Il lancio dell’europeo ExoMars Orbiter in pericolo per i tagli ai fondi NASA

La settimana che inizia il 3 ottobre sarà fondamentale per la definizione del futuro passo robotico umano sul pianeta rosso; Charles Bolden, amministratore della NASA e Jean-Jacques Dordain, direttore generale ESA si incontreranno a Città del Capo in Sud Africa durante il Congresso Internazionale di Astronautica.

La missione cooperativa tra ESA e NASA, a causa dei tagli di fondi dovuti allo stato di crisi mondiale che stiamo affrontando, sta diventando sempre più aleatoria, vediamo come avrebbe dovuto svolgersi.
Nel 2016 un vettore Atlas 5 pagato da NASA avrebbe dovuto portare in orbita marziana un lander statico del peso di 600kg per testare le capacità di rientro atmosferico del team europeo ed un satellite, sempre europeo, da usare come ripetitore per le telecomunicazioni (ExoMars Orbiter) dei futuri due rover che avrebbero raggiunto la superficie del pianeta nel 2018 grazie ad un ulteriore vettore Atlas 5 americano.

Nell’aprile di quest’anno NASA ha comunicato ad ESA di non essere in grado di fornire un rover per il 2018 e le due parti si sono accordate per unire le forze e creare un unico rover con a bordo le tecnologie pronte per entrambe le agenzie.

Da Luglio a oggi la situazione finanziaria in NASA per l’esplorazione di Marte è ulteriormente peggiorata e prevedono o di annullare completamente il lancio del primo vettore Atlas, o per lo meno di farlo costare meno riducendone il peso eliminando il lander europeo.

In caso di annullamento del lancio dell primo Atlas V si prospettano due scenari, il primo prevederebbe l’acquisto da parte di ESA di un Proton Russo o di un Ariane 5, poiché ESA ha già investito moltissimo in questo progetto anche con il suo partner tecnologico Thales Alenia Space, che comunque continuerà a lavorare al progetto sicuramente fino a fine anno.
Il secondo scenario prevede invece di trasformare il modulo di comando e controllo che si utilizzerà per il trasporto del rover congiunto su marte in un satellite per telecomunicazioni da inserire in orbita una volta separato dal lander.

Per concludere, ESA ha più volte richiesto a NASA assicurazioni scritte sul loro impegno per la missione del 2018, queste assicurazioni non sono mai state date se non la promessa del massimo sforzo per raggiungere gli obiettivi congiunti previsti.

Fonte: SpaceNews.com

Speriamo che ESA riesca a trovare una soluzione economica/vantaggiosa e che la missione possa giungere al lancio.