Il museo della memoria della strage di Ustica

Ciao a tutti!
Oggi pomeriggio, mi sono recato insieme alla mia ragazza, a Bologna, per visitare il Museo della Memoria della strage di Ustica. In questo, è stato posto il relitto del DC-9 dell’ITAVIA, esploso nei cieli di Ustica il 27 giugno 1980, a seguito di un’azione militare non identificata, che costò la vita a ben 81 persone (77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio). E’ stato trasportato in loco alcuni anni or sono, dai vigili del fuoco di Bologna, dall’aeroporto di Pratica di Mare, vicino a Roma, dove era custodito per le indagini della magistratura. Inutile dire che l’emozione è stata grandissima anche per l’atmosfera che si respira nel museo. Non ho scattato foto, era consentito, ma non me la sono sentita. Troppo grande è stata la cosa, per essere raccontata con le immagini di una fotocamera o le riprese di una telecamera. Per capire cosa voglio dire, bisogna recarsi là, ad osservare quelle lamiere contorte. Il relitto infatti, è stato posto al centro del museo e una balaustra permette di girarci attorno. Sui muri sono stati posti 81 specchi neri, che vogliono simboleggiare le 81 vittime di tale disastro, il cui motivo di morte, non è ancora stato svelato. Dal soffitto pendono 81 lampadine, la cui luminosità varia continuamente come a simboleggiare il respiro di un uomo. La luce arriva ad un massimo, per poi diminuire senza mai spegnersi. Cosa ancora più triste, dagli specchi posti sul muro, provvengono sussurri di persone che pensano. Alcuni sono adulti, altri bambini. Le loro parole non centrano nulla con i fatti di ustica, ma vogliono simboleggiare i pensieri delle persone innocenti perite nell’incidente, prima che la loro fine arrivasse di colpo. Chiunque voglia portare omaggio a queste persone, può raggiungere il museo nei giorni del sabato e della domenica, dalle ore 10 alle ore 18. Il museo si trova in Via Saliceto n.5 a Bologna. L’ingresso è gratuito.

Caro Teo,

Ti ringrazio per le informazioni riguardo a un museo unico nel suo genere, che ricorda un periodo buio della nostra storia nazionale, quello della strategia della tensione e degli anni di piombo, che si è accanito particolarmente a Bologna, che deve contare fra le tragedie di quel periodo anche la strage della Stazione e dell’Italicus.
Proprio le carrozze di quest’ultimo treno, custodite a Bologna fino a qualche anno fa, furono mandate in fonderia, impedendo che si riuscisse a costruire un luogo della memoria come quello che invece è stato realizzato col DC-9.
Grazie ancora ed a presto

Scusa un appunto, ma l’azione militare non identificata non è semplicemente mai esistita. I-TIGI è caduto in mare nei pressi di Ustica a causa dei danni conseguenti ad un’esplosione, le tracce dell’esplosione rilevate durante le indagini sono riconducibili ad un’esplosione a bordo.
Chi eventualmente ha causato quell’esplosione, questo sì è un mistero ancora, e ormai rimarrà un mistero per sempre.

Ciao
Ale

Io avevo letto un rapporto che evidenziava la totale assenza di segni di esplosioni rilevate sui detriti, sia come lamiere contorte (nessuna parte dell’aereo è particolarmente deformata) ne come tracce chimiche…
Per il resto… è una gran nebbia “italica”…

Perfettamente vero.
Secondo le ultime news sull’argomento, pare che I-TIGI sia precipitato per un passaggio (molto) ravvicinato, a velocità supersonica, di un caccia militare di nazionalità ignota.

Secondo gli ultimi reports, non esisterebbero segni di esplosione ma soltanto danni da impatto con la superfice del mare.

No, una commissione d’inchiesta (la commissione d’inchiesta Luzzatti, http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/perizie.htm) cita l’esplosivo.

Per un pò di tempo le due ipotesi che giravano sono state la bomba e il missile, ambedue legate alla presenza di esplosivo sui rottami.

Il passaggio di aerei militari troppo vicini al DC-9 a velocità supersonica che causano la caduta del DC-9 non la vedo molto come ipotesi plausibile.

