Il magma sotto Yellowstone

Il margine della caldera si è alzato di 13 centimetri in sei anni

Grazie ai dati raccolti dal satellite europeo ERS-2, gli scienziati del Servizio geologico degli Stati Uniti (USGS) sono riusciti a identificare i movimenti dei magmi al di sotto della caldera del Parco di Yellowstone. I dati – ottenuti grazie alla tecnica di interferometria radar InSAR (Synthetic Aperture Radar Interferometry) e all’elaborazione matematica delle immagini riprese da differenti angolazioni – hanno consentito di evidenziare l’innalzamento di 13 centimetri subito dal margine settentrionale della caldera fra il 1997 e il 2003, e il parallelo abbassamento del pavimento della caldera stessa.
La caldera, lunga 75 chilometri e larga 45, è quanto resta di una grande eruzione avvenuta 640.000 anni fa. Attualmente sotto l’area del Parco esiste ancora un sistema di camere magmatiche e i fenomeni appena ricordati sembrano imputabili a uno spostamento dei magmi dalla zona centrale della caldera verso il Norris Geyser Basin, spostamento a cui andrebbe imputata anche l’eruzione dello Steamboat Geyser che dal 2000 al 2003 ha eruttato cinque volte dopo un periodo di inattività di nove anni. Nonostante l’attività della caldera, secondo Wayne Thatcher – uno dei responsabili della ricerca per conto dell’USGS – la probabilità di un’eruzione magmatica è molto bassa “Il rischio maggiore è costituito da un’eruzione freatica, un potente getto di vapore e acqua, i cui effetti sarebbero solo locali ma certo pericolosi.” Per questo il monitoraggio con InSAR continuerà e si fara anzi più attento.