Il paese dell’antiscienza

Non ho parole,anzi una si ditemi che non e vero [-o<

Vietati gli studi sul nucleare, censurati quelli sulle staminali e sulla fecondazione tagliati i fondi, rifiutate le ultime tecnologie: va di moda sparare sulla ricerca. E l’Italia non entra nel XXI secolo

GABRIELE BECCARIA

Di un taxista a volte abbiamo paura. Ci può lasciare a piedi, mentre blocca l’auto contro le liberalizzazioni. Di uno scienziato non ha paura nessuno. Non si fa sentire o parla di rado e, se ci prova, nessuno l’ascolta. In Italia è un reietto: pochi euro, scarsa visibilità e un nuvolone di «no» lo avvolge, rendendogli la vita grama.

Enrico Bellone, fisico e storico della scienza, ha definito questa nube la «rivolta contro la ragione», che comprende episodi tragicomici - e unici al mondo - come le distruzioni dei campi di grano transgenico in Piemonte (anno 2003) e l’arresto ai domiciliari del toro clonato Galileo (anno 2000, sempre d.C.). Chi entra nel labirinto sbatterà la faccia contro una sconcertante lista di proibizioni, elencata da Gilberto Corbellini, professore di storia della medicina: ricerca sul nucleare? Zero. Genetica vegetale? Rasa al suolo. Studi sulle staminali? Quasi impraticabili. Fecondazione assistita? Possibile, ma con limiti da autodafé. E poi: concorsi universitari? Una barzelletta. Fondi? In calo. E a cascata il chiassoso rifiuto di tecnologie che sono lo standard del XXI secolo - Ogm, biotech, termovalorizzatori, Tav, energia atomica - intrecciato al creazionismo che vuole all’inferno Darwin.

Inamovibili quando diventano baroni universitari, gli scienziati italiani sono altrimenti ectoplasmatici. E’ successo perfino a una star come Umberto Veronesi (che su Tuttoscienze ha denunciato l’antiscientismo nostrano): il 4 aprile 2007 ha inviato con altri colleghi al Quirinale, a Palazzo Chigi e al Parlamento un documento sovrabbondante di dati su combustibili fossili e fonti rinnovabili e chiarissimo negli obiettivi. Ci vuole subito un piano energetico nazionale - spiegava - e proponeva 10 centrali nucleari di ultima generazione. Risultato: silenzio assoluto, meravigliosamente «bipartisan».

E’ l’ennesima prova che l’antiscienza nega le scommesse del presente e le opportunità del futuro racchiuse dalle scienze della vita e dall’hi tech energetico. Si condensa nella formula «La ricerca tradita», che è il titolo dello studio pubblicato dal «Gruppo 2003» (associazione di scienziati coraggiosi) a cura dell’astronomo Tommaso Maccacaro. Il punto - scrive - è che «non c’è progresso che prescinda dal consenso». E si sa che strapparlo non è facile.

I «no» del pubblico, infatti, si amplificano in quelli della politica e della religione (quando non ci sono di mezzo i dogmi c’è il «principio di precauzione»). Nel suo nome - che fa inorridire i ricercatori - il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha stoppato il collega delle Politiche Agricole Paolo De Castro che una settimana fa voleva avviare nove protocolli di sperimentazione sugli Ogm. E in nome delle interferenze della fede - spiega - Corbellini - «si vietano le tecniche prescritte dalle linee guida internazionali per la fecondazione assistita: l’Italia stabilisce l’assurdo di proibire la crio-conservazione degli embrioni e la diagnosi preimpianto e allo stesso tempo di permettere l’aborto».

E la caccia alle streghe si accanisce anche sulle staminali, la frontiera della medicina impegnata contro i mali di massa, dal cancro all’Alzheimer: se la legge impone che le embrionali siano intoccabili, si lascia uno spiraglio su quelle importate (comunque difficilmente sfruttabile), mentre non si consentono - sempre a differenza di nazioni come Spagna e Gran Bretagna - le banche private di cellule dal cordone ombelicale. Così i ricchi le depositano all’estero e il loro pendolarismo si somma all’emigrazione dei cervelli. «E’ evidente - spiega Bellone - che non stiamo uscendo dalla società dell’informazione: non ci siamo mai entrati!».