Ciao
Ale

Plausibile è plausibile, mi pare (ora non vorrei dire una boiata bestiale) che una tecnica simile fosse utilizzata anche in missioni militari dell’ultimo conflitto mondiale per tentare di abbattere o mettere in pericolo i bombardieri da parte della caccia tagliando la strada insieme ai grossi velivoli per cercare di creare una scia favorevole (per la caccia) per destabilizzare il velivolo avversario.
Un’onda d’urto supersonica a breve distanza è ovviamente molto molto più energetica…

Credo comunque che la perizia (era indipendente non credo facesse parte del processo come accusa o difesa) che lessi fosse molto più recente dei documenti pubblicati nel sito che hai linkato e le conclusioni erano abbastanza inequivocabili.

Un aereo militare, ipotizziamo un caccia, da diciamo una 25ina di tonnellate può creare una scia in grado di creare problemi seri ad un aereo da trasporto passeggeri? Al massimo è il caccia che deve stare ben attento a non mettersi troppo in scia a quell’aereo, onde evitare spiacevoli sorprese.

Inoltre: la registrazione radio delle comunicazioni tra I-TIGI e Roma è troncata di netto e il segnale è sparito di colpo.
Una caduta provocata nella maniera che dici tu avrebbe lasciato tempo al pilota di lanciare un allarme, un’esplosione può aver troncato di netto il funzionamento dell’impianto elettrico, con conseguente silenzio improvviso.
L’aviation safety network ha il transcript di quella registrazione, per rendersi conto che è stata una cosa improvvisa che ha messo fine all’I-TIGI.

PS: il rapporto che hai letto tu non riesci a recuperarlo in qualche maniera?

ciao!
Ale

Si ma un’onda supersonica è ben diversa, è molto più energetica… certo non sono sicuro di nulla, ma che possa creare danni questo è certo soprattutto a distanza ravvicinata.

Inoltre: la registrazione radio delle comunicazioni tra I-TIGI e Roma è troncata di netto e il segnale è sparito di colpo. Una caduta provocata nella maniera che dici tu avrebbe lasciato tempo al pilota di lanciare un allarme, un'esplosione può aver troncato di netto il funzionamento dell'impianto elettrico, con conseguente silenzio improvviso. L'aviation safety network ha il transcript di quella registrazione, per rendersi conto che è stata una cosa improvvisa che ha messo fine all'I-TIGI.

Beh questo non significa nulla, un’esplosione può creare danni che permettono il proseguimento delle comunicazioni e 1000 altri problemi possono interrompere di netto le comunicazioni… non lo vedo molto come un fattore determinante per l’una o l’altra “teoria”…

PS: il rapporto che hai letto tu non riesci a recuperarlo in qualche maniera?

Nel weekend provo a ricercarlo, era uno stralcio di quello completo, che mi pare fosse anche un libro, dovrei riuscire a recuperare almeno le coordinate (autore, data ecc.)

Beh questo non significa nulla, un'esplosione può creare danni che permettono il proseguimento delle comunicazioni e 1000 altri problemi possono interrompere di netto le comunicazioni... non lo vedo molto come un fattore determinante per l'una o l'altra "teoria"...

Beh, l’altra ipotesi è che la caduta sia stata provocata da un’interferenza aerodinamica (perchè, onda d’urto o scia, stiamo parlando di interferenza aerodinamica) tra il DC-9 e un altro aereo, quindi mi viene in mente che il DC-9 abbia perso il controllo e per questo motivo sia caduto…e questo non interrompe di colpo il funzionamento degli impianti di bordo. Potrei sbagliarmi ma mi sembra poco realistico…magari più tardi cerco qualche precedente.

C’è un altro fatto comunque: l’altro aereo sarebbe dovuto comparire sui radar, e su quei tracciati radar è stato detto tutto e il contrario di tutto…

Ricordo di aver letto circa l’ipotesi della [glow=red,2,300]quasi-collisione[/glow] in un ottimo articolo dell’Ing. Carlo Casarosa e pubblicato sulle pagine della rivista Jp4 Mensile di Aeronautica e Spazio di qualche mese fa.
Un articolo davvero molto ben fatto e pieno di dettagli interessanti come l’analisi del tracciato magnetico contenuto nella scatola nera del Mig-23 libico precipitato nel luglio 1980 sulla Sila.

