Dalla Nasa le testimonianze degli uomini della missione Apollo
“Sembra una neve abrasiva”. Che a Schmitt provocò febbre da fieno.
Ma nessuno spiega il perché di quella caratteristica e come mai
faceva quell’effetto sugli astronauti. Ci sono solo alcune ipotesi
di LUIGI BIGNAMI
“Provala, sembra soffice neve, anche se sembra un po’ abrasiva”. “Senti l’odore, assomiglia a quello che si percepisce dopo lo sparo di una pistola”. Sono le parole pronunciate da due astronauti scesi sulla Luna dopo aver tastato con le mani la polvere del nostro satellite naturale. La prima è un affermazione di John Young, che fece parte della missione Apollo 16, la seconda di Gene Cernan, comandante di Apollo 17.
Tutti gli astronauti che hanno passeggiato sul suolo lunare e che hanno raccolto campioni di roccia e polvere hanno voluto sentire il loro odore non appena rientravano nel modulo lunare e si toglievano l’elmetto della tuta. La polvere appariva incredibilmente appiccicosa e aderiva agli stivali, ai guanti e a tutte le superfici dove andava a depositarsi. Nonostante gli astronauti tentassero di levarsela dalla tuta prima di rientrare nel modulo lunare essa lo riempiva, infilandosi in tutti gli angoli.
Ma a distanza di oltre 30 anni dall’ultimo volo delle missioni Apollo, la Nasa rivela che l’astronauta Jack Schmitt, geologo a bordo di Apollo 17, soffrì di “febbre da fieno” proprio subito dopo aver odorato la polvere lunare. “E’ avvenuto tutto molto velocemente. Ho sentito la cartilagine del naso rammollirsi come non mai”, disse Schmitt alla base di Houston con voce rauca. Per fortuna il problema si risolse nel giro di poche ore. Ma ritornò anche dopo la seconda e la terza passeggiata lunare, anche se con minor intensità. Quasi che l’astronauta avesse sviluppato una forma di immunità alla polvere stessa.
Sembra che anche altri astronauti soffrirono di qualcosa di simile, anche se non vollero ammetterlo subito dopo il volo. E queto nel timore che le loro rivelazioni precludessero la possibilità di ritornare sulla Luna, nel caso i voli fossero continuati nel tempo. Ma Schmitt sostenne che alcuni degli astronauti gli confessarono di aver provato sensazioni simili a quelle che egli raccontò ai tecnici della Nasa quando ancora era sulla Luna.
Tutti gli astronauti che ebbero a che fare con la polvere lunare comunque, sostennero che questa possedeva uno strano odore, simile a quello della polvere da sparo dopo essere stata esplosa. “Sembrava che qualcuno avesse sparato nella cabina di pilotaggio”, disse Cernan. “La polvere lunare non ha nulla a che fare con la polvere da sparo. Questa infatti è una miscela di nitrocellulosa e nitroglicerina, composti organici infiammabili. Ma nella polvere lunare questi elementi non sono mai stati trovati”, ha spiegato Gary Lofgren del Lunar Sample Laboratory della Nasa.
Ma quali elementi compongono la polvere della Luna? Per la maggior parte è composta da ossido si silicio ossia quarzo, prodotto da meteoriti che sono impattati sulla Luna. Oltre ad esso vi sono ferro, calcio e magnesio. Dunque, nulla a che vedere con la polvere da sparo.
Ma allora perché questo odore? Nessuno lo sa. Anche
se qualche ipotesi è stata avanzata. Don Pettit, astronauta che non andò mai sulla Luna ma che si interessò da vicino al problema, ha detto: “Quando si è in un deserto non si sente alcun odore, finché non inizia a piovere. In quel momento dal suolo emergono una grande quantità di molecole che raggiungendo il naso dando origine a un arcobaleno di odori indefiniti”.
Il misterioso odore della Luna
"E’ come la polvere da sparo"
Cernan al ritorno
nel modulo lunare
Questo è ciò che potrebbe accadere anche sulla Luna. Ciò che fa rilasciare le molecole dal suolo, non è, ovviamente la pioggia, bensì il “vento solare”, ossia le particelle subatomiche emesse dal Sole. Queste colpiscono il suolo lunare e liberano alcune molecole o atomi che rimangono intrappolati nel suolo finché qualcuno non lo muove. E’ ciò che succedeva quando gli astronauti raccoglievano dei campioni e che l’aria calda della cabina li faceva evaporare. all’interno di essa. Purtroppo l’odore della Luna non è mai arrivato fin sulla Terra, nonostante che i campioni venissero stivati in casse sterili e dalle quali nulla poteva uscire. Probabilmente il fenomeno si esauriva tra la raccolta dei campioni e il momento in cui venivano stivati nel modulo lunare.
Ma che fine hanno fatto gli astronauti delle missioni Apollo? Alcuni hanno ripreso una vita di normali ingegneri. Questo è ciò che è capitato ad esempio, al primo uomo ad essere sceso sulla Luna, Neil Armstrong, ma altri hanno avuto una notevole difficoltà a riprendere la vita normale. E’ successo a Buz Aldrin, il secondo uomo ad essere sceso sul nostro satellite. Per lui fu difficile accettare di essere “secondo” e non il “primo” e così cadde in una forma di depressione che lo portò all’alcolismo, dal quale però ne è uscito senza conseguenze. Altri si sono dedicati alla ricerca spirituale. E’ successo a Edgar Mitchell, astronauta dell’Apollo 14, che già durante il viaggio alla Luna, partecipò ad un esperimento di parapsicologia. La sua esperienza spirituale nella capsula spaziale lo ha portato a fondare l’Istituto di Scienze Noetiche, oggi noto in tutto il mondo.
E poi c’è chi si è dedicato solo all’arte, come Alan Bean, di Apollo 12, che oggi dipinge o Frank Barman, che oggi si dedica al restauro quasi artistico di vecchi aerei.
Certo non fu colpa della polvere lunare a provocare queste situazioni, ma come ebbe a dire Michel Collins, astronauta dell’Apollo 11 “osservare la Terra dalla Luna ci fa capire quanto siamo piccoli e quanto futili siano i problemi che sul nostro pianeta causano guerre e scontri tra gli uomini”. E questa sensazione certamente può influenzare la psiche di una persona. Nel bene e nel male.
(4 febbraio 2006) dal sito http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/scienza_e_tecnologia/luna/polvereluna/polvereluna.html