Stando alla porta, «alla scienza si attribuiscono le disfatte e a Padre Pio i miracoli», accusa il matematico Piergiorgio Odifreddi, famoso per i saggi contro i poteri vaticani. «C’è un eccesso di umanesimo, troppa Iliade e Divina Commedia, e si ignorano il Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo di Galileo, L’origine delle specie di Darwin, il Sistema periodico di Primo Levi». L’effetto è che resta ai minimi «l’attitudine per le sfide del ragionamento» e che gli scienziati-ectoplasmi non sanno fare lobby (nel senso anglosassone). «Seguiamo invece l’esempio della Royal Society con i pareri ai politici e, negli Usa, del National Institute of Health e della Dana Foundation con le campagne di informazione sui temi di interesse generale», dice il neuroscienziato Piergiorgio Strata. Navigare nei loro siti è entusiasmante. Servirebbe a molti.

Vorrei poterti accontentare… :roll_eyes:

Un ‘odifreddiano’ come me non può che quotare appieno…

Salute e Latinum per tutti !

Anch’io …

E’ triste la situazione in Italia…

posso capire però certe posizioni che derivano da un’indagine etica e legate ad un ragionamento etico e/o religioso (riguardo le cellule emrbionali l’opposizione non è portata avanti solo dalla Chiesa, in quanto la tesi di considerare un essere umano un embrione è discussa anche da filosofi e opinione pubblica non credenti) che secondo una linea guida accettano o meno una determinata pratica (ricordo, tanto per sdrammatizzare un po’ l’odifreddiano approccio - il matematico torinese su certe cose ha ragione ma spesso esagera diventando tragicomico, a mio parere :wink: - che la ricerca OGM, il nucleare e le cellule staminali adulte e del cordone ombelicale sono tecnologie e studi ben accetti dalla Chiesa).

Qui il discorso sarebbe limitato all’uomo, alla sua mente e al suo cuore, secondo l’etica ed il credo che ognuno di noi si fa…
un altro conto sono lobby, politica e sopratutto… reality show ed altra porcheria!

Mi spiego meglio. Dopo che si è scoperta la disponibilità di una nuova ricerca o tecnologia, la sua accettazione in campo etico (che comunque va separato da tutti questi altri attori di scenario, e non riguarda solamente la Chiesa…) bisognerebbe buttarcisi a capofitto!
Un po’ come in USA, dove magari il dipartimento dell’energia finanzia una ricerca su grano OGM, per un eventuale utlizzo futuro come fonte di idrogeno (:scream:, altro che seghe mentali! :P) solo per fare un esempio di ricerca spinta ed investimenti in cui una nazione ci crede.
Invece in Italia subentrano i nostri ormai ben amati (!!!) politici, che politicizzano tutto quanto! Poi la stragrande maggioranza dei laurati del Parlamento è composta da persone derivate dal ramo umanistico, che della tecnologia non ne sanno quasi niente… come sperare allora in finanziamenti per la produzione di idrogeno a partire da grano OGM (:P) o nel finanziamento ai centri di ricerca e ricercatori?!?
L’investimento nella ricerca, poichè produce risultati su medio-lungo termine, è la prima voce di bilancio che si alleggerisce nel nostro Paese. Non riporta risultati sconvolgenti e sopratutto utili a vincere le elezioni nel giro di pochi anni! Fatto sta che poi se ne pagano le conseguenze… ma su lungo termine… :frowning:

Poi non voglio neanche parlare dell’ignoranza culturale, umana e tecnologica della società di oggi: i ragazzi vanno a scuola più anni ma si sa sempre di meno. La società va avanti a reality show e vive nel mondo delle favole, delle magie: il televisore si accende perchè è un televisore, ma quanti sarebbero spiegare come funziona?! Oppure il semplice telefono?!
Sono scusate le generazioni adulte, cresciute in un’Italia devastata dalla guerra, occupate alla ricostruzione e al miglioramento della vita fisica… ma le nuove generazioni? Quante saprebbero rispondere alla domanda di Paolo di indicare dove si trova la Luna partendo dal calendario!?

Per questo mi rattristo, per questo affermo che non viviamo nella società ed era tecnologica, come spesso molti apparenti progressisti o ottimisti vorrebbero (e ciò sarebbe solo un vantaggio per la nostra società) dimostrare… Cosa vuol dire E=mc^2!!! Tutti sanno questa formula, la trovi scritta sulle magliette e sui graffiti: ma cosa vuol dire? Quanti giovani lo sanno in Italia?

E tutte queste argomentazioni le allargo alla cultura in generale. Non di solo formule, molecole e missili vive l’uomo! Quanti italiani leggono almeno un libro ogni due mesi?! QUanta gente va a teatro, per musei, biblioteche, mostre, cinema (di qualità!), concerti, poesia …?!?

