missione Newton dell’ESA .

da http://www.lescienze.it/