Di seguito un utile link:

Da [glow=red,2,300]indagatore[/glow] fantasioso come amo definirmi, sono arrivato a pensare che I-TIGI sia precipitato per una collisione (o passaggio ravvicinato) di un veicolo (o parti di esso) di rientro spaziale con il velivolo.

Secondo voi è un’ipotesi che merita un minimo di attendibilità ??

E’ risaputo che aerei militari spesso si accodano ad aerei di linea per poter penetrare spazi aerei senza essere rilevati dai radar di terra.
Nel caso della tragedia di Ustica, è possibile che si sia verificata una collisione tra un caccia e gli impennaggi del DC9. E’ inoltre noto che i DC9 all’epoca avevano gravi problemi di corrosione nella sezione che univa alla fusoliera il troncone di coda. Infatti fu resa obbligatoria una ricostruzione di tale struttura su tutti i velivoli. Tra l’altro, un cedimento strutturale (anche parziale) in questa zona avrebbe causato una totale interruzione delle comunicazioni radio.
Pertanto, a mio modesto giudizio di ex pilota collaudatore, le ipotesi possibili sono molte. Tra esse:

  1. Cedimento strutturale (il velivolo era anziano già allora e poco tempo prima dell’incidente aveva avuto un problema di carico che aveva sbilanciato il velivolo, che era andato a toccare il suolo con il troncone di coda). Che questo seppur lieve impatto del troncone di coda col terreno durante un’operazione di carico male effettuata abbia potuto danneggiare una parte della struttura che si sapeva essere vulnerabile, è una possibilità da non escludersi a priori.
  2. Collisione con velivolo militare in volo in formazione strettissima, sotto la coda del DC9.
  3. E’ anche noto che gli intercettatori usano spesso come bersagli fantasma per le loro esercitazioni di tiro i velivoli di linea. All’epoca ricordo che in certi ambienti della stampa aeronautica si parlava di un Crusader della Marina Francese che avrebbe lanciato per errore un missile aria aria contro il DC9. Simili incidenti sono successi più di una volta…
    Come ho detto, vi sono molte altre ipotesi possibili. Uno dei problemi è che le tracce radar registrate non sono quelle di radar capaci di risolvere bersagli relativamente piccoli molto vicini tra loro. Ad esempio, rilevare con tali radar un Sidewinder sarebbe, a mio parere, impossibile. (Professionalmente ho lavorato come program manager a vari progetti di radar per aerei, per cui me ne intendo un poco).
    Giovanni

Non male come calcolo delle probabilità :stuck_out_tongue_winking_eye:

Credo fosse proprio questo, darò conferma :wink:

Ottimo intervento, tryphon.
Parlando con un vecchio operatore radar, mi ha detto che i velivoli che transitano in spazi aerei internazionali non hanno l’obbligo di identificarsi a mezzo transponder.

Vero o falso ??

Se poi consideriamo che [glow=red,2,300]proprio il 27 giugno 1980[/glow] ci fu una violenta attività solare :thinking:

Si beh, ma l’attività solare non fa cadere i satelliti… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Per quanto può valere la mia opinione in merito, concordo abbastanza con quanto scrive Giovanni.
L’ipotesi di una collisione con parti di un veicolo spaziale, durante il rientro nell’atmosfera, mi sembra (da un punto di vista statistico) irrisoria.

Le probabilità sarebbero le stesse di essere colpiti, in volo, da un piccolo meteorite.
Non è impossibile (niente lo è davvero in natura) ma è altamente improbabile.

A mio avviso vale il principio di causa-effetto, il fatto che la caduta del DC-9 Itavia sia temporalemente prossima a quella del MiG-23 caduto sulla Sila rende estremamente probabile che i due fatti siano tra loro collegati, se non proprio concatenati.

Veramente credo che le probabilità di essare colpiti da un meteorite siano di gran lunga superiori!

Estreme attività solari “gonfiano” l’atmosfera terrestre fino ad espanderla a quote che lambiscono i satelliti che transitano in LEO rallentandone la velocità e anticipando il loro decay.

http://science.nasa.gov/headlines/y2000/ast30may_1m.htm