Come dicevano?! “Fermate il mondo ché voglio scendere!”… “Ma poi dove czz vai!!!” Rispose l’altro… :stuck_out_tongue: quindi gente, cerchiamo di spronare il nostro prossimo ad uscire dal guscio dell’apparenza, dei reality, dell’ignoranza culturale, tecnologica e sociale…

PS. Scusate il mio sfogo! :stuck_out_tongue:

Diego

Putroppo tutto quello che riporta Ombelix è assolutamente, e tristemente, vero.

L’Italia è il paese delle superstizioni (pensate a quanti gonzi si fanno fregare da maghi e cartomanti), il paese dei santi (Padre Pio fatto santo a botte di articoli su Oggi e Gente Mese tutte le settimane per trentanni).
L’Italia è il paese dei calciatori e delle veline, dei cellullari e delle automobili.
Ma non della Scienza, al massimo della tecnologia (spiccia).

Abbiamo avuto, e continuiamo ad avere, grandissimi uomini e donne di scienza. In passato erano italiani, adesso sono americani, francesi, svizzeri ecc. Ovvero di qualunque posto possa permettersi (e non ci vuole molto) di pagare la loro intelligenza.

Ne sa qualcosa il nostro attuale presidente ASI, Nanni Bignami, costretto ad “emigrare” (o ad andare in esilio) in Francia.
La situazione attuale è questa, non ho ricette per cambiarla (ma ci sono? Bisognerebbe cambiare un’intera cultura o controcultura del cavolo) mi resta solo l’amarezza per ciò che potrebbe essere e non è…

Che la scienza in senso stretto sia considerata nel nostro paese alla stregua del gossip, ma che dico, moolto peggio, è cosa purtroppo nota… Il problema è che non si ha coscienza del proprio futuro e non si fa ricerca: la ricerca statale è condizionata ai finanziamenti che arrivano a pioggia e non localizzati, in parte senza considerare i risultati ottenuti, mentre quella aziendale è un miraggio: la ricerca è in parte tecnologica, come Archi ha detto “spicciola”, ma nulla più. Questo atteggiamento è da ricercare all’eccessivo peso del nostro paese e di noi stessi alla storia, al nostro status di nazione “vecchia” seduta sugli allori, quasi senza impeto a progredire, a migliorarsi… In parte questo lassismo riguarda anche la scienza e la ricerca… Ma cosa fare?

A me piace sperare che operando qualche cambiamento si possa migliorare la situazione… uno di questi è lo scandaloso quantitativo delle retribuzioni dei ricercatori in Italia, che scoraggia a rimanere nel nostro paese non solo i migliori, ma persino i mediocri !

Un problema è anche l’insegnamento della scienza a scuola: poche ore, poche spazio ai collegamenti tra le ore di formule e la realtà fisica, mentre ci si siede su ore e ore di italiano (bello ma si potranno fare due-tre ore in meno…)… e questo in OGNI realtà scolastica pre-universitaria… Di conseguenza allo stato attuale non c’è passione per le materie scientifiche, cosicchè tutti scelgano facoltà umanistiche, sociologiche, economiche (ma quanti opinionisti avremo tra 10 anni?? :kissing_heart:)

E che dire degli sprechi nell’amministrazione pubblica, i cui fondi potrebbero riempire anni e anni di programmi di ricerca a livello del giappone? Che aspettiamo a ridurre il numero dei parlamentari? Che aspettiamo a ridurre gli stipendi dei dirigenti di società pubbliche? Che aspettiamo a ridurre la macchina succhia-soldi delle consulenze???

Abbiamo la fortuna - come si è detto - di condividere la nazionalità con uomini e donne di scienza di grande merito… Se solo qualcuno se ne accorgesse…

Mi vergogno a dirlo ma sono piu le volte che ho vergogna di essere Italiano che le volte in cui ne sono fiero . :disappointed:

Sono della vostra opinione. Per anni, prima dell’Euro, l’Italia è campata sui brevetti altrui, sul basso costo dlla manodopera e su produzioni industriali a basso contenuto tecnologio. Con l’Euro e la globalizzazione, molti imprenditori si trovano in difficoltà perché i loro prodotti, di scarsa qualità, sono soppiantati da prodotti di pari qualità prodotti a prezzi più bassi. E allora? E allora, dal tempo del fascismo, nazionalizziamo le imprese. Stato, enti pubblici, comuni… tutto l’apparato pubblico ha riempito le tasche dei nostri imprenditori con prodotti discutibili, spesso inutili o mal sfruttati. Quando addirittura presi solo per fare un “favore”. Adesso che gli imprenditori hanno i loro degni rappresentanti al governo che fanno? Semplice, IMPONGONO alla gente di comprare i loro prodotti (digitale terrestre, per me una grande delusione) oppure si trasformano in holding. Il peggio è quando fanno di tutto per “vendere”, non importa cosa e come.
Basta avere un amico politico e tutti i problemi sono finiti. Ovviamente bisogna anche ungerlo un pochino, non si può avere tutto dalla vita.
Ma il peggio sono la maggioranza degli italiani che guardano ai nostri politici con ammirazione, come modelli da emulare.
Primo Levi diceva degli italiani: se un italiano si accorge che lo hai truffato, invece di cercarti per menarti, ti stringe la mano e si complimenta con te perché sei stato più bravo di lui.
Siamo dei bravi PR, basta. Sappiamo come vendere la nostra immagine, siamo fumo per gli stranieri. Quelli che vogliono emergere per qualcosa di concreto devono lottare contro i connazionali, che li pigliano per imbecilli finché non hanno successo, e contro i preconcetti degli stranieri.
Abbiamo potenzialità enormi, quando ci fissimo su un mestiere diventiamo i migliori, ma abbiamo sempre i bastoni tra le ruote.

A scuola la retorica non s’insegna più perché l’italiano medio nasce già con quest’arte innata, ormai è nel nostro DNA.
Rileggetevi le Sturtruppen di Bonvi, alla voce di Galeazzo Musolesi…

Approposito della situazione scientifica in Italia ho trovato un articolo sull’Ansa:
Giacconi, cervelli in fuga da Italia
Premio Nobel ospite al Museo della Scienza di Milano
(ANSA) - MILANO, 5 LUG - Il premio Nobel Riccardo Giacconi sostiene che ‘l’Italia e’ un Paese dal quale i ‘cervelli’ continueranno a fuggire’. ‘Quando cercheranno di tornare - prosegue l’astrofisico - il sistema porra’ loro tanti ostacoli e li ricaccera’’. Giacconi, 75 anni ora cittadino statunitense, e’ stato ospite del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano in un dibattito promosso dalla rassegna La Milanesiana 2007.

E’ vero, qui in USA guadagno molto di piu’ di quanto non potrei in Italia. E’ anche vero che qui ho opportunita’ che non avrei in Italia (altrimenti che cazzo ci starei a fare qui? Per il formaggio arancione in mattonelle?). Ma il trend che si vede in Italia e’ presente anche qui. I tabloids ci sono anche qui. La gente e’ molto piu’ interessata a come era la cella di Paris Hilton che della ricerca scientifica. Per non parlare degli ostacoli contro la Stem Cell (mi dispiace non so come si dice in Italiano). Soprattutto negli ultimi 7 anni (non a caso) gli USA stanno vivendo un periodo di oscuramento.

Il punto che volevo fare e’ che a me sembra una tendenza globale nel mondo occidentale.

Anche in Italia ci siamo accorti che gli USA sembrano in epoca oscurantista, eppure mi pare che è quello stesso oscurantismo che poi finanzia le grandi industrie USA, quindi anche la ricerca. Come in Italia, dicono una cosa e poi ne fa un’altra. Però negli USA la cultura scientifica mi pare molto più radicata.

Stem Cell → cellule staminali.

Perdonate se parlo del mio blog, ma ho già fatto qualche riflessione in proposito. La diffusione dei tabloid non è incompatibile con l’interesse per la scienza. Il problema è che i temi trattati dai mainstream media vengono decisi da una elite non proprio illuminata.

Paolo Amoroso

Sono d’accordo con una buona parte delle considerazioni fatte da voi fino ad ora su questo thread, però vorrei esprimere qualche distinguo:

  1. sui “politici italiani laureati in discipline umanistiche”: essere laureati in lettere o storia piuttosto che in fisica nucleare non vuol dire automaticamente disprezzare il mondo delle scienze esatte e chi lo pratica, io stesso sono laureato in storia, ma quando sono su internet passo quasi tutto il mio tempo a navigare su siti astronoutici o aeronautici, e conosco bene quali sarebbero le potenzialità della comunità scientifica ed industriale italiana. il problema in Italia a mio parere è strutturale, non c’é l’interesse ad imbarcarsi nella ricerca scientifica perchè non garantisce i guadagni di altre imprese assai più remunerative in tempi ridotti, come le speculazioni edili o la delocalizzazione di industrie ed attività in paesi dove la manodopera costa meno.

  2. Scusate, ma malgrado tutto io non mi vergognerò mai di essere italiano. Soffrirò, questo sì, e cercherò di contagiare gli altri con i miei valori e la mia visione di un belpaese finalmente attento allo sviluppo professionale dei suoi scienziati e alla crescita industriale attenta alla ricerca pura.

Sono d’accordo sui due punti. E vorrei aggiungere che se ho per caso dato l’impressione di disprezzare il posto dove sono nato, cresciuto e messo su famiglia e’ stato un errore di cui mi scuso. E se trovassi un lavoro simile al mio in Italia credo che tornerei immediatamente, anche sopportando una riduzione di salario considerevole. “Purtroppo” mi sono infilato in una carriera che e’ molto ristretta.

Paolo

Qui non è in discussione l’italianità, solo ci si chiede perché in Italia si debba sempre sprecare e sciupare le opportunità. Molti nostri politici sono laureati in ingegneria o in medicina, ma non brillano meno degli altri. Che abbiano fatto studi umanistici o altro non ha importanza (se poi mettiamo quelli usciti dalle facoltà economiche allora c’è o non c’è da preoccuparsi?). Ma i nostri politici sono solo la punta di un icesberg che sprofonda in un abisso dove ci siamo dentro anche tutti noi. Io vivo in una realtà lavorativa che potrebbe migliorare parecchio con un apporto tecnologico più moderno, ma l’apparato dirigenziale non vuole e non ha il coraggio di proporre il miglioramento. E osano definirsi “azienda leader del settore”, ma sono bravi solo a far girare i soldi o i debiti, come preferite. Tutto fumo. L’unica cosa che sanno dirti e che “io” mi devo dare da fare di più, perché “io” non sfrutto appienno le mie possibilità, quindi fin che non lo farò è inutile approdare a nuove tecnologie quando “io” ho ancora ampio spazio di manovra.
Poi la scienza, ma chi fa divulgazione scientifica vera in Italia? Nessuno. Si scrivono libri che nessuno legge. La televisione? Se si escludono le pillole di scienza di Angela & F. non c’è nulla. Nulla. Ma è ovvio, per sopravvivere in Italia la scienza non serve. Basta prendere per oro colato le ultime affermazioni dei nostri politici, imparare a memoria il Codice Civile e leggere bene la Gazzetta Ufficiale, sfogliare le riviste di pettegolezzi per capire i segreti dei grandi imprenditori italiani e rubare i risparmi dei vecchietti spacciandosi per messi comunali o assistenti sociali. Che altro vi serve? Agli italiani la Luna non serve, l’unica tecnologia utile sono i cellulari, la TV ed il DVD, oltre a motori sempre più potenti sotto al cofano.
Ciao.

Cosa intendi per “divulgazione scientifica vera”?

Paolo Amoroso

x Ares Cosmos,
io leggo libri di divulgazione scientifica.
Il mio sistema bibliotecario tra le varie conferenze che ha organizzato in questo ultimo anno ve ne sono state tre a tema scientifico in due delle quali si parlava di astronomia. Io considero anche queste occasioni delle vere divulgazioni scientifiche.
La conferenza che hai intenzione di svolgere, genuina e non faziosa (mica ti metterai a parlare di moonhoax [-X ) è vera divulgazione scientifica.
Per curiosità che lavoro svolgi?

OK, volevo essere sicuro di non dare l’impressione che snobbo l’Italia.

Poi la scienza, ma chi fa divulgazione scientifica vera in Italia? Nessuno. Si scrivono libri che nessuno legge. La televisione? Se si escludono le pillole di scienza di Angela & F. non c'è nulla. Nulla.

Non so come sia adesso, ma ricordando come era 15 anni fa, credo di essere d’accordo con te. Ma una cosa che ammiro degli americani (solo in pochi a ire la verita’) e’ che quando vedono un problema cercano veramente di risolverlo.

La maggior parte, anzi molto probabilmente la totalita’ di voi che leggete, avete una conoscenza di problematiche di esplorazione spaziale di un bel po’ superiori alla media. Spendete alcune ore, preparate una presentazione e chiedete alla locale biblioteca, o ad una scuola superiore, o centro di attivita’ sociale se gli andrebbe presentarre quanto sapete dello spazio (o di qualsiasi cosa sapete un po’).

Non serve molto. Non e’ necessario essere un esperto nel settore. Siete appassionati di storia dello spazio? Raccontate quanto avete scoperto. Venite a KSC per vedere un lancio? Fate una serata fotografica, raccontate la vostra esperienza.

Io nel mio piccolo cerco di fare quello che posso (ogni volta che passo per TN cerco di raccontare quello che faccio), anche voi potete fare la stessa cosa.

Paolo